Potrebbe sembrare che non ci sia mai stata, come di questi tempi, una opportunità così vasta (verrebbe quasi da dire democratica), così capillare di diffusione dei libri, e dunque di possibilità di un incontro con questi ‘oggetti’ magici che ignorano la linea del tempo tanto verso il passato quanto verso il futuro.
E il più grande paradosso è che si possono trovare tra un cespo d’insalata e una fila di pane al supermercato oppure in edicola, svenduti col quotidiano, o in varie occasioni televisive, raccontati tra un oscuro dramma di famiglia e una canzone. E poi, naturalmente, sulla rete, dove pullulano siti di vendita vantaggiosissimi, e ti viene anche preannunciato in che giorno e in che ora riceverai presso il tuo domicilio il fatidico pacco.
Ma in tutti questi casi, anche nell’ultimo, che sembra il più liberale, c’è sempre un clamoroso (e dannoso) vizio di fondo: qualcuno ha già scelto per te, deciso per te.
E questa decisione è una vera e propria multinazionale: lo dimostrano le classifiche di vendita, che vanno di pari passo con il complesso di questo sistema di promozioni. Non c’è quasi più nulla di privato, né tantomeno lo splendido gesto elettivo, il capriccio dell’istante, l’indefinibile ragione di una seduzione, nell’acquistare un libro.
E si è perduto anche il piacere di soppesare e carezzare una pagina, annusare un inchiostro fresco o ascoltare quella strana musica frusciante quando scorrono a ventaglio le pagine. In treno o in aereo, o in diverse situazioni di qualche pregio, di qualche ozio, molti leggono sul libro digitale. Il polpastrello scorre, scorre la pagina. Se poi si vuol fare un bel segno di sottolineatura o l’orecchio a una pagina, si evidenzia. Ma il senso dell’intero si perde.
Tutto il colore e il calore del tempo si perde. Le pagine non ingialliscono, né prendono il profumo della nostra casa.
Ecco, queste nostalgie, questi feticismi da vecchio lettore possono sembrare davvero roba arcaica.
Eppure, se leggere è un atto di libertà (oltre che un’educazione alla libertà), scegliere un libro da leggere come conseguenza di un incontro è un atto di libertà al quadrato. E’ anche l’estrazione di una sorte: la propria sorte, perché un libro ti cambia. Poco o tanto, ti cambia.
Come un incontro. E incontrarsi su facebook non è come incontrarsi per strada, sul treno, al caffè.
Si può sempre simulare, ma è più difficile: il corpo parla. Il sole o la pioggia, come il vento, fanno il resto.
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Dunque sarebbe il caso che un luogo come Santarcangelo, la nostra Città, che dal ’46 ad oggi (1946 Tonino Guerra pubblica I scarabócc) è una capitale della poesia, della scrittura (più di quanto non sia anche da quarant’anni una capitale del Teatro) avesse, potesse avere un momento, una giornata consacrata al libro.
Al libero accesso al libro.
Ovvero un incontro col libro per la strada, sotto i portici, lungo una scalinata, al bar, al ristorante, nel giardino di casa o nel salotto (casa mia, casa tua… non importa). Libri ovunque, di tutti i generi, e a buon prezzo.
“Caro libraio, facciamo così. Se tu porti i libri a buon prezzo io, per un giorno (un giorno all’anno) non ti faccio pagare il mio suolo. E’ una festa per tutti: chi porta il vino, chi mette il pane. E siccome è una festa, chi vuol ballare balli, chi vuol cantare canti, chi vuol recitare reciti, chi vuol leggere da solo cerchi dove può il silenzio”.
Non ce ne sarà tanto, di silenzio, perché magari su un banchetto, sul bordo della fontana, sui muretti e nei giardini o in uno spazio chiuso chi vorrà potrà presentare (gratis!) il suo libro, o leggere a voce alta il Suo Libro, o mimare una storia, o trascinare, con la voce di un megafono che recita favole, una lunga litania di bambini. Sempre gratis, tutto gratis. Per tutti.
Libero accesso al libro.
Una festa che si vorrebbe specie per i bambini, che non comprano su Amazon, non rilanciano all’asta di e-bay (non hanno la carta di credito), non guardano Marzullo all’una di notte e se ne fregano di Ken Follet e Camilleri tra i frigoriferi del supermercato. Magari per loro, se ci fosse qualcuno di buona volontà (e di buona testa) ci potrebbe essere un laboratorio dove i libri si costruiscono.
Alla Munari. Ognuno si fa il suo. Un bel “pre-libro” pieno di colori e di ritagli su grosse pagine di cartone riciclato cucite con lo spago, o un libro con tanto di parole: unico, perché ognuno può scrivervi la propria storia d’invenzione. E poi magari una scacchiera: per costruire i racconti camminandoci su, o un bel ‘sentiero di poesia’.
Tutte esperienze che si possono fare.
E farle su una piazza è certo più bello, più democratico. Un bel gioco.
Dice Assurbanipal* : “Io ho appreso... le preziose conoscenze nascoste nella scienza scritta, sono stato educato ai misteri dei libri dei presagi del cielo e della terra; in compagnia di sapienti, sono capace di discutere la serie epatoscopica e la geografia con tutti i più eminenti specialisti, so risolvere divisioni e moltiplicazioni intricatissime che sfidano l’intelligenza e so leggere la ingegnosa lingua dei Sumeri e l’oscura lingua degli Accadi, difficile da comprendere. So decifrare parola per parola le pietre scritte prima del Diluvio che sono ermetiche, sorde e riverse al suolo”.
“Tana libera tutti”.
si CHIEDE
che il Consiglio Comunale impegni la Giunta a che:
1 - venga istituita, senza indugio, la GIORNATA annuale DEL LIBERO ACCESSO AL LIBRO;
2 - tale giornata venga individuata nella seconda domenica di Giugno (pare la più opportuna per tante ragioni logistiche) a cadenza annuale;
3 - che nell’occasione, l’accesso al suolo pubblico, ai rivenditori esclusivamente di libri sia senza spese.
Cordialmente
Santarcangelo di R., 01 Giugno 2011
Angelo Trezza
Consigliere Comunale
APPROVATO ALL'UNANIMITA' DAL CONSIGLIO COMUNALE!!!
RispondiEliminaMonica