mercoledì 13 agosto 2014

BALZANI : " MI CANDIDO ALLE PRIMARIE CONTRO UN CETO POLITICO FEUDALE "


Dalla massoneria a Renzi, dalla sanità ai trasporti fino al lavoro, l'ex sindaco di Forlì in corsa per il dopo Errani a tutto campo

di Federica Angelini
Roberto Balzani
A Ravenna si è appena costituito il comitato a sostegno della sua candidatura (vedi correlato) ed è iniziata la raccolta firme. Roberto Balzani è il primo candidato del Pd ad aver formalizzato l'intenzione di correre per il dopo Errani alle primarie del Pd del 28 settembre. Ex sindaco di Forlì, outsider nel partito, renziano della prima ora ma al momento sostenuto solo da una parte dei renziani e osteggiato dalla vecchia guardia, nei suoi cinque anni da sindaco di Forlì si è trovato spesso a combattere proprio contro la Regione su questioni cruciali come i rifiuti o l'Ausl. Appoggiato dai repubblicani ravennati esplicitamente, lui stesso nasce politicamente come repubblicano, in città difficilmente raccoglierà il sostegno di dirigenti del Pd per quanto con questa città abbia un legame particolare, essendo lui professore universitario a Conservazione dei beni culturali.

Balzani, non si è ricandidato a sindaco e si candida a far il presidente della regione?
"Io in realtà avevo in animo di tornare a fare il professore universitario, ma poi la condanna di Errani e la situazione che si è venuta a creare in Regione dopo le sue dimissioni, lo stallo clamoroso all'interno del Pd che ne è seguito mi ha fatto pensare che non si stava aprendo un dibattito politico sul modello di regione da proporre agli elettori. E poiché se uno non si candida, per le sue idee
non viene ascoltato, ho deciso di farlo".

Spera almeno in un assessorato?
"Mi pare difficile, sono già stati tutti assegnati, sulla carta, in base alle appartenenze territoriali e correntizie".

In effetti lei appare come outsider dentro al Pd. Tutti la stimano come intellettuale, molto meno come amministratore. Qui a Ravenna tra la dirigenza c'è già chi l'ha definita inadeguata al ruolo, per esempio.  Da chi si aspetta l'appoggio e il consenso?
“Mi aspetto di coinvolgere l'opinione pubblica, per discutere la mia proposta di modello regionale. Il modello preesistente si fondava su caratteristiche economiche e sociali che non esistono più. Oggi  serve una formula nuova. Si dovranno ridurre rendite di posizione, tutte quelle  forme di uso del denaro pubblico il cui risultato non è adeguato a quello che si spende. Bisogna sperimentare nuovi metodi, porsi obiettivi chiari in termini di benefici per i cittadini e poi tempi certi entro cui verificarli. Tutte cose che non possono piacere a chi fa parte del ceto politico ed è legato al sistema di potere vigente: mi pare evidente".

In realtà, lei non può nemmeno contare sull'appoggio di tanti renziani...
“Il mio ragionamento non ha molto a che vedere con correnti interne al partito e sono difficilmente classificabile in una categoria. Se una persona deve vivere di politica deve stare con chi vince e io non offro garanzie in questo senso. Il ceto politico è ceto politico, indipendentemente dal fatto che sia renziano, bersaniano, vegano. E io credo che questa regione abbia una società del ventunesimo secolo e un ceto politico ancora  feudale”.

Ma perché Renzi non si pronuncia?
"Renzi ha anche altre cose a cui pensare, per quanto in effetti l’Emilia Romagna sia una regione importante. Starà facendo le sue valutazioni, ma bisognerebbe chiederlo a lui. Non so rispondere a questa domanda. In ogni caso, se uno fa politica aspettando appoggi dall'alto, non credo possa essere un interlocutore affidabile per i cittadini che intende amministrare."

Feudo o tortello che dir si voglia, Errani qui è stato ed è celebrato come un grande amministratore. Lei è tra le poche voci critiche dentro al Pd. Il suo è un giudizio negativo a tutto tondo?
“Diciamo che nel primo decennio ha proseguito una gestione secondo i canali tradizionali che può aver funzionato, ma negli ultimi 5 anni abbiamo visto la Regione costruire gli strumenti per contrastare solo l’emergenza della crisi, peraltro durissima e aggravata dal terremoto. Alla fine il suo operato si è ridotto a forme di negoziazioni frammentate con i territori e i diversi attori, con squilibri evidenti dovuti appunto alla disparità di forze in campo. In realtà, negli ultimi anni si è sviluppata una critica generalizzata tra molti amministratori locali, che però queste cose preferiscono non dirle pubblicamente”.

Crede alla possibilità di un candidato unitario calato da Roma che renda vane le primarie? E lei a questo punto come reagirebbe?
"A me sembra che il cavaliere bianco di cui si favoleggia stia diventando sempre meno probabile. Poteva forse arrivare un mese fa, ma ormai è in moto un meccanismo di costruzione delle primarie da cui mi pare difficile si possa tornare indietro.  Non ho idea di come potrei reagire, ma certamente vorrei comunque portare avanti le questioni politiche che sto ponendo. Cambierà la forma non la sostanza."

Qualche esempio concreto delle questioni che vorrebbe affrontare, se vincesse?
"Gliene dico due: un'infrastruttura di treni di superficie rapidi, ogni mezz'ora, che colleghi Piacenza a Rimini e Rimini a Ferrara. Si tratta di una cosa difficile e costosa, ma importantissima."

E dove troverebbe le risorse?
"Io credo si tratti di decidere per priorità. Credo che lo sviluppo dell'infrastruttura su ferro per esempio debba avere la precedenza rispetto all'infrasttruturazione stradale che nella nostra regione non manca."

E la Orte-Mestre? Se la sente Mingozzi...
"La Orte-Mestre è una grande opera che si misurerà, se e quando si farà, sul lungo periodo. Io vorrei cominciare a cercare soluzioni su problemi e questioni nel medio periodo. Per quanto riguarda le strade, penso per appunto alla Romea, credo che vada subito affrontato il tema della manutenzione cercando soluzioni percorribili. Affrontare per esempio la questione dei treni significa oc
cuparsi dell'enorme popolo dei pendolari della regione."

La seconda priorità degli emiliano romagnoli di cui vorrebbe occuparsi?
"Le attese e gli accessi nei pronto soccorso e le liste d'attesa per gli esami. Questi sono alcuni dei problemi urgenti percepiti dai cittadini nei confronti della sanità. Dobbiamo partire da lì, capire se si possono risolvere, occuparci dell’utente finale, delle sue aspettative e dei suoi bisogni reali, e non ragionare al contrario, partendo dai vertici, come è stato fatto con l'Ausl Romagna".

Ma non è più urgente il lavoro? In fondo la regione ha avuto un ruolo in tutte le vertenze, si occupa di economia, formazione.
"Certo, ma si tratta di generare impresa, non possiamo generare lavoro. Sono le  imprese che poi creano i posti di lavoro, visto appunto che il pubblico è in contrazione. E credo che sotto questo profilo si tratti di individuare in maniera piuttosto brutale gli investimenti necessari. Il modello emiliano basato su una domanda interna forte, aree industriali a basso costo, pace sociale e servizi resi dai
comuni, ormai non esiste più: di aree ce ne sono anche troppe, le aziende scelgono posti sulla base, per esempio del costo dell’energia, elemento su cui la Regione potrebbe provare a incidere, la  connettività delle reti informatiche e la presenza di tecnici specializzati che vengono da un distretto formativo. Dobbiamo quindi rimodulare gli elementi attrattivi, sapendo che non avremo le dinamiche occupazionali degli anni 70. Dobbiamo fare anche piccoli esperimenti in questo senso: le misure tampone alle crisi della industria non possono essere più la risposta, quello che ci serve è un modello di sviluppo nuovo, non energivoro e che non consumi territorio".

Sembra più vicino a certe posizioni di Sel che dei Repubblicani...
"Come le dicevo, non sono facilmente incasellabile. Sono una persona libera che non ragiona per appartenenze ideologiche."

Una volta per tutte: ma lei è massone? Cosa ne pensa della massoneria?
"Io non sono massone e nessuno delle mia famiglia lo e' mai stato. Ho amici massoni, così come ne conto in tanti altri ambienti, religiosi e laici. Della massoneria apprezzo lo spirito laico e illuminista, che credo costituisca un elemento necessario alla vita di un paese moderno. Ma lo stesso vale per tanti altri apporti, ovviamente".

Renzi al governo la sta convincendo?
"Credo stia facendo una battaglia durissima contro la burocrazia romana per riuscire a trasformare in provvedimenti attuativi una serie di proposte giuste. E sta incontrando anche una resistenza trasversale in parlamento forse più forte di quanto avesse preventivato".

Be', può contare su Berlusconi. Nessun imbarazzo su questo?
“Quello con Berlusconi è un accordo di tipo generale su una riforma, non ha certo il suo appoggio nella battaglia quotidiana sui provvedimenti economici o politici 'normali', quelli che generano spesso ostilità anche dentro il Pd”.

Però i dati sulla recessione non saranno colpa delle resistenze politiche...
"La recessione è quella di un paese che se non riesce a togliere le rendite di posizione e sostenere politiche del lavoro e dell'innovazione utili per la competizione internazionale, non potrà farcela. Non ci è riuscito per ora neanche Renzi, che credo, nonostante la proposta di governo assai modernizzatrice, si sia trovato impastoiato in forze più conversatrici di quello che immaginava. Ecco perché sono per  una posizione radicale dall’inizio: identificazione di una serie di indirizzi chiari, calcolo delle forze in campo e poi su quei temi si va avanti come un treno."
09 - 08 - 2014
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N0 AL PARCHEGGIO DELL'OSPEDALE A PAGAMENTO !


QUANDO LE PROMESSE VENGONO SEMPRE MANTENUTE !

Ci vediamo costretti, come Socialisti di Santarcangelo e Valmarecchia ad esprimere la nostra contrarietà alla decisione della Direzione dell’Azienda Sanitaria (ASL) di Rimini di mettere a carico delle persone che devono recarsi in Ospedale, perché hanno un congiunto ricoverato o per una visita specialistica o per fare delle analisi di laboratorio, il balzello del costo del parcheggio.
Anche in questo caso si nota la miopia e il doppiopesismo dei suoi dirigenti, sempre pronti a chiedere aiuto ai cittadini e all’Ente Comunale quando c’è da realizzare una struttura o acquistare uno strumento specialistico e invece decidere da soli quando c’è da prendere. (vedi ticket parcheggio).
Sulla scelta di rendere gratuiti i primi 15 minuti ci sembra una presa in giro in quanto sono appena sufficienti a ritirare un referto in portineria. Sarebbe stato più logico lasciare gratuita almeno la prima ora e in questo modo si sarebbero scoraggiati anche coloro che lo utilizzano come parcheggio di prossimità.
Anche sulla motivazione di allontanare i parcheggiatori abusivi, siamo proprio sicuri che questo fenomeno verrà debellato?
Il provvedimento annunciato giusto un anno fa ha subito solo una proroga diventando operativo proprio in questi giorni, a dimostrazione di come le promesse contro le tasche dei cittadini vengono tutt’al più rinviate, ma poi sempre mantenute.
Ricordiamo a tutti che quel parcheggio è stato costruito dall’ASL anche coi soldi pagati dal nostro Comune per acquisire (o meglio riacquisire per le note vicende) il vecchio ospedale ora sede della biblioteca, per cui avere voce in capitolo su come gestirlo non era un’ipotesi campata in aria.
Avremmo preferito che la nuova amministrazione avesse, tramite un confronto con l’azienda ASL (che forse ci sarà anche stato) trovato una soluzione condivisa, senza dovere subire decisioni calate dall’alto, ma di questi tempi forse è chiedere troppo!!

Perchè NO ?

Premesso che non conosciamo nel dettaglio la proposta del M5S fatta nel recente Consiglio Comunale, abbiamo la netta sensazione che respingere la riduzione della TARI ( tassa sui rifiuti ) alle utenze non domestiche ( primo passo ) in maniera proporzionale alla percentuale di differenziato effettuata sia stato un grave errore dell'amministrazione. Anche perchè sembrerebbe che in virtù del nuovo meccanismo di calcolo, tale provvedimento non avrebbe comportato alcuna diminuzione certa nel bilancio comunale