giovedì 30 giugno 2011

La Nato è a corto di idee e di armi

(Peacereporter 29/06/2011 - Andrea Sessa)
I vertici dell'alleanza chiedono aiuto alla Germania: le bombe scarseggiano e la credibilità della Nato precipita

Che la Nato senza gli Stati Uniti sia una pecora zoppa, non è una sorpresa. Ciò che stupisce, invece, è la limitata riserva di armamenti in possesso degli alleati. In verità, le difficoltà economiche e l'allarme sullo svuotamento degli arsenali nella guerra contro la Libia erano affiorati già ad aprile, a meno di un mese dall'inizio delle operazioni (19 marzo) che per i primi giorni hanno visto coinvolti direttamente anche Washington.


Due mesi fa, il Washington Post ridicolizzava la potenza di fuoco di Regno Unito e Francia in testa e degli altri alleati europei a seguire, incapaci di sostenere "una piccola azione militare" per un prolungato periodo di tempo. Un limitato numero di aerei da combattimento, il continuo controllo di spesa nel lancio di missili (che comunque continuano a provocare vittime civili che la missione dovrebbe invece proteggere) hanno permesso a Muammar Gheddafi di rimanere relativamente tranquillo nel centro di Tripoli. La Nato sta mostrando, forse, quella che è la sua vera natura: una pura dama di compagnia degli Usa nelle campagne di aggressione, un velo allargato sulla volontà di potenza di Washington efficace solo quando è schierata al fianco dell'esercito più armato del pianeta.


A Bruxelles non splende il sole e, secondo indiscrezioni rivelate dal settimanale tedesco Der Spiegel, i vertici dell'alleanza atlantica avrebbero chiesto aiuto a tutti i membri e soprattutto alla Germania. La macchina da guerra (che senza gli Stati Uniti non è la più potente del mondo come si è abituati a credere) ha bisogno di tecnologie e componenti per le bombe. Berlino, astenutasi dal voto della Risoluzione 1973, si è dichiarata disponibile a fornire gli armamenti di cui la Nato avrà bisogno e il ministro della difesa Thomas de Maizière ha già dato la sua autorizzazione.


Con i ribelli che arrancano sul terreno e con gli alleati incapaci a chiudere la partita, il consenso intorno a quest'ultima guerra si è indebolito. L'entusiasmo scatenato dalla "rivoluzione" scattata il 15 febbraio, sull'onda di Tunisia ed Egitto è ai minimi. Giusto il mandato di cattura spiccato il 27 giugno dalla Corte penale internazionale nei confronti di Gheddafi, di suo figlio Seif al-Islam e del capo dell'intelligence Al-Senussi poteva riaccendere gli animi. Quali effetti produrrà il mandato firmato dal procuratore Luis Moreno Ocampo? Secondo alcuni, il provvedimento non accelererà gli eventi e non porterà a una soluzione immediata del conflitto. Per i più, invece, l'atto di accusa per crimini di guerra rappresenta la pietra tombale per il Colonnello. I fedelissimi del Colonnello hanno risposto con una gran risata: la Libia (così come Cina, Israele, Russia, Usa) non riconosce la giurisdizione della Corte. Di sicuro, l'avallo della Corte, dopo quello delle Nazioni Unite e della Nato, dà forza di convincimento a chi si è imbarcato in questa avventura, ritenendo che la strada delle bombe fosse l'unica perseguibile.


Sul fronte delle prove su cui poggia l'accusa di crimini contro l'umanità, Donatella Rovera - senior adviser di Amnesty International - ha sollevato più di un dubbio: dopo tre mesi di permanenza in Libia, Rovera ha affermato che non c'è nessun indizio che possa far pensare a stupri sistematici e all'utilizzo preordinato di viagra da parte delle truppe di Gheddafi. Altro punto poco chiaro riguarderebbe i mercenari: secondo Rovera non si tratterebbe di miliziani sub sahariani ingaggiati dal regime ma di migranti che lavoravano in Libia senza documenti e quelli che venivano mostrati ai giornalisti come tali dai ribelli, erano rilasciati appena le telecamere si allontanavano.

lunedì 20 giugno 2011

Un "marchio" per la Valmarecchia


TURISMO e COMMERCIO nella Valmarecchia

Alla Valmarecchia (Santarcangelo, Poggio Berni, Torriana e Verucchio) serve un brand per valorizzare il proprio territorio e per vendere ed esportare la Bellezza (natura, arte, musei, castelli, borghi, ecc.) l’Ospitalità (alberghi, agriturismi, bed and breakfast, ecc.) e la Bontà (ristoranti, enogastronomia, frantoi, cantine, ecc).
Questo per superare quell’ottica della concorrenza tra operatori dello stesso territorio a favore dell’integrazione di prodotti e servizi e della collaborazione in rete, tutto per creare una connotazione turistico territoriale riconoscibile e certificata in grado di permettere una effettiva, e mai realizzata finora, integrazione delle politiche di promozione turistica fra tutti gli Enti del territorio.
La “Valmarecchia” con il suo marchio, potrà fornire un qualcosa in più, se mai ce ne fosse bisogno, un ulteriore garanzia di autenticità ma soprattutto per connotare geograficamente un prodotto turistico venduto in tutta l’Italia e non solo. L’informazione geografica, intesa come valorizzare il territorio, può avere una ottima reciprocità fra turismo e commercio.
L’idea del brand “Valmarecchia” nelle sue eccellenze di arte, cultura, natura, gastronomia, ospitalità, artigianato, ecc. che dovrà promuovere tutto il territorio dei 4 comuni (come 1° step e in un secondo momento un 2° step con i comuni dell’Alta Valmarecchia-Montefeltro) calamitando quei turisti con una buona capacità di spesa che sono alla ricerca di un territorio ricco di storia, tradizioni, e avventura.
Attivare un sito web finalizzato ad una maggiore visibilità ed interattività che dovrà divenire il punto cardine di raccordo di tutti i Comuni che in modo unitario potranno condividere le attrattive locali, i propri eventi e concordare strategicamente l'offerta turistica per operare collettivamente avendo come finalità quella della promozione globale del territorio. Non secondario sarà a partecipare a fiere, eventi, ed invitare gli operatori economici locali a presentarsi e a vendere il loro prodotto “Valmarecchia”.
La capacità di fare “rete” e allo sviluppo di competenze e capacità comunicative, attraverso strumenti di marketing territoriale diretti alla costituzione di una rete in grado di potenziare ed ottimizzare l’offerta della vallata che andrà a completare in un sistema territoriale provinciale capace di attrarre nuovi flussi turistici con un sistema di offerta competitivo, senza logiche di breve durata.
La promozione turistica dovrà realizzare una serie di moduli commerciali e di “percorsi” strutturati e finalizzati alle sinergie dei territori attraverso flussi turistici, commercializzando pacchetti turistici ed escursioni nel territorio.
Il brand “Valmarecchia” avrà un futuro solo se sarà affidato ad un Consorzio dove dovranno essere presenti tutte le realtà pubbliche (Camera di Commercio, Provincia, Comuni) e private (associazioni di categoria, imprenditori, ecc.) in modo di garantire una maggiore efficacia alle aziende affiliate al consorzio atte a promuovere le loro strutture gratuitamente.
Questa adesione darà maggiore visibilità al territorio e a tutte le impresa turistiche e commerciali in quanto si entrerà a far parte di un circuito di promozione collaudato ed efficace allo scopo di poter garantire un servizio efficiente ai turisti e di promuovere con maggiore efficacia le aziende affiliate al consorzio.
Santarcangelo, essendo geograficamente la porta naturale di questo territorio, dovrà farsi il carico maggiore nel promuovere questo il marchio e il suo consorzio “Valmarecchia” mettendo a disposizione la struttura, la quale potrebbe essere la futura ex biblioteca e il gazebo posto in Piazza Ganganelli, punto centrale di riferimento per il turista per acquisire le informazioni e suggerimenti che operatori preparati sapranno dare.
Concentrare su Santarcangelo l’organizzazione è più che scontato perché il turista che visiterà la Valmarecchia proveniente dalla via Emilia e/o dal casello autostradale di Rimini Nord, dovrà transitare da Santarcangelo. Si potrebbe ipotizzare in un prossimo futuro di rinominare l’uscita autostradale di Rimini Nord in Rimini Nord-Valmarecchia.
La Provincia di Rimini dovrà dare il suo contributo di promozione ed organizzazione turistica, dislocando sul territorio risorse e personale competente per affiancare la nuova struttura “Valmarecchia”.
Fiorenzo Faini                                                                                
Seg. Valmarecchia PSI             

martedì 14 giugno 2011

Una lunga stagione al tramonto

Corriere della Sera - 14/06/2011
di Antonio Polito

Se il voto delle Amministrative era stata una sberla, questo è un Ko per il centrodestra. Non solo per i numeri. I quali, però, sono imponenti. A Milano e a Napoli, vittoria e sconfitta si giocarono su poche decine di migliaia di voti. Qui si tratta di quasi ventisette milioni di italiani che sono andati alle urne o nel deliberato intento di colpire Berlusconi, oppure mettendo tranquillamente nel conto questo effetto politico (compresi Maroni e Zaia, Polverini e Alemanno). Ma c'è di più. Se alle Amministrative il centrodestra aveva perso per la diserzione di tanti suoi elettori che si erano astenuti, stavolta ha perso per la partecipazione attiva di milioni di suoi elettori in dissenso.

Curiosamente, ancora una volta tocca a un referendum suonare la campana finale di un'era politica. Quello sul divorzio del '74 chiuse l'epoca d'oro della Dc e ne avviò la lunga crisi; quello sulla preferenza unica nel '91 annunciò l'esplosione del regno di Craxi; questo del 2011 sarà molto probabilmente ricordato come il punto più basso dell'epopea berlusconiana.

Prima o poi, doveva accadere. Si compie oggi il decennio di governo del Cavaliere: se si esclude la breve parentesi del '94, è dal 2001 che Berlusconi governa l'Italia, per otto anni su dieci.

La Thatcher ha retto undici anni. Tony Blair dieci. Gli elettorati democratici sono pazienti e tolleranti, ma ogni tanto si alzano in piedi come giganti e si scrollano dalle spalle il passato. Il verdetto elettorale della primavera italiana è così inaspettatamente netto che non vale neanche più la pena di discettare sulle cause di questa crisi di rigetto, se sia più etica o estetica, politica o economica. Fosse il Pdl un partito vero come i Tories o il Labour inglese, oggi inviterebbe il suo leader storico a sacrificare se stesso per salvare la ditta. Ma qui non sembra esserci in giro un Major che possa prendere in corsa il testimone e magari resistere un'altra legislatura. La transizione dunque non sarà né ordinata né rapida. Ci aspettano mesi convulsi. Berlusconi proverà di certo a succedere a se stesso, ma ormai la Lega ha fretta di slegarsi, e l'opposizione sente l'odore del sangue, penserà solo a sfruttare il magic moment elettorale.

A differenza degli altri referendum «epocali», che modernizzarono l'Italia, in questo caso però il gorgo del berlusconismo trascina con sé anche quelle poche velleità di riforma che avevano percorso il governo. La valanga travolge certamente una delle cose peggiori del centrodestra, la legge ad personam per antonomasia; ma cancella anche due decisioni lungimiranti, e cioè la riapertura dell'opzione nucleare e l'introduzione di un po' di concorrenza nel settore dei servizi pubblici. Ogni volta che ci lamenteremo per la mancata crescita (0,25% di Pil all'anno per dieci anni, secondo l'impietoso calcolo dell'Economist) dovremo ricordarci che in Italia non solo non si possono abbassare le tasse, ma non si può nemmeno tagliare la bolletta dell'energia o ridurre i deficit delle municipalizzate. E così è davvero difficile crescere.

Bisogna dunque ammettere che il vero trionfatore di questa tornata elettorale è Antonio Di Pietro. È stato lui che ha avuto l'ardire di raccogliere le firme sul legittimo impedimento alle feste dell'Unità, scommettendo sulla spallata elettorale a Berlusconi quando il Pd temeva le urne come i bambini temono l'uomo nero. È stato lui ad avere la furbizia di «spoliticizzare» l'iniziativa quando il disastro di Fukushima gli ha dato la spinta insperata verso il quorum. Ed è stato lui a trascinarsi così dietro Bersani, in rincorsa per far dimenticare il suo passato da liberalizzatore scritto sull'acqua.

Così, se da una parte il referendum segna senza dubbio una sconfitta storica di Berlusconi, come Bossi apertamente schierato per l'astensione, rivelando una perdita di sintonia con il Paese che per un grande comunicatore è già una sentenza; dall'altra parte non si può davvero dire che la coalizione arcobaleno che lo ha stravinto rappresenti un'alternativa pronta e spendibile, gonfia com'è di sospetto anti mercato e di rifiuto del privato e della concorrenza. Come i radicali potrebbero testimoniare, una cosa è vincere i referendum e un'altra è vincere le elezioni per il governo del Paese.

interrogazione sulle infrastrutture viarie di Santarcangelo

Premesso che è stato stipulato un Protocollo d’Intesa tra la Provincia di Rimini ed il Comune di Santarcangelo per la “Definizione di interventi sulle infrastrutture viarie provinciali di interesse del Comune di Santarcangelo di Romagna” avente come obiettivo di:

- avviare un processo sistematico di miglioramento della sicurezza stradale e di riduzione stabile del numero delle vittime degli incidenti;

- promuovere lo sviluppo di interventi ad alta efficacia e di favorire la diffusione in modo di determinare, a parità di risorse disponibili, la più ampia e celere riduzione degli incidenti stradali;

- favorire la crescita degli investimenti nella sicurezza stradale.

Costatato che il Comune di Santarcangelo ha inserito nei propri documenti programmatici per l’anno 2011 interventi di riqualificazione anche la Strada Provinciale n. 14 e precisamente nel centro abitato della frazione di San Michele.

Verificato che anche questo intervento fa parte del Protocollo d’intesa fra i due Enti tendente a mettere in sicurezza la frazione di San Michele, con interventi per moderare la velocità e rendere in sicurezza alcuni attraversamenti pedonali.

Considerato che il nuovo tratto stradale della Gronda avrà dei tempi ancora lunghi ed indipendente da esso, la pericolosità è dovuta soprattutto al mancato rispetto del Codice della Strada, dove gli utenti più deboli sono soggetti più esposti ai pericoli quotidiani.

Con la presente si interroga:

1) A che punto si trova lo studio di fattibilità progettuale della Provincia di Rimini ?

2) Sarà reso noto e discusso, oltre che negli organi istituzionali, anche con i residenti di San Michele ?

3) Quando sarà disponibile il progetto esecutivo e in che periodo si intende dare inizio lavori ?

Cordialmente.



Angelo Trezza

Consigliere Comunale

lunedì 13 giugno 2011

Istituzione della GIORNATA annuale DEL LIBERO ACCESSO AL LIBRO

Potrebbe sembrare che non ci sia mai stata, come di questi tempi, una opportunità così vasta (verrebbe quasi da dire democratica), così capillare di diffusione dei libri, e dunque di possibilità di un incontro con questi ‘oggetti’ magici che ignorano la linea del tempo tanto verso il passato quanto verso il futuro.

E il più grande paradosso è che si possono trovare tra un cespo d’insalata e una fila di pane al supermercato oppure in edicola, svenduti col quotidiano, o in varie occasioni televisive, raccontati tra un oscuro dramma di famiglia e una canzone. E poi, naturalmente, sulla rete, dove pullulano siti di vendita vantaggiosissimi, e ti viene anche preannunciato in che giorno e in che ora riceverai presso il tuo domicilio il fatidico pacco.

Ma in tutti questi casi, anche nell’ultimo, che sembra il più liberale, c’è sempre un clamoroso (e dannoso) vizio di fondo: qualcuno ha già scelto per te, deciso per te.

E questa decisione è una vera e propria multinazionale: lo dimostrano le classifiche di vendita, che vanno di pari passo con il complesso di questo sistema di promozioni. Non c’è quasi più nulla di privato, né tantomeno lo splendido gesto elettivo, il capriccio dell’istante, l’indefinibile ragione di una seduzione, nell’acquistare un libro.

E si è perduto anche il piacere di soppesare e carezzare una pagina, annusare un inchiostro fresco o ascoltare quella strana musica frusciante quando scorrono a ventaglio le pagine. In treno o in aereo, o in diverse situazioni di qualche pregio, di qualche ozio, molti leggono sul libro digitale. Il polpastrello scorre, scorre la pagina. Se poi si vuol fare un bel segno di sottolineatura o l’orecchio a una pagina, si evidenzia. Ma il senso dell’intero si perde.

Tutto il colore e il calore del tempo si perde. Le pagine non ingialliscono, né prendono il profumo della nostra casa.



Ecco, queste nostalgie, questi feticismi da vecchio lettore possono sembrare davvero roba arcaica.



Eppure, se leggere è un atto di libertà (oltre che un’educazione alla libertà), scegliere un libro da leggere come conseguenza di un incontro è un atto di libertà al quadrato. E’ anche l’estrazione di una sorte: la propria sorte, perché un libro ti cambia. Poco o tanto, ti cambia.

Come un incontro. E incontrarsi su facebook non è come incontrarsi per strada, sul treno, al caffè.

Si può sempre simulare, ma è più difficile: il corpo parla. Il sole o la pioggia, come il vento, fanno il resto.

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Dunque sarebbe il caso che un luogo come Santarcangelo, la nostra Città, che dal ’46 ad oggi (1946 Tonino Guerra pubblica I scarabócc) è una capitale della poesia, della scrittura (più di quanto non sia anche da quarant’anni una capitale del Teatro) avesse, potesse avere un momento, una giornata consacrata al libro.

Al libero accesso al libro.

Ovvero un incontro col libro per la strada, sotto i portici, lungo una scalinata, al bar, al ristorante, nel giardino di casa o nel salotto (casa mia, casa tua… non importa). Libri ovunque, di tutti i generi, e a buon prezzo.



“Caro libraio, facciamo così. Se tu porti i libri a buon prezzo io, per un giorno (un giorno all’anno) non ti faccio pagare il mio suolo. E’ una festa per tutti: chi porta il vino, chi mette il pane. E siccome è una festa, chi vuol ballare balli, chi vuol cantare canti, chi vuol recitare reciti, chi vuol leggere da solo cerchi dove può il silenzio”.



Non ce ne sarà tanto, di silenzio, perché magari su un banchetto, sul bordo della fontana, sui muretti e nei giardini o in uno spazio chiuso chi vorrà potrà presentare (gratis!) il suo libro, o leggere a voce alta il Suo Libro, o mimare una storia, o trascinare, con la voce di un megafono che recita favole, una lunga litania di bambini. Sempre gratis, tutto gratis. Per tutti.



Libero accesso al libro.



Una festa che si vorrebbe specie per i bambini, che non comprano su Amazon, non rilanciano all’asta di e-bay (non hanno la carta di credito), non guardano Marzullo all’una di notte e se ne fregano di Ken Follet e Camilleri tra i frigoriferi del supermercato. Magari per loro, se ci fosse qualcuno di buona volontà (e di buona testa) ci potrebbe essere un laboratorio dove i libri si costruiscono.

Alla Munari. Ognuno si fa il suo. Un bel “pre-libro” pieno di colori e di ritagli su grosse pagine di cartone riciclato cucite con lo spago, o un libro con tanto di parole: unico, perché ognuno può scrivervi la propria storia d’invenzione. E poi magari una scacchiera: per costruire i racconti camminandoci su, o un bel ‘sentiero di poesia’.

Tutte esperienze che si possono fare.



E farle su una piazza è certo più bello, più democratico. Un bel gioco.

Dice Assurbanipal* : “Io ho appreso... le preziose conoscenze nascoste nella scienza scritta, sono stato educato ai misteri dei libri dei presagi del cielo e della terra; in compagnia di sapienti, sono capace di discutere la serie epatoscopica e la geografia con tutti i più eminenti specialisti, so risolvere divisioni e moltiplicazioni intricatissime che sfidano l’intelligenza e so leggere la ingegnosa lingua dei Sumeri e l’oscura lingua degli Accadi, difficile da comprendere. So decifrare parola per parola le pietre scritte prima del Diluvio che sono ermetiche, sorde e riverse al suolo”.

“Tana libera tutti”.

si CHIEDE

che il Consiglio Comunale impegni la Giunta a che:

1 - venga istituita, senza indugio, la GIORNATA annuale DEL LIBERO ACCESSO AL LIBRO;

2 - tale giornata venga individuata nella seconda domenica di Giugno (pare la più opportuna per tante ragioni logistiche) a cadenza annuale;

3 - che nell’occasione, l’accesso al suolo pubblico, ai rivenditori esclusivamente di libri sia senza spese.



Cordialmente

Santarcangelo di R., 01 Giugno 2011



Angelo Trezza

Consigliere Comunale