Tassa sulle transazioni finanziarie e riforma delle agenzie di rating: due dei temi che hanno caratterizzato la prima mattinata di discussione alla Convention del PSE, dedicata alla ricerca di un nuovo e più giusto modello economico.
È l’assenza di regole per i mercati che ci ha portato alla crisi, per questo dobbiamo avere l’obiettivo di domare la finanza e riportarla al servizio dell’economia reale. È questo, in sintesi ciò che emerge dal workshop “Tassare le transazioni finanziarie e domare le agenzie di rating: una campagna per la riforma della finanza”. Si è ricordata, inoltre, la rapidità e l’importanza della campagna per l’introduzione della FTT (di cui EuProgress ha fatto attivamente parte), che ha contribuito, la primavera scorsa, a portare finalmente il tema nell’agenda europea. Al centro della discussione sulla FTT al momento c’è una questione che riguarda il rapporto tra l’Unione Europea e il mondo globalizzato. Chi si oppone alla FTT, come i conservatori di David Cameron, sostiene che non è possibile tassare le tassazioni finanziarie solo a livello comunitario, senza prima introdurre una tassazione a livello globale. Tutti i partecipanti al dibattito hanno sottolineato, invece, che è l’Unione Europea che deve agire per prima e trascinare gli altri Paesi in una tassazione globale, che rimane comunque l’obiettivo finale dei progressisti europei. Ma prima tocca all’Europa, perché, se abbiamo la volontà di approvare una FTT, abbiamo le istituzioni sovranazionali adatte per renderla efficiente e convincente. E per fare la differenza nel regolamentare i mercati finanziari.
“L’obiettivo del mercato dovrebbe essere quello di distribuire e diminuire i rischi, e di raccogliere capitali da investire nel lungo periodo – ha ricordato Stephany Griffith-Jones, Columbia University – e invece sta creando rischi e non ha ridistribuito capitali.” Il mercato finanziario non può essere separato dall’economia reale; se rinuncia a sostenere la crescita reale, è destinato a creare crisi. “Dal 2008 ad oggi, dopo la crisi, la speculazione non si è fermata – ha detto Ahmed Laaouej, del Partito Socialista belga vallone – ma anzi ha continuato a distruggere il mercato e l’economia reale. Le destre europee – continua Laaouej – continuano a ripetere la favola del mercato che è capace di autoregolarsi. Ma è proprio questo mito che è alla base della crisi economica”. Andreas Botsch ha riportato la posizione della Federazione Europea dei Sindacati, che chiede che il mercato finanziario sia rallentato, rimpicciolito e democratizzato. E ha chiesto: “quanto possiamo considerare sicuro un fondo pensione che viene investito e reinvestito più volte a settimana?”. E la colpa non è certo delle persone che contribuiscono a un fondo pensione, “ma del modo in cui il sistema finanziario è modellato, che permette la speculazione”, come ha ricordato Griffith-Jones.
Altro tema caldo, quello delle agenzie di rating. Tutti i partecipanti al dibattito hanno ricordato l’idea di creare una agenzia pubblica europea di rating, per combattere il monopolio delle agenzie di rating. Ed ancora, possiamo accettare che agenzie (private) di rating valutino i debiti sovrani, determinando significativi cambiamenti politici nei governi degli Stati europei? Un tema ripreso anche da Poul Nyrup Rasmussen, presidente uscente del PSE, che nella plenaria di apertura ha detto: “Dobbiamo contrapporre alla tripla A delle agenzie di rating, la nostra tripla T del governo europeo: Together, Together, Together (insieme, insieme, insieme).”
Dalla Convention del PSE Re:new a Bruxelles