ROMA, 29 luglio 2013 - GIÀ SVUOTATA di potere e di
senso, la politica è sospesa in attesa di vedere cosa deciderà domani la
Cassazione sul processo Mediaset e quali saranno le ripercussioni su
partiti e governo. Un buio pesto, illuminato dai lampi di genio e dai
vaticini di un grande vecchio del Palazzo: l’ex ministro socialista Rino
Formica.
Formica, la consultiamo come un oracolo: cosa ci aspetta?
«Intanto,
ritengo probabile la condanna di Berlusconi, perché una parte
importante della Cassazione confida nelle ricadute negative sul
governo».
Perché?
«Perché, se il governo cade,
il prossimo anno si terranno le elezioni politiche e non i referendum
radicali sulla Giustizia, che assai poco piacciono ai magistrati».
E il governo cadrà?
«Bisognerebbe
chiederlo a quei ministri che il Pds ritirò dal governo Ciampi quando
nell’aprile del ’93 la Camera negò l’autorizzazione a procedere contro
Craxi».
Perché ricorda quel fatto?
«Perché
quella fu la prima volta che gli eredi del Pci andarono al governo dal
1947, eppure bastò un avviso di garanzia per un reato tutto sommato
politico come il finanziamento illecito per sospingerli verso un ideale
di purezza assoluta».
Che fa, sfotte?
«No, ricordo i fatti».
Il dalemiano Sposetti ci ha detto che l’eventuale condanna di Berlusconi devasterà il Pd...
«Sposetti ha perfettamente ragione, l’onda d’urto della condanna spaccherà il Pd, non il Pdl».
Dunque il governo cadrà?
«No, il governo non può cadere».
Perché no?
«Perché
il sistema politico è così stremato da non avere alternative. Il
governo non cadrà per ragioni di interesse nazionale, perché Napolitano è
contrario, perché Berlusconi non è così stupido da farlo cadere né,
tutto sommato, lo sono gli attuali dirigenti del Pd».
Cosa farà Berlusconi?
«Potrà finalmente liberarsi del Pdl, darà vita ad un partito personale che poi affiderà a un successore dinastico».
Marina Berlusconi?
«Marina Berlusconi».
Si può dunque far politica pur non essendo in parlamento?
«Diciamo
che ormai nessuno è in condizioni di ‘fare politica’. Sento discorsi
misteriosi, incomprensibili. Perché il Pd ha rinviato il voto sulle
regole congressuali? Boh. In tutti i partiti europei si sta discutendo
la linea politica con cui andare alle elezioni del 2014, in Italia,
Paese eurotossico, il solo ad essersi posto il problema è Grillo, che ci
andrà su posizioni antieuropee...».
Crede che Renzi drammatizzerà l’eventuale condanna di Berlusconi per minare il governo?
«Renzi è un Grillo imbottigliato: ha i temi cinquestelle, ma non è nelle condizioni di svilupparli».
Dunque?
«Dunque,
certo che soffierà sul fuoco: dirà che è una gran brutta cosa governare
con un condannato per frode fiscale, ma gli altri del Pd ci metteranno
una pezza».
Perché?
«Perché in quel partito il
governismo è maggioritario: non hanno nient’altro che questo governo a
cui attaccarsi. Faranno un bel comunicato per dire che la Giustizia va
rispettata, e nell’ultima riga ci sarà scritto che il governo, però, è
un’altra cosa».
C’è chi teme che le larghe intese siano destinate a proseguire...
«Sì,
ma non su queste basi. I governi di larghe intese nasceranno in
tutt’Europa nel quadro di un ritorno ai nazionalismi, per evitare che
tale spinta sia nelle sole mani dell’estrema destra. Si farà allora quel
che non si fece nel ’19 e nel ’20. Di buono c’è che la magistratura,
così come il potere finanziario, sarà di conseguenza risospinta nei suoi
spazi naturali».
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