lunedì 23 marzo 2015

Un nuovo Distretto Sanitario per i Comuni delle tre vallate del Marecchia, Uso e Rubicone ?

Nel recente Consiglio Comunale di venerdi 13 marzo sulle prospettive dei 2 ospedali della Valmarecchia, il Franchini di Santarcangelo e il Sacra Famiglia di Novafeltria, è emersa una proposta a nostro avviso molto interessante, quella di esercitare un'azione politica e amministrativa per costituire un nuovo Distretto Sanitario che comprenda i Comuni delle tre vallate, del Marecchia, dell'Uso e del Rubicone, con una popolazione complessiva di circa 100 mila persone. In questo modo ci sarebbe quel bacino di utenza necessario e indispensabile non solo per salvare le due strutture ospedaliere ma addirittura per potenziare il Franchini facendolo diventare un ospedale cosiddetto di Base. Chiediamo alle forze politiche e istituzionali delle tre vallate di verificare in tempi brevi la praticabilità di questo percorso.

domenica 15 marzo 2015

TUTTI INSIEME PER LA DIFESA DEGLI OSPEDALI DELLA VALMARECCHIA - APPROVATO IN CONSIGLIO COMUNALE IL DOCUMENTO UNITARIO

DOCUMENTO UNITARIO SUL FUTURO DEGLI OSPEDALI "SACRA FAMIGLIA" DI NOVAFELTRIA E "ACHILLE FRANCHINI" DI SANTARCANGELO DI ROMAGNA

PREMESSE

Il 5 agosto 2014 la conferenza Stato-Regioni, su proposta del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ha approvato il Regolamento per la "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera" , disciplinato dal decreto legge 158 del 13 settembre 2012 (c.d. "decreto Balduzzi" nell'ambito della spending review) che fissa , tra l'altro, il numero massimo di posti letto delle strutture ospedaliere del Sistema sanitario nazionale. Le Regioni devono quindi adottare provvedimenti di riduzione della dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati (ed effettivamente a carico del Servizio sanitario regionale) ad un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti. Questo numero deve comprendere 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie, garantendo il progressivo adeguamento nel corso del triennio 2014-2016 agli standard previsti nel Regolamento. Obiettivo del Regolamento è costruire un sistema basato, da un lato, sull'integrazione dei servizi ospedalieri tra loro, e dall'altro sull'integrazione della rete ospedaliera con la rete dei servizi territoriali , per rendere più specifica la missione assistenziale affidata agli ospedali, in modo da consentire a tutte le componenti di svolgere il proprio ruolo di "presa in carico" in modo più definito, garantendo i livelli richiesti di qualità degli interventi e rapportandosi con maggiore specificità ai contesti sociali in cui sono radicati. Il Regolamento, in particolare: • adotta un criterio vincolante di programmazione ospedaliera , indicando alle Regioni il parametro della dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del Servizio sanitario regionale, stabilito nel già citato numero di 3,7 posti letto accreditati per mille abitanti; • fissa criteri uniformi per la classificazione delle strutture ospedaliere pubbliche in tre livelli a complessità crescente ( presidi ospedalieri di base, con bacino di utenza compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti; presidi ospedali eri di I livello, con 2 bacino di utenza compreso tra 150.000 e 300.000 abitanti; presidi ospedalieri di Il livello, con bacino di utenza compreso tra 600.000 e 1.200.000 abitanti) , prevedendo per le strutture ospedaliere private accreditate un numero minimo di posti letto (60) in grado di assicurare efficacia e sicurezza delle cure, salvo eccezioni per le case di cura monospecialistiche; • indica omogenei standard minimi e massimi per singola disciplina in rapporto al bacino di utenza; • fornisce oggettivi parametri di riferimento in materia di rapporto tra volumi di attività (numero annuo di prestazioni), esiti favorevoli/sfavorevoli delle cure e numero delle strutture ; • fissa standard generali di qualità , secondo il modello della clinica/ governance ; • detta indicazioni specifiche e uniformi per la sicurezza degli impianti e delle strutture; • fornisce ulteriori standard per le alte specialità; • fornisce per la rete ospedaliera dell'emergenza/urgenza nuove indicazioni programmatiche e organizzative , articolate su quattro livelli di operatività: 1. Ospedali sede di pronto soccorso; 2. Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate, ovvero distanti più di 90 minuti dai centri hub e spoke o più di 60 minuti dai presidi di pronto soccorso. Essi devono essere dotati indicativamente di: - un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri; - una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in day surgery o eventualmente in week surgery, con la possibilità di appoggio nei posti letto di medicina (obiettivo massimo del 70% di occupazione dei posti letto per avere disponibilità dei casi imprevisti) per i casi che non possono essere dimessi in giornata; la copertura in pronta disponibilità , per il restante orario, da parte dell'equipe chirurgica garantisce un supporto specifico in casi risolvibili in loco; - un pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all'emergenza/urgenza, inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal D.M. 30/1/1998 ("Medicina e Chirurgia d'Accettazione e d'Urgenza ") e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura complessa del DEA (Dipartimento d'Emergenza e Accettazione) di riferimento che garantisce il servizio e l'aggiornamento relativo. 3 È organizzata in particolare la possibilità di eseguire indagini radiologiche con trasmissione di immagine collegata in rete al centro hub o spoke più vicino, nonché indagini laboratoristiche in pronto soccorso. È predisposto un protocollo che disciplini i trasporti secondari dall’Ospedale di zona particolarmente disagiata al centro spoke o hub. È prevista la presenza di una emoteca. Il personale deve essere assicurato a rotazione dall’ospedale hub o spoke più vicino. 3. Ospedali sede di DEA di I livello (spoke) 4. Ospedali sede di DEAdi Il livello (hub) Il Regolamento, inoltre: • fornisce indicazioni, in linea con quelle provenienti dall'Unione Europea, finalizzate a sollecitare specifici percorsi di integrazione terapeutici assistenziali, quali ad esempio quelli relativi alla presa in carico multidisciplinare delle pazienti affette da neoplasia mammaria attraverso le unità mammarie interdisciplinari (breast unit); • fornisce indicazioni, in coerenza con gli atti di indirizzo dell'Unione Europea, affinché presso i centri di oncologia sia assicurato adeguato sostegno psicologico ai pazienti e ai loro familiari; • indica alla Regioni l'obiettivo di perseguire operativamente l'integrazione dell'ospedale con la rete territoriale di riferimento , in relazione a: ammissione appropriata, dimissione pianificata e protetta, partecipazione ai percorsi assistenziali integrati, fornendo specifiche indicazioni relativamente alle strutture intermedie che possono essere di diretta interfaccia tra l'assistenza territoriale e quella ospedaliera, con particolare riferimento ai cosiddetti Ospedali di Comunità. • detta parametri di riferimento in materia di strutture per la chirurgia ambulatoriale, sotto il prioritario profilo della sicurezza dei pazienti; • definisce l'Ospedale di Comunità come una struttura con numero limitato di posti letto (15-20) gestito da personale infermieristico , in cui l'assistenza medica è assicurata dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, mentre la responsabilità igienico-organizzativa e gestionale fa capo al distretto, che assicura anchele necessarie consulenze specialistiche. 4 - Attraverso numerose delle indicazioni citate, il Regolamento interviene in modo significativo sulla riorganizzazione prevista nel territorio romagnolo dopo la nascita dell'AUSL di "Area vasta" . I concetti di "Area vasta" e "reticolo ospedaliero" su cui si basa la nuova organizzazione sanitaria sono condivisibili nella misura in cui, come prevede la legge regionale 22 del 21 settembre 2013 all'art. 3 comma 7, "La riorganizzazione dei servizi sul piano assistenziale avvenga nel rispetto della programmazione regionale e territoriale, assicurando condizioni di equità di accesso e prossimità ai servizi nei confronti dei cittadini". Il documento CTSS del 15 settembre 2014 , denominato "Linee di indirizzo per l'adozione dell'atto aziendale" al paragrafo relativo alla "Rete ospedaliera", precisa inoltre che le decisioni debbano essere prese sulla basi di "Riflessioni che devono superare ogni logica esclusivamente basata sui numeri, implementare, valorizzandole, tutte le innovazioni organizzative pertinenti all'ambito ospedaliero (organizzazione per intensità di cura ma anche approccio multidisciplinare e multiprofessionale) e riconoscere le differenze territoriali, geomorfologiche, sociali ed economiche fra le città e le comunità della Romagna, che si estendono dall'Appennino alla costa". In particolare, un Sistema Sanitario autenticamente solidaristico sarà sostenibile solo se sarà in grado di dare risposte alle esigenze dei cittadini in materia di salute senza creare o alimentare disuguaglianze, e allo stesso tempo realizzare risparmi da investire nell’innovazione e nel miglioramento dei servizi. RICHIESTE In questo scenario l'ospedale "Achille Franchini" di Santarcangelo per la bassa Valmarecchia e il "Sacra Famiglia" per l'alta Valmarecchia, ricoprono un ruolo cruciale sia per alcuni servizi di eccellenza del primo, che per la posizione disagiata del secondo. Il bacino di utenza del "Franchini" va dai Comuni di Santarcange lo, Poggio Torriana, Verucchio e Bellaria-lgea Marina nella Provincia di Rimini a quelli della Provincia di Forlì-Cesena come Borghi, Sogliano, Savignano, Gatteo, San Mauro. Il "Sacra Famiglia" di Novafeltria è il punto riferimento per i Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello, per i territori limitrofi toscani e marchigiani e in particolare per i Comuni di Montecopiolo e Badia Tedalda, con una popolazione distribuita all'interno di un vasto territorio montano. Insieme i due ospedali coprono un bacino di oltre 100 mila abitanti, che in estate aumenta di almeno 50 mila unità provenienti dalla fascia costiera. Un supporto prezioso nei confronti di un'area a marcata funzionalità , che si ritrova a dover fronteggiare un rilevante afflusso turistico durante la stagione estiva. 5 Da rilevare inoltre che la Regione per prima ha dichiarato che devono essere preservati gli ospedali che hanno caratteristiche di eccellenza. In questo ambito riteniamo che l'ospedale di Santarcangelo di Romagna dimostri numeri e risultati di tutto rispetto. La chirurgia esegue 1.336 interventi all'anno, di cui una buona parte di chirurgia senologica con il trattamento di 387 neoplasie maligne, dato che porta l'ospedale santarcangiolese al primo posto in Romagna e al secondo in Regione. La radioterapia intraoperatoria (IORT) presente a Santarcangelo è un'eccellenza assoluta, che permette di effettuare una sola radiazione invece di 25 trattamenti che creano non pochi effetti collaterali alla paziente e pesano in modo notevole sul bilancio dell'Asl. Sempre nel reparto di chirurgia senologica si è messo a punto un metodo diagnostico che non utilizza più alcun tracciante radioattivo e che recentemente ha ricevuto l'autorizzazione dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) , con la conseguente redazione di un protocollo di utilizzo, entrando così in regime ordinario e permettendo di creare nella nostra realtà territoriale un teaching center per apprendere la nuova tecnica. A dimostrazione dell'ampio interesse suscitato dal nuovo metodo diagnostico , l'invito al "14th annua! meeting of the American Society of Breast Surgeons", uno dei principali congressi di senologia al mondo tenutosi a Chicago nel maggio 2013, e la pubblicazione (nel novembre 2014) di un articolo dedicato da parte dello "European Journal of Surgical Oncology'', una delle più importanti riviste scientifiche internazionali. Il reparto di chirurgia senologica, dunque, è e deve rimanere un nodo specialistico fondamentale, in un contesto di rete, nell'ambito del servizi oncologici facenti capo all'ospedale di Rimini. Dal canto suo, l'ospedale di Novafeltria ha una posizione strategica che va oltre l ’alta valle del Marecchia, poiché serve un territorio vasto che presenta le caratteristiche di zona particolarmente disagiata, e risponde dunque ai requisiti necessari per la presenza di un presidio ospedaliero previsti dal Regolamento Stato-Regioni di attuazione del Decreto Balduzzi. Riteniamo dunque impraticabile la conversione del “Sacra Famiglia” in Ospedale di Comunità o Casa della Salute, che provocherebbe un peggioramento del livello di umanizzazione dell’assistenza territoriale. Con una superficie di circa 330 kmq, l’Altavalmarecchia rappresenta il 40% dell’intero territorio provinciale della provincia di Rimini con una popolazione di circa 18.000 ab..E’ un territorio con esigenze specifiche legate ad una orografia alto collinare e montana, geograficamente e meteorologicamente ostile o disagiata, con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente dilatazione dei tempi di percorrenza. 6 Con il passaggio in Emilia-Romagna l’ospedale Sacra-Famiglia è stato oggetto di una profonda rivisitazione con investimenti importanti sulla struttura che presentava criticità in merito ai requisiti strutturali e di sicurezza legati all’accreditamento come previsto dalle norme della regione Emilia-Romagna. Con riferimento al paragrafo 9.2.2 del Decreto Balduzzi nei presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate occorre garantire un’attività di pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto per attività di medicina interna e di chirurgia generale ridotta; devono essere integrati nella rete ospedaliera di area disagiata e devono essere dotati indicativamente di:  un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri. Si specifica al riguardo che da dati ricavati da letteratura scientifica di livello internazionale (Ross J et Al. New Engl J Med 2010; 362:1110) vengono riscontarti outcome eccellenti in presidi con bassi volumi ed al contrario esiti sfavorevoli in ospedali con grandi volumi di attività. I dati riportati in questo studio rappresentano sicuramente un forte stimolo, per i soggetti istituzionali e per i decisori pubblici ai vari livelli, a riflettere in modo approfondito sulla riorganizzazione della rete degli ospedali sul territorio al fine di assicurare un buon rapporto tra accessibilità alle cure e qualità delle prestazioni sanitarie.  una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day Surgery o in Week Surgery in sicurezza e qualità. Queste funzioni, unitamente alle attività chirurgiche di Santarcangelo sgraverebbero Rimini di inutili congestioni. La necessità dell'Asl Romagna di ottimizzare l'utilizzo delle risorse è pienamente comprensibile, ma pensiamo che questo debba essere ottenuto non con tagli lineari basati solo su dati come il numero di posti letto dei singoli nosocomi, ma considerando le caratteristiche del territorio in cui questi operano , nonché le eccellenze presenti. Questo nell'ottica di promuovere lo sviluppo di una rete di servizi sanitari Rimini-Santarcangelo-Novafeltria adeguatamente distribuita tra i territori di riferimento, sulla base della definizione di reticolo, fornita dalla stessa Direzione Asl come "distribuzione di risorse, competenze e servizi secondo quanto richiesto dall'appropriatezza dell'intensità di cura, prevedendo una maggior flessibilità nell'ottica del superamento delle rigidità imposte dal modello hub and spoke". Occorre considerare, in questo senso, gli investimenti effettuati negli ultimi due anni sia dall'Asl che dalle Amministrazioni comunali per il potenziamento delle strutture di Santarcangeloe Novafeltria. 7 Perquanto riguarda Santarcangelo di Romagna:  l'acquisto della nuova Tac il 2 marzo 2013, dopo una maratona di solidarietà che ha coinvolto tutta la c ittà, permettendo di raccogliere oltre 200mila euro per l'acquisto del macchinario grazie al lavoro dell'associazione "Paolo Onofri";  l'apertura dei poliambulatori il 24 maggio 2013, per un investimento complessivo di circa 850.000 euro realizzato con finanziamenti statali, regionali e provenienti dall'Asl;  l'inaugurazione del nuovo ecografo il 25 ottobre 2013 , donato all'Unità Operativa di Medicina sempre grazie alla generosità dell'associazione "Paolo Onofri";  l'apertura della Casa della Salute il 3 novembre 2014, con cinque medici di base e l'ambulatorio infermieristico ad accesso diretto, che si completerà con il trasferimento del punto prelievi nella stessa sede al termine dei lavori di manutenzione necessari (per una spesa complessiva di circa 125mila euro);  i lavori per la ristrutturazione completa del reparto di Medicina, Lungodegenza e Post acuti, in corso di completamento. Per quanto riguarda Novafeltria:  occorre sottolineare gli investimenti effettuati in biotecnologie e qualificazione attrezzature e materiali fra i quali:  2 nuovi ecografi di ultima generazione uno utilizzato in ambito ginecologico l’altro in radiologia, con un costo complessivo di circa 150mila euro;  una nuova apparecchiatura digitale per raggi X di ultima generazione che consente di trasmettere gli esami di diagnostica per immagine online;  apparecchiature in dotazione alle ambulanze per elettrocardiogramma e trasmissione dell’esame, in tempo reale, all’Ospedale Infermi di Rimini;  nuova TAC multistrato che eleva enormemente il livello qualitativo degli esami svolti, donata grazie alle Associazioni di Volontariato, in particolare l’AOVAM, e alle forze economiche e sociali del territorio; 8  mammografo digitale diretto, apparecchio all’avanguardia del valore di circa 110mila euro;  gli innumerevoli interventi di manutenzione e miglioramento della struttura da parte dell’ASL anche in funzione dell’adeguamento alle normative e alla messa in sicurezza;  Ampliamento del day hospital oncologico per un servizio di oncologia di eccellenza che lavora in sinergia con l’Ospedale di Santarcangelo;  il rinnovamento del Punto di Primo Intervento, inaugurato venerdì 23 gennaio 2015, con un investimento complessivo di 1,3 milioni di euro circa. A dicembre 2014 è uscito il documento “Bozza dell’Atto Aziendale” in cui vengono enunciati una serie di principi generali a cui dovrebbero ispirarsi la missione dell’ente e la sua struttura organizzativa. In merito a questo noi riteniamo che: - Il fatto di non entrare nel merito e nello specifico della riorganizzazione dei servizi sanitari, restando generico, sia una mancanza in quanto da un atto aziendale ci si aspetta una esatta descrizione specifica di quella che sarà da una parte la struttura organizzativa aziendale con tutte le sue declinazioni e dall’altra l’erogazione dei servizi sul territorio ; - il “reticolo”, come descritto nell’atto, non esplicita nel merito la struttura organizzativa ed in particolar modo le responsabilità e i ruoli, rendendo non intelligibile per gli enti locali, e per i sindaci, autorità sanitaria del proprio territorio, comprendere e rilevare quali servizi verranno erogati ai cittadini, le sedi di erogazione e le modalità; - a fronte di un obbligo normativo di economicità ed efficienza, si parla inoltre, di teorico principio di riduzione dei costi; vorremmo avere conoscenza delle modalità e degli interventi che si intraprenderanno per raggiungere gli obiettivi di risparmio di spesa imposti dalla Regione. Nell'ambito della riorganizzazione dei servizi ospedalieri, per realizzare un autentico reticolo funzionale nel nord della Provincia di Rimini e nei territori attigui della valle del Rubicone e della fascia costiera, l'Unione dei Comuni della Valmarecchia chiede dunque alla Direzione ASL e alla Regione Emilia-Romagna: a) di mantenere attivi i reparti di chirurgia generale di piccola e media complessità e quello specialistico di chirurgia senologica presso l'ospedale "Franchini" di 9 Santarcangelo di Romagna, nonché mantenere attivo il day surgery chirurgico presso l'ospedale di Novafeltria, o ampliandolo a week surgery in un’ottica di chirurgia di vallata complementare e non alternativa, inclusiva e non conflittuale; b) di mantenere il presidio di Pronto Intervento “H24” presso l’Ospedale “Franchini” di Santarcangelo; c) Per l’Ospedale di Novafeltria inserimento di detto presidio all’interno del reticolo dell’Emergenza-Urgenza con le dotazioni previste al punto 9.2.2 dell’allegato al Regolamento sancito dall’intesa Stato-Regioni del 5 agosto 2014; d) di potenziare le attività ambulatoriali dei due ospedali con specialisti esterni (oculistica, urologia, fisiatria, otorinolaringoiatria , psichiatria , pneumologia, ematologia, cardiologia, reumatologia, ginecologia, neuropsichiatria infantile, neurologia, audiologia, nefrologia, terapia del dolore, ecc), per i quali si registra un evidente, crescente e preoccupante ricorso a strutture private, con prestazioni non economicamente accessibili alla totalità dei cittadini;di potenziare i servizi dedicati alle patologie croniche più diffuse, come diabetologia, dialisi, ortopedia, nonché prescrizione e collaudo di protesi (ad esempio acustiche) in loco e accertamenti preoperatori. In riferimento all’Ospedale di Novafeltria si ritiene insufficiente un solo accesso settimanale per l’ambulatorio di ortopedia e se ne chiede quanto prima il ripristino delle tre sedute settimanali; e) di rivedere la bozza di atto aziendale in modo totale attraverso un percorso di partecipazione approfondita, con il coinvolgimento degli organi politici, tecnici, delle OOSS come previsto da norma, nonché di tutte le associazioni di difesa del malato e di ogni altro soggetto che possa essere di aiuto nella formulazione di osservazioni atte a migliorare l'offerta sanitaria del nostro territorio; f) di poter discutere con i vertici della Dirigenza aziendale, o con chi per Essa, in merito alla futura possibile riorganizzazione dei servizi.

domenica 8 marzo 2015

Anna Kuliscioff: Dalla Conferenza “Il monopolio dell’Uomo”

“Potrebbe, teoricamente, sembrare che, poiché al giorno d’oggi il privilegio di qualsiasi natura – cardine essenziale di tutti gli istituti sociali, dei diritti civili e politici, dei rapporti fra le varie classi e fra l’uomo e la donna – viene discusso, combattuto e perde terreno dovunque – potrebbe sembrare, dicevo, che da ciò venir dovesse anche  un po’ di giustizia per la donna, la vittima più colpita nei rapporti sociali moderni.

Chi osserva spassionatamente i fenomeni sociali moderni deve riconoscere che la condizione sociale della donna, questo elemento così importante della civiltà, è uno dei fenomeni più tristi in mezzo alle istituzioni moderne, è un residuo di un mondo intellettuale e morale che va scomparendo dovunque. Non è con una breve chiacchierata che potrei indagare le cause di codesto fenomeno, cause molto complesse, che richiederebbero lunghi e profondi studi ed interi volumi. 
Qualunque fosse quindi l’origine dell’inferiorità sociale della donna, origine fisiologica, economica, etica, o fosse puramente un prodotto del prevalere brutale della forza, il fatto sta che ora si tratta di una questione di dominio, si tratta del privilegio di tutto il sesso maschile, privilegio e dominio che sono un vero anacronismo in un’epoca, in cui la donna ha progredito sotto tutti i rapporti e morali e intellettuali.

Il monopolio dell’uomo è troppo vasto per poterne trattare tutte le manifestazioni: in famiglia, nei diritti civili e politici e nel campo della lotta per l’esistenza, sia materiale sia intellettuale. Mi limiterò principalmente al monopolio dell’uomo nel campo della lotta per l’esistenza, dove la donna ha sempre avuto una parte notevole, ma sempre anche subordinata a quella dell’uomo.

Il desiderio sempre più manifesto della donna di rendersi economicamente indipendente è un fenomeno particolare dei tempi recenti; poiché la vita moderna spinge dovunque la donna al lavoro, per necessità economiche nella grande maggioranza delle classi lavoratrici e delle classi me- die, e per ragioni morali nella piccola minoranza delle classi dominanti.
In America c’è voluto un mezzo secolo di lavoro femminile nell’industria, nell’istruzione pubbli- ca, nelle professioni libere, nessuna esclusa, perché le donne americane ottenessero, non il diritto al voto deliberativo, che si è ottenuto in uno solo degli Stati Uniti, ma soltanto il diritto al voto consultivo nei corpi politici, nelle commissioni legislative e nelle assemblee generali. Non sono che sette anni che la legislatura del Kentuky sentiva due donne, la Benet e la Hoggart, patrocinare i diritti del loro sesso. Le donne avvocatesse di se medesime suscitarono, naturalmente, grande curiosità sia fra i deputati sia fra il pubblico accorso numerosissimo alla Camera. Gli scettici ed i maligni furono disarmati e vinti dall’eloquenza e dall’erudizione giuridica della Miss Hoggart; e lo stesso giorno fu presentato un bill, che conferiva alle donne il diritto all’amministrazione dei loro beni ed alle madri un’autorità sui figli eguale a quella del padre.

Ormai nessuna persona intelligente e di buon senso crede più ai miracoli; e le leggi vigenti, che riguardano le donne, subiranno la stessa evoluzione di tutte le altre leggi. Perché, direi colle parole dello Spencer, che “a misura che la cooperazione volontaria modifica sempre più il carattere del tipo sociale, il principio tacitamente ammesso dell’eguaglianza dei diritti per tutti di- venta condizione fondamentale della legge.”

In occasione dell'8 Marzo la rilettura del testo della Conferenza di Milano del 1890 ANNA KULISCIOFF FEMMINISTA INTERNAZIONALE ANTE-LITTERAM

Il 27 aprile 1890 Anna Kuliscioff tiene, prima donna in Italia, una conferenza al Circolo Filologico milanese di via Clerici; tema dell’incontro “Il monopolio dell’uomo”. La sala è affollata, in specie da ragazze interessate al nuovo, fuggite dalla tutela familiare e dall’ordine di non partecipare ad un incontro con una ex terrorista!
Il discorso si tenne nell'anno che precede la nascita della Critica Sociale, la rivista fondata assieme a Filippo Turati da cui prese impulso nel 1892 il Partito socialista.
A giusto titolo "Il monopolio dell 'Uomo"  e' ritenuto il manifesto del femminismo italiano: la Kuliscioff infatti fu protagonista della battaglia per l' eguaglianza delle donne nella società e non solo per la loro emancipazione, parola che lei riteneva ambigua e che a suo dire denotava anche un difetto del "sentimentalismo" femminile dietro cui si giustificava la sua debolezza, anche se certamente reale, ma imputabile a ragioni storiche e sociali profondamente radicate nel tempo e introiettate.
In sostanza, al pari della D’Hericourt ( che polemizzo' con Proudhon) e del filosofo liberale e socialista Stuart Mill, per la prima volta in Italia, alla vigilia del sorgere del socialismo, la Kuliscioff poneva sotto un' altra luce la questione della subordinazione femminile nella società e nella famiglia rispetto alla consuetudine  - anche nella sinistra e nella democrazia di allora: l' inferiorità della donna non è un fatto "naturale", antropologico, ma un fatto di natura sociale.

In questo Anna superava un confine mai valicato nella stessa cultura positivista e scientista che era la base del "progressismo" di fine ottocento. Introduceva cioè il concetto di eguaglianza sotto il profilo morale e non solo economico,introduceva cioè l'autonomia del concetto di umanità rispetto alla storia sociale. È l eguaglianza tra uomini e donne inquanto enti morali a dare legittimità alla giustizia, a renderlamisura della moralità sociale in coerenza con il diritto naturale.
Per converso, la condanna dell' ingiustizia sociale non era più concepita meramente come ingiustizia "misurabile e quantitativa", ma - con la questione femminile così posta - la questione dell' eguaglianza assumeva la qualità di un valore universale mai compiutamente raggiunto nella storia, e per questo motore continuo del movimento dei lavoratori solo se movimento anche di giustizia in generale.
Le parole di Anna quella sera di aprile del '90 conquistano il pubblico; ma a coinvolgere i presenti è soprattutto lo stile passionale con cui si esprime. Solo il lavoro sociale e retribuito al pari dell’uomo può portare la donna alla conquista della libertà, della dignità e del rispetto; mentre il matrimonio non fa che umiliarla in una dramma che le toglie la personalità e l’indipendenza.
Ella sostiene, in uno scritto successivo, che vi sono “due forme oggi imperanti di servitù della donna nei rapporti sessuali: la prostituzione propriamente detta e il matrimonio a base mercantile”.
Oggi tutto questo sembra ovvio, ma allora era considerato un vero e proprio sacrilegio, anche nel movimento dei lavoratori e non sono poche le polemiche che Anna dovette affrontare con i socialisti e persino col suo stesso compagno di vita Filippo Turati, ad esempio sul diritto al voto anche per le donne. Prova ne è che persino la " sua" Critica Sociale pubblica questa conferenza solo quattro anni dopo, nel 1894. 
Evidentemente più' che di censura, si trattava di non creare eccessivo scandalo nel nascente movimento socialista.

8 Marzo

I SOCIALISTI DI SANTARCANGELO E VALMARECCHIA AUGURANO BUON 8 MARZO A TUTTE LE DONNE !!

giovedì 5 marzo 2015

Ma questa è Italia?

Dopo 3 giorni dalle primarie del centrosinistra in Campania, non si hanno ancora i risultati definitivi. Si avranno mai? Ne dubito, non è roba seria questa !! In tutta questa indecente commedia, tra i pochi dati certi c'è quello che il nostro candidato, il socialista Di Lello, dato inizialmente sotto al 3% ha preso invece tra il 5 e 6 per cento. Non male, bravo, complimenti ai compagni!!

Fiorenzo Faini

mercoledì 4 marzo 2015

Quando anche a Santarcangelo ?

A Riccione il Consiglio Comunale aperto sul tema dell’acqua pubblica

Scaduto nel 2012, il mandato di gestione alla società Hera è stato prorogato fino a nuova decisione delle Amministrazioni Comunali della Provincia di Rimini
Redazione 4 Marzo 2015
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Seduta tematica del Consiglio Comunale dedicata al “Nuovo affidamento del servizio idrico integrato della provincia di Rimini” in programma giovedì alle 19. Saranno presenti il coordinatore provinciale Atersir Stefano Giannini e i rappresentanti del Comitato Acqua Bene Comune. Un’occasione anche per il pubblico di partecipare e fare chiarezza su un tema così significativo. Dopo l’introduzione dei relatori è infatti prevista per il pubblico la possibilità di prenotare il proprio intervento.
Scaduto nel 2012, il mandato di gestione alla società Hera è stato prorogato fino a nuova decisione delle Amministrazioni Comunali della Provincia di Rimini. Tre le alternative previste: la gestione “in house” ovvero ad una società di proprietà del Comune, l’esternalizzazione a terzi mediante bando, la costituzione di una società mista pubblico-privata.
“E’ molto importante valutare tutte le opzioni possibili tenendo conto dei costi ma anche dei benefici per il territorio e per i cittadini a medio e lungo termine - afferma l’Assessore all’Ambiente Susanna Vicarelli - per questo motivo abbiamo chiesto ad Atersir uno studio di fattibilità per valutare le tre diverse modalità di affidamento. Invito i cittadini ad essere presenti a questo momento di dialogo e confronto con la città affinchè ogni decisione sia consapevole e trasparente.”

Quando anche a Santarcangelo?

Coriano, consiglio comunale aperto sull'affidamento del Servizio idrico integrato

Il Consiglio Comunale di Coriano, all'unanimità, ha approvato un atto di indirizzo che impegna il sindaco a richiedere uno studio oggettivo ed indipendente sulla fattibilità delle diverse modalità di affidamento. Questo a tutela dei cittadini, delle amministrazioni e del futuro gestore
Redazione 4 Marzo 2015
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Si è tenuto martedì il consiglio comunale aperto, dedicato alla discussione sull’affidamento del servizio idrico integrato che la Provincia di Rimini deve affidare entro settembre del 2015 ed in generale sul tema del servizio idrico integrato. La serata è stata l’occasione per i cittadini di Coriano di conoscere tutte le informazioni utili e i dati sul servizio. Sono intervenuti per fornire un quadro più completo possibile delle peculiarità del Servizio idrico integrato nell’ambito della
Provincia di Rimini l’assessore Morri e Stefano Giannini, sindaco Di Misano Adriatico come coordinatore di Atersir locale, il comitato Acqua Bene Comune, e i consiglieri e i cittadini di Coriano in un confronto aperto di idee e posizioni.
Come ribadito in tutte le sedi, quello del Servizio Idrico è un tema molto delicato. Pertanto il suo affidamento nelle tre modalità previste, tenuto conto dei valori del costo del servizio (bollette), dell’esito referendario e delle norme applicabili, deve essere scelto secondo criteri di massima oggettività, obiettività ed indipendenza. Per queste motivazioni il Consiglio Comunale di Coriano, all’unanimità, ha approvato un atto di indirizzo che impegna il sindaco a richiedere uno studio oggettivo ed indipendente sulla fattibilità delle diverse modalità di affidamento. Questo a tutela dei cittadini, delle amministrazioni e del futuro gestore.
Qualora tale studio non venga predisposto l’amministrazione di Coriano tenendo conto principalmente del favore che l’esito referendario del 2011 ha dato all’affidamento in house, della sua fattibilità secondo i requisiti di economicità efficacia ed efficienza e delle possibili ricadute positive sul territorio, opterà per proporre l’affidamento in house, proprio perché senza conclusioni oggettive valgono esclusivamente posizioni ideologiche. L’amministrazione comunale una volta ricevuto lo studio provvederà a condividerlo nelle modalità fin d’ora utilizzate per arrivare ad una scelta che sia positiva in termini di sostenibilità economica, tecnica e qualità del servizio per Coriano.
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lunedì 2 marzo 2015

Dai reggiani un altro esempio virtuoso

Oggi la stampa riporta una notizia che in molti, finora, hanno solo sognato: a Reggio Emilia, hanno deciso di cancellare una serie di aree classificate dal piano regolatore come edificabili, riclassificandole a uso rurale.
La cosa sorprendente è che, tale ipotesi, sia stata condivisa dai titolari dei 32 ettari di terreno interessati all’industrializzazione o alla destinazione residenziale, affinché tornino ad essere terreni agricoli.
Una rivoluzione! Un’inversione di tendenza che, ci si augura, sia d’esempio ad altre città italiane. Bravi, gli amministratori e i cittadini reggiani! Un applauso!


Alessandro Guidi