PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
MOZIONE
Oggetto: Ricostituzione della Banda Musicale cittadina intitolata al Maestro Serino Giorgetti.
- Al Signor Sindaco del Comune di Santarcangelo di R.
Signor Mauro Morri
- Al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Signor Luigi Berlati
- Ai Signori Consiglieri
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Quando l’8 Settembre 1828 “pel fausto avvenimento di essere stato innalzato Santarcangelo al grado di Città - per concessione del Papa Leone XII - coll’intervento di tutte le autorità del Luogo, del Clero, e di tutti i più rispettabili cittadini... La Banda Musicale colle sue armonie accorse ove le Autorità ed il Popolo si agglomeravano per solennemente festeggiare un dono Sovrano di tanta importanza” (si sente l’entusiasmo con cui Elia Gallavotti lo riferisce nel suo Giornale di notizie risguardanti Santarcangelo di R. 1700-1905, p. 117);
Quando il 24 Giugno 1859 venne festiaggiato “il cangiamento di Governo per l’abbandono del Reggime Pontificio, di appoggio alla R. Casa di Savoia”,
la Banda non c’era
si avverte il rammarico di Elia Gallavotti (presente personalmente all’avvenimento) perchè mancava dice “il principale ornamento di qualunque Paese” (così la definisce la Banda Musicale Elia Gallavotti);
Quando l’altro giorno, 16 Marzo 2011, nella festa del 150° dell’Unità d’Italia, settecento bambini in Piazza Ganganelli cantavano l’Inno Nazionale, mancava la Banda Musicale, “il principale ornamento di qualunque Paese”
LA BANDA,
perchè poche cose esprimono e sollecitano un senso di felicità condivisa ed euforica, quasi esplosiva, quanto i Concerti della Banda Musicale sulla Piazza di un Paese. Viene da pensare alla storia del “pifferaio magico”, cioè a una sorta di seduzione collettiva, che la Banda esercita sugli astanti. Le ragioni di questo senso di festa e di ebbrezza, stanno nella universalità di questo messaggio. Non tanto o solo per il fatto musicale, ma perché questa musica non fa discriminazioni fra adepti, intenditori, e persone totalmente ignare delle formule da pentagramma. Forse perché la banda, composta di soli fiati e percussioni, esprime la gamma di sonorità che può esprimere il corpo.
Bussando sul nostro torace, o schiaffeggiando le guance o altre parti del corpo, noi otteniamo suoni di percussione. Il fiato poi modula tante cose, dal sussurro al grido, con o senza parole. La nostra voce viene dal mantice del respiro. Così, anche la Banda è un corpo. La Musica è femmina, perchè sorgente prima, procreatrice. Parla il nostro linguaggio ancestrale. Le forme della sua comunicazione appartengono a tutti. Non ci si può non riconoscere.
E il corpo, indipendentemente dal ruolo sociale della persona, è una prima ragione di condivisione di identità della specie. Così, ascoltando una Banda, cadono immediatamente tutte le barriere che abbiamo innalzato per essere diversi. Non c’è nulla dunque di più popolare, di più egualitario, di più democratico. Anche perché non c’è nemmeno la distinzione generazionale. Il concerto bandistico esalta in egual misura adulti e bambini e in questi ultimi specialmente, perché più liberi, si esprime come euforia del movimento, ecco le défaut dell’altra mattina in piazza.
Ma l’intergenerazionalità non è solamente dalla parte degli ascoltatori, ma anche dalla parte dei suonatori. Nei paesi che si possono pregiare di una Banda Musicale, le diverse generazioni condividono un’unica esperienza.
L’adolescente suona a fianco del settantenne, e la loro vicinanza, anche nello sfilare, è già una lezione etica. Alta condivisione etica. Una lezione di bellezza. Se poi si pensa che queste generazioni vivono insieme per lunghi periodi nei tempi dello studio e delle prove, ecco, si arriva a dire che il paese ha in sé una scuola di vita: alta pedagogia.
Piuttosto che lo studio, appartato e privato, tanto costoso a volte da essere riservato a pochi privilegiati, ecco, la Banda è un accesso al fatto musicale ancora una volta popolare. Per tutti: con o senza portafoglio. Se poi qualche ragazzo ha talento, potrà essere incoraggiato per il conservatorio.
E anche questo, nel nostro territorio, per fortuna non è stato ancora privatizzato. Là, se vuole, potrà trovare anche un corso di perfezionamento per corpo bandistico. Quindi accedere a concorsi nazionali e internazionali. Potrà insomma, magari, anche trovare un mestiere. E ne saremmo orgogliosi, come paese. Perché la banda esprime anche una identità territoriale, e nondimeno una identità nazionale. I nostri più grandi musicisti (Verdi, Mascagni), Verdi soprattutto, hanno inteso la Banda proprio così.
E studiando per Banda si studia anche la storia. La nostra storia unitaria che è passata attraverso tutti i paesi. E si fa storia: storia di un paese. Dei suoi accadimenti più rilevanti (felici, o anche non). Chi suona, e chi ascolta, potrà dire: io c’ero.
Certamente c’era e c’è stato
Serino GIORGETTI (Santarcangelo di R. 1911-1994), diplomato al Liceo Musicale di Bologna, violinista, direttore di banda e compositore.
Alla morte del suocero Giulio Faini (1935), anch’egli, santarcangiolese (la Scuola di Musica cittadina porta il suo nome), prese in mano le redini della Scuola di Musica e del corpo Bandistico locali, che mantenne fino al 1974.
Formò, curò e diresse il gruppo corale dei «canterini» di Santarcangelo di R.. Egli stesso compose alcune cante. La più nota di queste è Chenta Rumagna, su testo dialettale di Paolo Bezzi.
Gli eredi del maestro Giorgetti hanno donato, alla fine del 2010, al Comune di Santarcangelo di R. (notizia apparsa anche sul foglio locale) vario materiale musicale ed archivistico (tra cui studi e musiche del Maestro, anche inedite).
Detto materiale è conservato ora dalla Biblioteca comunale “A. Baldini”.
Credo che ben possa la ricostituenda Banda Cittadina fregiarsi del nome di questo grande Maestro.
E anche per ricordarlo, naturalmente.
Ciò detto e pour cause
si CHIEDE
che il Consiglio Comunale impegni la Giunta a che:
1 - venga ricostituita la Banda Musicale Cittadina e porti il nome di Serino Giorgetti;
2- venga destinato, allorchè si liberi, parte del fabbricato, attualmente occupato dalla Biblioteca Comunale, a sede della ricostituita Banda Musicale Cittadina e, all’uopo e di conseguenza, anche quale sede della vigente Scuola di Musica, versando pur’anche in locali non più adeguati.
Cordialmente
Santarcangelo di R., 29 Marzo 2011
Angelo Trezza
Consigliere Comunale