domenica 27 febbraio 2011

Dopo il berlusconismo tornerà la politica



Una considerazione sullo stato delle cose e una sulla possibile loro conseguenza. La magistratura ha nelle mani il presidente del Consiglio, il quale si difende con un attacco senza precedenti alle ‘toghe rosse’ in diretta televisiva. Un noto giornalista televisivo, intelligente, ma schierato politicamente, annuncia di scendere in piazza con un altro famoso predicatore per inneggiare alla procura di Milano, mentre il presidente della Camera è oggetto di un’offensiva politica sulla vendita di una casa a Montecarlo alla quale si prestano il ministro degli Esteri e il presidente del Senato. Dal canto loro il Csm e l’Anm gridano alla violazione della Costituzione.
Siamo di fronte alla più grave crisi istituzionale e di poteri della storia repubblicana, solo paragonabile a quella del cosiddetto biennio giudiziario del 1992-94. E ci sono anche gli stessi protagonisti di allora, le stesse accuse, gli stessi slogan, le stesse chiamate in piazza, lo stesso identico clima. Con una sola non marginale differenza. E cioè che mentre i partiti di allora erano ormai alla frutta, Berlusconi e la sua coalizione tengono ancora e pare riescano a convincere, ancora, la parte prevalente degli italiani.
La possibile conseguenza della fine del berlusconismo (se ci sarà, ma prima o poi ci sarà) è chiara. Non ci sarà un’alternativa politica di sistema al berlusconismo. Ci sarà il crollo di un sistema. Come avenne allora, a seguito del crollo del muro di Berlino e della fine, in Italia, del Pci. Questo sistema è nato in quelle circostanze e fu accellerato dell’indagine di Mani pulite. Come il vecchio sistema politico, che era fondato sull’alternativa tra comunismo e anticomunismo, si sgretolò dopo la fine del comunismo, questo sistema, che è fondato sul contrasto tra berlusconismo e antiberlusconismo, si sfalderà con la fine del berlusconismo. E forse, solo allora, si capirà tutto il tempo perduto. E si comprenderà che le identità politiche italiane ed europee non erano da affossare, ma solo da rinnovare. Che l’Italia è un paese europeo e non americano o africano. Che c’è bisogno di soggetti democratici che rappresentino delle storie. E che l’eterna anomalia italiana, prima costituita dalla mancanza di un’alternativa democratica per la presenza del più forte partito comunista d’Europa, e poi da soggetti politici inesistenti altrove e dal doppio conflitto d’interessi di Berlusconi e della magistratura, dovrà lasciare il posto, finalmente, alla politica.
Mauro Del Bue

La crisi del Berlusconismo

IL GIUSTIZIALISMO CONTINUA A FARE PAURA

Non so se e per quanto tempo i sondaggi indicheranno che gli scandali non disgregano affatto la base elettorale del centro destra. Certo è che tra le molte (e credibili) spiegazioni del fenomeno, i commentatori ne hanno sottovalutate due. La prima è quasi ovvia. Moltissimi italiani non leggono i giornali e guardano distrattamente una televisione che certo non è interessata a dare spazio agli scandali. Quindi, semplicemente, sono per il momento poco informati. La seconda spiegazione, più duratura e più politicamente importante, è la repulsione verso il giustizialismo.
Senza approfondire il fatto che l’oggetto delle indagini è ben diverso, molti elettori vedono nell’azione della magistratura milanese il replay del 1992-94. Anche se, come diceva Lenin, quando la storia si ripete, la tragedia si trasforma in farsa. Come allora, vedono il protagonismo di una magistratura politicizzata (sempre la stessa e sempre con Di Pietro come paladino); assistono al circo “mediatico giudiziario” (il giornalista più visibile è ancora Santoro), all’uso “border line” con la legalità degli strumenti di indagine, a un enorme dispiegamento di mezzi finalizzato a raggiungere l’obbiettivo prefissato. Anche i vescovi se ne sono accorti. Lo avessero fatto nel 1993! Parlano adesso, ma tacevano quando la farsa di oggi era, appunto, tragedia e gli innocenti si suicidavano in carcere, dove venivano rinchiusi allo scopo di estorcere la confessione.
Nell’immaginario collettivo, c’è la percezione (che la destra lavora a rafforzare) di uno scontro esclusivamente a due, dove da una parte sta Berlusconi, dall’altra non un centro sinistra confuso, bensì la procura di Milano, che come nel 1992-93, assume il ruolo politico e mediatico di guida.
Tutto questo non piace a quegli elettori che per reazione a Mani Pulite già una volta hanno fatto vincere Berlusconi. Non piace ai molti che da una parte vedono un presidente del Consiglio screditato e penoso; dall’altra, una magistratura che fa loro non pena ma paura. E che per questo continuano a preferire Berlusconi come il male minore. L’handicap per il centro sinistra è aggravato dal fatto che i “neo giustizialisti”, mentre ritrovano nella Procura di Milano la loro guida, non cessano di offendere gli ex elettori socialisti e democristiani (in “non faciendo” e “in faciendo”): non recuperando la cultura socialista e democristiana in nome dell’inconcludente “nuovismo” del PD; riproponendo, come nella emblematica manifestazione di Lissone, gli insulti e le sceneggiate di vent’anni fa contro i leader simbolo, come Craxi, di questa cultura.
In tal modo, si assiste a una polarizzazione devastante, dove i due poli estremi si sostengono a vicenda. Da una parte, il fronte degli “impuniti” legittima, con la sua impermeabilità al senso del limite e del decoro, il fronte della procura di Milano. Dall’altra, questo fronte (più perché evoca il dipietrismo che per i comportamenti attuali) spaventa una parte degli elettori i quali vengono così spinti a difendere in pratica l’impunità stessa. Le posizioni intermedie sono sovrastate dallo schiamazzo assordante delle due fazioni in rissa, ma non per questo scompaiono. Anzi, silenziosamente aumentano i cittadini che le condividono, sino a poter diventare una maggioranza per il momento silenziosa, appunto, ma non per sempre:silenziosa soltanto sino a quando qualcuno non la guiderà e non le darà voce. Sempre di più,gli italiani, disgustati, non vogliono ascoltare le bocche spalancate nell’invettiva: né quelle dell’una, né quelle dell’altra fazione. Sempre di più hanno un sogno: veder sparire finalmente il giustizialismo e il populismo di destra (da vent’anni figli l’uno dell’altro), veder tornare la politica e i partiti di stile europeo al posto delle urla, della personalizzazione e dei demagoghi di stile sudamericano. Tra i leader politici, forse Casini è quello che più percepisce questo stato d’animo e si appresta a intercettarlo.
In una minoranza consapevole e sofisticata, si affaccia infine ormai anche un’altra considerazione. Tale è il disastro provocato da quasi vent’anni di anti politica che, senza una adeguata preparazione, la scomparsa di Berlusconi rischia di aggravare, non di risolvere la crisi italiana. Lo spiegava una fonte non sospetta di Berlusconismo: Ilvio Diamanti su La Repubblica. A Nord,dilagherà la Lega. Il PD rischierà di trasformarsi, a mio parere, in una “Lega del centro”, guidata da amministratori (vedi Renzi) che ripetono in sostanza la retorica populista, anti politica e localista inventata in Padania. Il Sud (hic sunt leones) sarà terra di conquista per le bande clientelari. Non più frenate neppure da una sembianza di partiti organizzati, magari alimentate da una “retorica sudista” contrapposta a quella leghista.
Il centro sinistra ha flirtato con la Lega e con un “federalismo” di cui tutti si riempiono la bocca senza sapere in realtà quali effetti pratici possa avere. Se si continua così, il risultato finale è facilmente prevedibile. Più o meno lenta disgregazione dello Stato.”
Amministratori di condominio” e “amministratori termiti” a livello locale, che accompagneranno pochezza a presunzione, provincialismo a demagogia, potere illimitato a limitatezza di orizzonti, che moltiplicheranno il debito pubblico complessivo e aumenteranno le imposte o apertamente o surrettiziamente (gonfiando le tariffe dei servizi). Governi centrali senza più né i mezzi, né la “vision” per grandi progetti e investimenti infrastrutturali che arrestino il declino del Paese.

Ugo Intini
 

mercoledì 23 febbraio 2011

Il Pane e le Rose....dedicato alle donne del 13 febbraio!

IL PANE E LE ROSE





Mentre avanziamo marciando nello splendore del giorno

Si aprono al sole migliaia di cucine piene di fumo

Milioni di grigi solai pieni di lavoro

E tutti ci sentono cantare: pane e rose, pane e rose



Avanziamo marciando e marciando

A lottare anche per gli uomini perché sono figli nostri

E grazie a noi torneranno a vivere

Una vita che conoscerà la dolcezza



Come i corpi anche le anime

Possono morire di fame

Per questo vogliamo pane

Ma vogliamo anche le rose.



Mentre avanziamo nella nostra marcia

Innumerevoli donne che non sono più di questa terra

Gridano nel nostro canto

L’antica richiesta del pane;

i loro spiriti, sfiniti dal lavoro,

conobbero poco l’amore e la bellezza.

Ma non è solo per il pane che lottiamo,

lottiamo anche per le rose.



La rivolta delle donne è la rivolta dell’umanità

Non più schiavi e oziosi,

non più dieci che lavorano e uno che riposa

ma la divisione fra tutti delle gioie della vita:

il pane e le rose.

sabato 19 febbraio 2011

Grazie Eros

Ringrazio di cuore anche a nome di tutti i Socialisti di Santarcangelo il nostro caro amico e compagno Eros Tonini che  ha deciso di lasciare con largo anticipo il suo mandato di consigliere comunale.
Decisione sofferta ma inevitabile per i sempre più pressanti impegni familiari e professionali sopraggiunti negli ultimi mesi.
La sua presenza nelle istituzioni santarcangiolesi, che era alla sua seconda esperienza, avendo gia ricoperto l'incarico di consigliere nel periodo 1999-2004, è sempre stata all'insegna della più limpida tradizione degli amministratori Socialisti, fatta di impegno, serietà, concretezza e alto senso civico, lontana mille miglia da faziosità, settarismi e demagogia che sempre più inquinano la  lotta politica.
Ringrazio Eros anche per questo e sono convinto che la buona semina darà i sui frutti.

Fiorenzo Faini
Seg. PSI  Santarcangelo di R.

Lombardi e il Fenicottero

Per una Società  Diversamente ricca

Presentazione di
"Lombardi e il Fenicottero"

Interverranno:  Carlo Patrignani, autore del libro e giornalista
                       Anna Falcone, Direzione Nazionale PSI
testimonianza di: Pietro Caruso, giornalista ed ex Presidente nazionale FGSI

Domenica 20 febbraio
ore 16,30 Sala Del Buon arrivo,
Corso d'Augusto 231 Rimini

martedì 15 febbraio 2011

BATTERE I CHIODI CON IL SAMOVAR

( Da Mondoperaio 14/02/2011)

Quando si celebrò il Centenario ero al liceo, e non era festa. Il preside organizzò una lezione in aula magna. Era il padre di un caduto repubblichino, ma sulla facciata della scuola campeggiava la lapide commemorativa del figlio del custode, che invece era morto fra i partigiani. Già l’anno prima il preside aveva avuto la sua gatta da pelare, quando, col governo Tambroni in carica, si celebrava il quindicesimo anniversario della Liberazione. Ma il 25 aprile era festa, e lui se la cavò mandando alla manifestazione indetta dal Comune la bandiera della scuola, scortata dal direttivo dell’associazione studentesca e dall’insegnante di ginnastica, che era missino. Per il Centenario era più complicato, perché doveva scegliere l’oratore fra i quattro docenti di storia, uno dei quali era stato l’estensore del Manifesto della razza, mentre un’altra era la vedova di un giellista morto suicida in carcere. Degli altri due uno era saragattiano, l’altro liberale. Optò per quest’ultimo, che ci inflisse un’ora di lezione sui meriti di Cavour. Alla fine, più per spirito di contraddizione che per altro, ebbi l’impulso di fare “qualcosa di sinistra”, ed intonai l’inno di Garibaldi.

Il modesto episodio autobiografico mi è venuto in mente assistendo all’incredibile dibattito sulla festa del 17 marzo, e soprattutto ascoltando le chiacchiere sulla “memoria condivisa”. Nel 1961 le memorie di repubblichini e partigiani, razzisti e giellisti, fascisti e antifascisti, perfino “cavourriani” e “garibaldini”, erano ben vive e ben separate. Ma era condivisa la prospettiva della ricostruzione, del riscatto nazionale, della pace da conservare e del benessere da conquistare. Era condivisa, soprattutto, la Repubblica da poco edificata; e c’era la politica, che nonostante divergenze ideologiche epocali univa più che dividere. Adesso ci sarà pure la “memoria condivisa”, ma c’è un governo che prima istituisce la festa e poi si divide sulle forme della sua celebrazione. Adesso, insomma, il problema non sono le folcloristiche memorie separate di neoborbonici e leghisti, ma l’assenza di una prospettiva politica. Il governo resta in carica finchè uno dei suoi componenti non avrà “portato a casa” una riforma dello Stato intesa come trofeo di guerra. E l’opposizione tratta questa riforma come merce di scambio per avere un governo diverso.

La politica ha ceduto il passo alla propaganda. Viene in mente quello che diceva Sklovskji quando contestava a Stalin di volere “battere i chiodi con il samovar” ed usare l’arte per la propaganda: un errore non in nome “dell’arte per l’arte”, ma “della propaganda per la propaganda”. Anche ora, pare, c’è da difendere almeno l’autonomia della propaganda, se non quella della politica.

LUIGI COVATTA

lunedì 7 febbraio 2011

Intervento del Consigliere Eros Tonini PSI - Bilancio 2011

 
Consiglio 1 febbraio 2011  -   Bilancio 2011

Purtroppo andiamo in approvazione con l’incognita degli oneri di urbanizzazione per i prossimi mesi, nessuno di noi Sindaco e Assessore in testa avrebbe voluto trovarsi in questa situazione d’altra parte andare in esercizio provvisorio sappiamo rende la vita difficile agli uffici, di fatto si possono fare spese solo per pochissime cose quindi si paralizza l’attività. La raccomandazione di abbassare la % di utilizzo degli oneri di urbanizzazione per coprire la spesa corrente che ribadiamo ogni volta è quanto mai attuale e auspicabile, occorre però anche ammettere che questa % si è ridotta rispetto il passato. Certo pensare che l’attuale normativa dà la possibilità di destinare il 75% degli oneri alla spesa corrente e fra due mesi riduca a zero questa % mi sembra una soluzione quanto meno   poco intelligente che metterebbe in difficoltà credo un altissimo numero di amministrazioni comunali bloccando miliardi di investimenti insomma un” toccasana”per il rilancio dell’economia. Guardando in casa nostra  se il DPCM azzererà questa %  occorrerà andare in variante per il riequilibrio come suggeriscono chiaramente anche i Revisori nella relazione dove viene dato parere favorevole al bilancio di previsione 2011.
Riguardo l’emendamento proposto  avremmo voluto una riduzione della Tarsu  come segnale ai cittadini per il buon andamento della raccolta differenziata, ma come ho detto in precedenza il non aumento già previsto da ATO è un segnale positivo. Poiché il contratto ATO/HERA prevede un incremento del 4.9% rispetto all’anno precedente fino al 2012 con l’emendamento proposto abbiamo riportato la previsione di bilancio entro i limiti di quel 4.9% ed eventuali aumenti compensazioni o quanto altro dovranno essere rendicontati (compreso i costi del conferito i ricavi derivanti dalla vendita del differenziato…) così facendo con i 20.000 € ottenuti abbiamo deciso di indirizzarli al fondo per il contributo agli affitti. Si può continuare a far finta di niente oppure vedere quali sono i segnali, perché di segnali si parla principalmente , da una parte l’inizio di quello che dovrà essere un controllo puntuale e costante di HERA ( fra qualche giorno c’è la commissione sull’istituzione dell’uff. controllo servizi esternalizzati) occorrerà partire dal contratto che prevede aumenti annui ben al di sopra dell’Istat e che non premia i singoli Comuni qualora siamo più bravi di altri nella raccolta differenziata ma guarda le % a livello provinciale. L’indirizzo di questi 20.000 € al fondo per i contributi sugli affitti oltre ad essere estremamente utili sono un ulteriore segnale di quello che è un tema molto sentito da noi socialisti: i Servizi Sociali,  anche in questo caso da tempo diciamo di voler una rendicontazione di quanto fatto dall’ ASL ( il dirigente mi ha dato la documentazione dell’anno passato) ospitando magari in Consiglio i dirigenti dell’ASL e legare magari la liquidazione di quanto dovuto solo dopo una precisa rendicontazione  di come sono state spese le risorse programmate, specialmente se vengono richiesti aumenti in corso d’anno………..
….. il fatto di delegare i servizi socio assistenziali all’ASL unica provincia  nella Regione ci fa sentire lontani, magari gli importi che paghiamo solo assolutamente congrui. ……..
Noi riteniamo comunque necessario fare  una riflessione su questi servizi specialmente alla luce degli ultimi eventi sull’ ASP Valmarecchia, già lo scorso anno quando è venuto il Dr. Tonini dell’Asl avevamo fatto questi rilievi, oggi sono quanto mai di attualità, l’ASP potrebbe essere l’ambito ideale per la gestione di questi servizi per la Valmarecchia, naturalmente i servizi socio assistenziali verrebbero affidati a cooperative specializzate, come del resto succede adesso ma  con un passaggio in meno, che se non ci porta economie di spesa quanto meno un miglior controllo sulla qualità dei servizi credo sia assicurato.

Il bilancio ottenuto il parere favorevole da un punto di vista contabile credo debba avere principalmente una valutazione politica, in fin dei conti è il Rendiconto economico di quello che è il programma della coalizione di governo (certo una bella fetta è data dalla spesa corrente….quindi non c’è programma elettorale che tenga.)  Di conseguenza vi trovano spazio alcune cose del ns programma che sono già avviate altre ci auguriamo troveranno realizzazione in seguito………………..
……………………………
C’è  sono il sostegno alle imprese con il contributo ai fondi di garanzia
C’è il sostegno alla famiglia anche l’emendamento va in questo senso , poi le politiche per la casa il ritorno finalmente dell’edilizia convenzionata, il PSC avrà tanti difetti ma l’introduzione della perequazione bisognerà ammettere che è un bel risultato sia per il problema casa dei giovani sia per creare un patrimonio per l’amministrazione.
C’è il sostegno agli anziani con sgravi contributi, sostegno rette……….
C’è la scuola con un programma di edilizia scolastica invidiabile e speriamo realizzabile
C’è il sostegno allo sport con investimenti in strutture e alle associazioni che non mi stancherò mai di ripetere, per quanto sia importante anche lo sport agonistico, principalmente l’impegno dell’amministrazione deve andare nei confronti dei bambini e delle fasce più deboli e premiare quindi nei contributi ecc… quelle associazioni che fanno veramente promozione per queste categorie e non quelle che pensano già allo sport a livello agonistico con ragazzini di 10/12 anni.
C’è la cultura, è ormai ultimato il nuovo Palazzo della Cultura, che non è che un tassello della politica culturale della nostra città, che definirla attiva è sicuramente riduttivo, gli eventi , i musei non credo abbiamo bisogno di altre parole, c’è invece la fondazione FoCus, quale agenzia culturale/operativa che merita una riflessione, verificando quale ruolo darle, un’unica regia dal punto di vista organizzativo e gestionale lo ritengo positivo…… andare oltre non saprei.
Parlare di cultura non si può fare a meno di parlare di turismo, perché a Santarcangelo il patrimonio culturale è una ricchezza turistica probabilmente ancora sottovalutata.
Non credo però che dobbiamo parlare del turismo solo a Santarcangelo ( anche all’Unione) dobbiamo parlare del patrimonio culturale, ambientale, enogastronomico che la Valmarecchia ha e che dobbiamo saper valorizzare al meglio…. Non dico che non ci siano politiche in questo senso…
Oltre ai contributi per la riqualificazione dei centri commerciali naturali sia per i privati che per il pubblico, gli investimenti per il patrimonio artistico e culturale (ho appena citato la nuova biblioteca) e ancora se non sbaglio gli strumenti urbanistici che prevedono bonus sulle cubature per chi realizza hotel… sono tutte politiche che vanno in questo senso non ultimo l’inserimento di Snatarcangelo fra le citta Slow, quello che manca probabilmente è credere veramente che abbiamo un grande potenziale, pensate al nuovo Palazzo dei Congressi che aprirà a breve a Rimini, le sinergie con gli ospiti di eventi congressuali è enorme secondo me. Torno al concetto iniziale non dobbiamo pensare solo di portare turisti a Santarcangelo ma dobbiamo portarli in Valmarecchia, dobbiamo promuovere un territorio che va da S.Agata Feltria a S.Leo, Verucchio, passando naturalmente dalla cittadella del Teatro di Santarcangelo. Alla fiera di S.Martino se non sbaglio c’era lo stand della Val di Sole e non quello di Marilleva (naturale perché è l’intero territorio che va promosso) ad es., ricordo alcuni anni fa alla Fiera delle Città d’Arte di Ferrara (non so se partecipiamo ancora) c’era lo stand di Santarcangelo e più in là quello di Verucchio, che senso ha la promozione e la comunicazione singola occorre promuovere tutto il territorio, quindi credere in un programma al quale tutti gli attori di tutta la valle pubblici e privati lavorare. ………
Parlando di Unione dei Comuni , è giunto il tempo di premere l’acceleratore, vuoi perché i contributi scarseggiano vuoi perché dopo ormai 9/10 anni o ci si crede o tutti a casa se non riusciamo a fare la Valmarecchia figuriamoci l’Europa. Santarcangelo è il terzo comune della provincia, il primo dell’entroterra e potrebbe e dovrebbe giocare un ruolo chiave per l’intera valle non a 4 ma a 11 comune……….

Eros Tonini       Consigliere comunale  PSI

sabato 5 febbraio 2011

Sulla riduzione della Tassa Rifiuti


Sulla riduzione della Tassa Rifiuti

Come avviene da un po’ di tempo a questa parte, puntuale come un orologio svizzero, è arrivato l’attacco della Lista Civica nei confronti di noi Socialisti, questa volta a proposito del mancata diminuzione della Tassa Rifiuti TARSU

È  vero, era nei nostri obiettivi una riduzione di questa tassa almeno per le utenze private a fronte di un forte incremento della raccolta differenziata nel nostro Comune.
E  ci eravamo dati due obiettivi, che fosse di entità significativa e non fosse a carico del bilancio del Comune e quindi in definitiva della collettività.

Purtroppo a causa dei vincoli di bilancio e di natura contrattuale con HERA la somma prelevata dal capitolo di questa società  non portava a quella riduzione apprezzabile della TARSU per tutte le utenze private come era nostra intenzione fare, per cui si è preferito dirottare  i 20000 euro disponibili al fondo degli affitti che da 75000 euro è passato in questo modo a 95000 euro con un aumento non trascurabile del 26% evidenziando in questo modo la costante attenzione che come Socialisti poniamo alla spesa sociale.

Rimane comunque, al di là del fatto contingente, inalterato in tutta la sua  portata il problema Hera, che primi come forza politica  -  così come avvenuto con la difesa della nostra Casa Protetta sollevato fin dal 2003  -  abbiamo posto all’ordine del giorno del dibattito politico cittadino pretendendo che venisse inserito nel programma amministrativo.   E’ ancora grazie ancora al PSI che abbiamo tutti incominciato ad affrontarlo, ma occorre essere  consapevoli della sua complessità e del fatto che siamo di fronte ad un colosso economico e finanziario creato dalla politica e che ora condiziona gli stessi poteri pubblici.

Tutti gli altri, compresi gli amici della Lista Civica si sono accodati in un secondo momento, con maggiore o minore convinzione e con maggiore o minore tempismo.                                                                                                E spiace costatare come non si capisca che è questo il vero problema e non quello della sterile polemica contro il PSI con l’unico scopo, apertamente strumentale, di indebolire attraverso l’attacco indiscriminato al partito più piccolo della coalizione , questa maggioranza voluta dai cittadini.

In questo quadro si inseriscono gli strumenti di verifica e di controllo  a tutt’oggi messi in campo nella ricerca della massima condivisione tra le forze politiche ma con l’altrettanta convinzione da parte nostra di cambiare strada se quella intrapresa non porterà a nulla di concreto.

Tutto il resto amici della civica è solo meschinità e pochezza politica, ma siamo sicuri che i cittadini avranno la maturità per capire tutto ciò.


Fiorenzo Faini    Seg.  Comunale PSI

venerdì 4 febbraio 2011

Unificare la Valle del Marecchia

Riportiamo ampi stralci dell’intervento dell’avv. Bianca Barbieri in occasione dell’incontro pubblico sulle prospettive della Valle avvenuto nei giorni scorsi nel teatro di Novafeltria e che rispecchia esattamente la  posizione di noi Socialisti di Santarcangelo e Valmarecchia.

Fiorenzo Faini Seg. PSI Santarcangelo e Valmarecchia


 Nostro compito: unificare di fatto la valle del Marecchia , per il bene di tutti


Dopo la legge 117/09 che ha approvato il passaggio dei nostri sette Comuni alla Regione Emilia Romagna, il Comitato “ unavalmarecchia “si è più volte posto il problema se continuare o meno la sua opera, visto che era stato raggiunto il risultato, ma ogni volta trovava validi motivi per proseguire.                                              Non si è mai dimenticato che il Comitato, oltre che il cambio di Regione ha voluto contestualmente riaffermare un principio che ha informato ogni sua azione : l’unitarietà della vallata.
Questo nostro obiettivo è stato ampiamente condiviso sia dalla Regione Emilia Romagna che dalla Provincia, consapevoli del beneficio che ne sarebbe derivato a tutta la popolazione sotto ogni aspetto, da quello economico a quello culturale a quello sociale.
Purtroppo talvolta le istituzioni locali , che pure avevano contribuito in maniera determinante con le analoghe delibere di richiesta del referendum, hanno sacrificati questa visione, impegnate in una fase difficile, quella di transizione, che doveva conciliare gli obiettivi sovra comunali con le esigenze quotidiane di problemi contingenti che assorbivano energie e risorse.
Ma il nostro impegno continuerà  fino a quando l’obiettivo non potrà considerarsi raggiunto e cioè l’unificazione di tutta la Val Marecchia, anche e soprattutto con gli altri quattro Comuni  dell’Unione Santarcanegelo , Veruccio ,Torriana e Poggio Berni.
Quest’ultimo risultato è più difficile da raggiungere, e presenta maggiori complessità, ma sarà pur sempre possibile.
La condizione essenziale sarà tuttavia quella di prendere atto della particolarità del nostro territorio, in positivo e in negativo, abituandoci a tentare di risolvere i nostri problemi con l’unione di tutti i sette Comuni , per poterci poi raffrontare anche con gli altri in maniera più coesa e disponibile, capace di offrire soluzioni vantaggiose anche per loro.
In questo senso c’è ancora molto da fare, ma questa è l’occasione per valorizzare l’intera vallata, che potrà mostrare di superare quelle difficoltà che la collocazione geografica aveva impedito alle istituzione marchigiane di valorizzare appieno in un’ottica di integrazione che era innaturale e che ora può trovare piena attuazione.

Avv. Bianca Barbieri    Comitato  “ UNAVALMARECCHIA”