di
FABRIZIO MANETTI
E'
il 1914. Si avvicina il primo periodo Natalizio di guerra,
festività
di un conflitto scoppiato ufficialmente il 28 Luglio di quello stesso anno, ma
che aveva le radici ben piantate nel 28 giugno precedente quando gli spari di
Gavrilo Princip gettarono l'Europa nella confusione diplomatica e
successivamente nel macello.
Il
ricordo della nascita di Gesù Cristo, figura celebrativa per la quasi totalità
dei combattenti in campo divisi dalle storiche confessioni cattolica, ortodossa
e protestante, ma unificati nell'unica matrice cristiana e la sua rilevanza
profetica per la parte belligerante musulmana e pur anche ebraica, indussero il
Papa Benedetto XIV a domandare una tregua forse anche con la segreta speranza
di un ulteriore momento di riflessione che potesse condurre alla pace. Un
attimo di tregua che riportasse alla realtà dei fatti i responsabili delle
Nazioni, per far loro valutare la fallacità delle iniziali previsioni di
brevità del conflitto.
La
proposta del Pontefice venne ufficialmente respinta, anche se non fu un grido
lanciato nel vuoto.
Ad
essa fece eco infatti una "lettera di pace" che le suffragette
britanniche inviarono alle "donne di Austria e Germania" proprio nei
giorni successivi all'appello papale.
Fu
in questo clima tendente alla pace ed invocante ripensamenti al conflitto, che
maturò l'episodio, o meglio la serie di episodi, che sono passati alla Storia
come " la tregua di Natale del 1914".
Lo
scenario è il Fronte delle Fiandre, regione del Belgio occidentale.
Quelli
che si stanno fronteggiando sono gli armati dell'esercito Tedesco ed Anglo-
Francese.
Già
nelle settimane precedenti e corrispondenti al periodo dell' Avvento, i
militari belligeranti accomunati dall' appartenenza alla confessione
cristiano-protestante, iniziano a "scambiarsi " dalle rispettive
trincee, canti di natale tradizionali delle loro zone di provenienza.
Così
ad un'intonazione in inglese, rispondeva una in tedesco.
Ma
il clou di questa spontanea dimostrazione di pace si raggiunse proprio nella
notte del 24 Dicembre quando i militi, rotti gli indugi, si incontrarono
nella"terra di nessuno" abbracciandosi, stringendosi le mani e
scambiandosi i doni più disparati : sigarette, cibarie, berretti ed anche
bottoni delle rispettive uniformi.
In
alcune zone pianeggianti vennero pure organizzate partite di calcio tanto
improvvisate quanto coinvolgenti.
Gli
episodi si susseguirono in tutto il periodo di Natale, sino alla fine
dell'anno, consentendo anche di dare degna sepoltura ai caduti di entrambe le
parti.
Poi
con l'arrivo del 1915 le ostilità ripresero sino all'epilogo dell' 11 Novembre
1918 data che segnò la fine di un conflitto che costò quasi dieci milioni di
caduti e circa due milioni di feriti e mutilati permanenti.
Questa
immagine ben immortalata nel lungometraggio " Joyeux Noel " Premiato
con l'Orso d'Oro al Fetival di Berlino nel 2005, è l'essenza di ciò che
veramente fu la Grande Guerra : un conflitto voluto da pochi - che ne
ricevettero anche i benefici- ma subito da molti che ne soffrirono le
conseguenze.
Vittime
del conflitto furono infatti coloro che maggiormente vi si opposero come
cattolici e, almeno in Italia, come socialisti, ma che non riuscirono a fermare
lo scatenarsi di una guerra causata in nome di un Nazionalismo che, neanche con
il sangue, riuscì a centrare il proprio
obbiettivo
di dare uno Stato ad ogni Nazione e riuscendo solo a porre le basi del
successivo conflitto mondiale esploso proprio nel nome dei conflitti etnici.
Tornando
all'episodio della "tregua di Natale" va rimarcato come questa non si
ripeterà negli anni di guerra successivi.
Gli
Stati Maggiori di entrambi gli schieramenti, comprendendo subito il suo
messaggio pacifista e pericoloso per il proseguo delle ostilità, si adoperarono
sin da subito perchè non ci fosse una riedizione dell'accaduto.
Ma
la spontaneità del gesto, la sua genuinità basata su di una vera ed effettiva
volontà di pace , resta scritta sui libri di Storia ed anche nel ricordo.
Proprio
di questi giorni è la notizia che le rappresentative dell'esercito inglese e di
quello tedesco si sono affrontate in una gara commemorativa dell'evento.
Segno
tangibile che l'episodio non avrà fermato la guerra se non per qualche giorno,
ma che lo stesso è rimasto impresso nei momenti da ricordare e commemorare.
E,
quello che più conta,nella coscienza degli uomini.
BUON
NATALE A TUTTI !