domenica 27 aprile 2014

26 aprile 2014. Discorso di presentazione della lista Socialista

Benvenuti a tutti.
Vi sarete chiesti perché il partito socialista abbia scelto proprio questo luogo, apparentemente così nascosto, per presentarsi alla città. Ciò è presto detto: qui ci troviamo nel crocevia di 4 fra i più importanti edifici-simbolo della nostra città.
A DESTRA la nuova biblioteca, fulcro della cultura della città e rinata in un edificio storico sede del vecchio ospedale dove per tanti anni si sono curati i corpi e d’ora in avanti si cureranno gli spiriti e le menti.  Per realizzarla ci siamo battuti come socialisti fin dagli anni 80 del secolo scorso e da ultimo col nostro ex-assessore alla cultura Monica Ricci e il nostro ex consigliere comunale Angelo Trezza il cui impegno in tal senso iniziò all’ora per continuare fino ad oggi.  Da noi un ex ministro se ne uscì con una infelice battuta “ con la cultura non si mangia “. In Inghilterra Tony Blair, appena insediato a Downing Street, regalò 5 sterline agli studenti per l’acquisto di un libro. C’è chi sostiene, sbagliando, non vi sia più differenza tra destra e sinistra, questa è la differenza.
A SINISTRA il ricovero anziani, la più importante istituzione della nostra  azienda dei servizi alla persona Asp, che da oltre 10 anni cerchiamo di mantenere autonoma da Rimini, con una incessante attività dentro e fuori il consiglio comunale. Pensata per e con i santarcangiolesi. Ma se qualcuno, dentro o fuori la maggioranza che governerà questa città, agirà diversamente, avrà la ferma opposizione dei Socialisti.
DRITTO il nostro ospedale, intitolato ad un grande socialista, il prof. Franchini, ancora nella memoria individuale di qualche raro anziano, ma ben presente in quella collettiva della città, che va sottratto a depotenziamenti arbitrari ma anzi, difeso nella sua rilevanza, anche nella prospettiva di una rinnovata sanità per l’intera Valmarecchia e aiutato a trovare una nuova importanza. Ma se qualcuno, dentro o fuori la maggioranza che governerà questa città, agirà diversamente, avrà la ferma opposizione dei Socialisti.
DIETRO  la scuola. In questo caso quella elementare nel suo bellissimo edificio storico, ma, in generale l’istituzione scolastica, troppe volte offesa e che noi mettiamo al centro del nostro programma elettorale.

Questi sono solo alcuni, simbolici punti del nostro programma, che abbiamo stilato servendoci della principale arma di cui disponiamo: LA POLITICA.  L’ otto di marzo scorso abbiamo chiesto ai santarcangiolesi quali siano le priorità per questa città  attraverso una libera consultazione che abbiamo chiamato “ Primarie delle idee “. Hanno detto la loro in quasi 200 e già questo è un dato da non sottovalutare considerato che il tutto si è svolto in poche ore e il promotore era un partito che certamente non va in televisione tutti i giorni e di cui molti per lo più giovani a mala pena conoscono l’esistenza. Le 4 priorità segnalate sono state, l’ospedale al primo posto col 56%, la riduzione delle tariffe di HERA al secondo col 46 %, seguite dall’emergenza lavoro col 40% e infine l’eccesso di burocrazia negli uffici comunali col 36%. A conferma che stiamo facendo battaglie giuste e sentite dalla popolazione. Siamo ampiamente il partito più antico che partecipa a queste elezioni, fondato nel 1892, e questo, che a molti oggi sembra essere un titolo di demerito è per noi massimo punto d’orgoglio. In tutte le tappe della storia santarcangiolese degli ultimi 120, i socialisti ci sono stati, con la loro esperienza, il loro entusiasmo e, appunto, con la cultura politica, che ci ha permesso, sempre di anteporre gli interessi della collettività a quelli di parte. La lista con cui ci presentiamo, sostenendo il candidato della sinistra Alice Parma, rappresenta proprio questo: esperienza, conoscenza ed entusiasmo al servizio della città, fatte di persone diverse,  di età ed esperienze differenti, ma tutte con in comune la seria dedizione all’interesse collettivo. La lista è rinnovata per 9/16 rispetto a 5 anni fa. Noi siamo consapevoli dell’importanza di Santarcangelo, del suo essere città speciale, unica nel suo genere e nonostante le polemiche di basso profilo fatte da alcuni che la vorrebbero evidentemente “città qualunque”, sappiamo che Santarcangelo è si città di provincia, ma non provinciale e non merita simili personaggi. Siamo molto contenti che la cittadinanza possa finalmente tornare al voto e dare una bella boccata d’aria fresca alla nostra democrazia, scegliendo, lei sola, i suoi amministratori e scegliendoli come se li merità: seri, esperti, non interessati alle polemiche da cortile. Come erano, sono e saranno i socialisti.

Fiorenzo Faini Seg. PSI Santarcangelo e Valmarecchia

lunedì 21 aprile 2014

Santarcangelo, città viva, nella Valmarecchia unita

Nostro compito: unificare la Valle del Marecchia, per il bene di tutti.

Periferia di Rimini o porta naturale della Valmarecchia ?

La risposta a questa domanda è per noi scontata. Davanti a noi ci sono due strade, una è quella di continuare ad essere  il terminale nord di una provincia di  Rimini che non  sarà più come l’abbiamo conosciuta negli ultimi 20 anni, ma diventerà uno dei tanti centri di una grande Romagna accanto a Cesena, Forlì, Ravenna.  Si sta attuando la tanto agognata unità della Romagna? In un certo senso sì, anche se non nelle forme e nei modi, da tanti di noi immaginati, ma sicuramente un passo avanti a dispetto di coloro che, non amandola, le hanno affibbiato il nome burocratico di “Area Vasta”.
L’altra strada è quella, in un certo senso obbligata, che ci assegna la storia e la posizione geografica. Andare, seppur con la gradualità necessaria, ma con convinzione e senza indugio verso l’unificazione della Valle del Marecchia, di cui la nostra città rappresenta la capitale storica, culturale ed economica, porta naturale di un bacino di oltre 40 mila abitanti
Non ci muoviamo isolati, anzi, lo facciamo sull’onda di un profondo riordino  istituzionale, che sospinto dalla Regione coinvolge attraverso la nascita della rinnovata Unione dei  Comuni e dell’Ambito Ottimale,  tutti e 10 i Comuni della bassa e dell’alta valle, nella direzione di una sempre maggiore integrazione.
Questo significa che nel momento in cui ci accingiamo a prospettare le linee per il governo della città dei prossimi 5 anni, ogni aspetto dello sviluppo e del futuro di Santarcangelo, ma anche di Verucchio e non solo ( ambiente, paesaggio, viabilità, trasporti, servizi socio-sanitari , sviluppo urbanistico, turismo, cultura  ) andrà pensato in un’ottica di vallata o almeno con soluzioni anche se parziali, non in contrasto con questa visione d’ insieme.
Non ci illudiamo che la strada sarà facile, avremo rallentamenti e pause, dettate dalle inevitabili ritrosie che potranno sorgere nel lasciare il conosciuto per il nuovo, allora si dovrà attendere senza forzare, per riprendere il cammino appena superati gli ostacoli.


Il Comune: tra spending review e democrazia municipale

Il sistema delle autonomie locali vive nel nostro paese una crisi gravissima, frutto della continua delegittimazione degli organi rappresentativi democraticamente eletti e di una progressiva limitazione delle risorse.
Il tema è di particolare importanza per i Socialisti, da sempre fautori della capacità di autogoverno delle comunità locali, come fattore essenziale di sviluppo democratico.
Il principio del decentramento e il valore dell’autogoverno delle popolazioni da sempre distinguono l’azione socialista, contro le visioni stataliste e centraliste.
Non c’è da stupirsi che l’enorme massa di enunciazioni federaliste prodotte in questi anni dalle forze di destra, abbia in realtà prodotto l’esatto contrario: l’aumento del potere di controllo severo e occhiuto della Stato centrale e la devastazione della possibilità da parte dei Comuni di fornire servizi adeguati a cittadini, famiglie, imprese.
Si rende pertanto necessaria una forte azione di riforma del nostro sistema delle autonomie, coraggioso e innovativo, che smetta di considerare, tutti gli enti locali fonti di spesa da tagliare in maniera indiscriminata o peggio ancora, gabellieri per conto delle stato centrale. Basta con i tagli lineari, i Comuni virtuosi non possono essere trattati alla stessa stregua di quelli causa di sprechi e sperpero di danaro pubblico.
Occorre innanzitutto, restituire poteri e funzioni alle assemblee elettive, fortemente svalutate in questi anni a vantaggio delle figure di vertice. In particolare nei Comuni lo squilibrio nella divisione dei poteri, ha finito per concentrare l’autorità nella figura dei sindaci, finendo per creare difficoltà oggettive alla funzione  dei consiglieri comunali. Per questo abbiamo iniziato, nel corso della passata consiliatura, un percorso di riforma del regolamento del C.C. per dare maggiore libertà d’azione ai consiglieri, che cercheremo di portare a compimento nel prossimo mandato.
Si rendono necessari una ridefinizione ed una razionalizzazione dei vari livelli istituzionali attraverso le fusioni dei piccoli Comuni ( sotto i 5 mila abitanti ) e le unioni dei servizi e delle funzioni per gli altri, adeguando, nel contempo le rappresentanze democratiche nei nuovi organi istituzionali.
In un quadro di generale di contenimento della spesa, è stato un errore sacrificare gli spazi di rappresentanza democratica con un provvedimento demagogico, come il taglio del 20% dei consiglieri comunali, il cui contributo ai costi della politica è davvero irrisorio.
Bisognerebbe evitare semplificazioni, gli sprechi e le incongruenze, così come le esperienze virtuose, sono presenti in tutti i livelli istituzionali, a cominciare dalla Stato Centrale.
L’aumento della capacità impositiva e dell’autonomia finanziaria degli enti locali è il futuro a cui dobbiamo tendere e in fretta. Dovrà essere perseguito con determinazione, ma su basi nuove.  La sostituzione dei trasferimenti erariali con la devoluzione del gettito di alcuni tributi serve a poco se l’ammontare delle nuove risorse, non è neanche lontanamente sufficiente a compensare quelle sottratte. Nel nostro Comune per esempio, nell’arco di due anni i trasferimenti dello Stato sono passati da 3,5 milioni a 700 mila euro. Il secondo elemento è che, nonostante vi sia stato un avanzo di bilancio di circa 1 milione e 500 mila euro questi, seppur presenti fisicamente nelle casse del Comune, non sono spendibili, per i vincoli imposti dal patto di stabilità.
Come Socialisti riteniamo giusta e necessaria una revisione degli attuali vincoli di bilancio, introducendo criteri di maggiore flessibilità,  in quanto l’esperienza insegna che solo con una oculata politica della spesa e con i necessari investimenti pubblici sarà possibile una ripresa stabile e duratura.

Il lavoro e l’occupazione

Pur consapevoli delle ristrettezze economiche  in cui versa l’ente locale, i Socialisti presenti nell’amministrazione promuoveranno norme che aiutino concretamente i cittadini e lavoratori più colpiti dalla crisi, attraverso una serie di misure specifiche :

-          rifinanziamento del fondo di sostegno ai disoccupati nato nel 2009 da un’idea socialista;
-          fondo per gli anziani destinato al pagamento delle utenze domestiche;
-          esenzione o forti sconti delle rette per nidi, materne, mense e trasporti e libri scolastici 
      quanti hanno perso il lavoro lasciando la famiglia a reddito zero;
-          rifinanziamento del fondo di sostegno agli affitti;
-          interventi per la dilazione del pagamento dei mutui casa previo accordo quadro tra 
      amministrazioni e istituti di credito;
-          rifinanziamento del fondo di garanzia per l’accesso al credito da parte di piccole e medie
      imprese destinato e investimenti e patrimonializzazioni;
-          impiego di disoccupati in servizi di natura civica.



IL GOVERNO DELLA CITTA

Strumenti Urbanistici
Politica della casa
Centro Storico
Frazioni
Opere pubbliche
Viabilità
Servizi Pubblici Territoriali



STRUMENTI URBANISTICI 

Fatta salva l’esigenza di mantenere inalterate le linee guida del PTCP, comprese tutte le norme di tutela ambientale e fluviale, è necessario avviare una revisione del Piano Strutturale ( PSC ) in quanto sovradimensionato e non più attuale nell’offerta abitativa.  Contemporaneo avvio di una procedura di variante al Regolamento Edilizio ( RUE ) nella direzione di una maggiore semplificazione e snellimento delle procedure, maggiore valorizzazione ed incentivi sugli interventi di ristrutturazione e riqualificazione del tessuto urbano esistente, anche alla luce di questi due anni di sperimentazione.
In particolare vanno prese alla lettera le riserve formulate a suo tempo dalla Provincia al PSC adottato, dove si chiedeva di rispettare quanto segue :
“nella definizione della potenziale offerta abitativa dovranno essere conteggiate anche le abitazioni che vengono sostituite a causa della richiesta di miglioramento della condizione abitativa, di abbandono del patrimonio edilizio obsoleto. Si sottolinea che le politiche di riduzione del non occupato sono di primaria importanza al fine di evitare l’incremento di suolo impermeabilizzato e ridurre il consumo di terreno agricolo, obiettivo primario per lo sviluppo sostenibile del territorio”
Ferma restando la necessità di sviluppare l’edilizia sociale e pubblica che trattiamo nel punto successivo, la residenza aggiuntiva prevista nel nuovo PSC, deve andare unicamente a vantaggio di chi in cambio della possibilità di ampliare, ristrutturare, riqualificare un immobile per le proprie esigenze familiari, possa cedere parte del terreno per realizzare standard, opere pubbliche, edilizia sociale. Secondo queste linee va indirizzato il POC1 ( Piano del Sindaco).
La programmazione urbanistica e territoriale va ripensata inoltre tenendo conto delle necessità di sviluppo e di crescita della bassa valla del Marecchia ( PSC unificato dei 3 Comuni) dato che nell’alta valle è già in essere un percorso per un unico PSC dei sette Comuni. Questi piani dovranno integrarsi a livello di Vallata. Peraltro va chiarito meglio il significato dei nuovi strumenti ( Piano Strategico di Vallata e Contratto di Fiume ), già oggetto di delibera del Commissario del Comune di Santarcangelo e come si inquadrano nell’attuale PTCP. 
Il rischio reale è quello di una pletora di vincoli burocratici creati sulla testa di quelle popolazioni. La nostra città ha il dovere di svolgere un’azione trainante a partire dalla valorizzazione dei caratteri ambientali, storici e paesaggistici che devono diventare essi stessi strumento e  occasioni di lavoro e di benessere sociale per i residenti. Non va trascurato neppure il ruolo che può avere la manifattura peraltro già presente sul territorio a cui vanno date le migliori condizioni di crescita.
La nostra proposta era ed è quella di agevolare ed incentivare al massimo il recupero e il rinnovo del patrimonio edilizio in condizioni di degrado o non più a norma e negli ambiti consolidati di mantenere il valore e le potenzialità del singolo lotto frutto di risparmi e sacrifici.
All’insegna della eco-sostenibilità andranno incrementati nei regolamenti edilizi gli incentivi non solo in termini di indici costruttivi ma  anche economici (sotto forma di sgravi fiscali) a favore della bio-architettura, bio-edilizia, risparmio energetico( anche perché l’industria del risparmio energetico può consentire la ripresa economica contribuendo a diffondere specializzazioni locali del settore).
Un altro capitolo importante è quello dell’adeguamento sismico delle nostre abitazioni che, essendo per oltre il 60% antecedenti alle normative antisismiche, darebbe un’opportunità di ripresa duratura all’edilizia, in particolare a quelle  piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto trainante della nostra economia. In questo caso sarebbe fondamentale una legge nazionale o regionale con incentivi o sgravi fiscali. 
Infine un richiamo a agli I.C. (Intervento Diretto Convenzionato) residuo del vecchio PRG, riportando il contenuto di un osservazione al RUE  che sottoscriviamo:
“Gli ambiti IC sono per natura un “anomalia” del sistema, nel senso che non possono essere né ricompresi negli interventi diretti standard perché si rende obbligatoria la sottoscrizione di una Convenzione con l’Amministrazione Comunale, ma non sono nemmeno catalogabili come interventi indiretti per i quali vi è l’obbligo di inserimento nel POC. Proprio perché trattasi di “anomalia” deve essere assolutamente trasparente il percorso ed il destino che avranno tali interventi. Ma soprattutto deve essere chiara l’intenzione di aver individuato tali aree per ottenere dei benefici per la collettività e di averli in tempi brevi e certi”.
Delle due l’una o vanno attuati ( anche tramite l’inserimento nel POC ) o vanno stralciati, non possono restare sospesi all’infinito.


POLITICA DELLA CASA

La casa è un diritto, l’abitare una condizione della cittadinanza.  Rispondere ai bisogni di chi cerca casa ed ha mezzi limitati è un dovere al quale l’ente pubblico non può sottrarsi. La passata amministrazione, seppur interrotta anticipatamente, non ha mantenuto gli impegni presi, per questo nel POC1 ( Piano del Sindaco ) vogliamo un cambio di marcia effettivo iniziando a dare risposte concrete a questo bisogno sociale e non solo progetti. Occorre uno sforzo di fantasia per trovare i modi di sfruttare il vantaggio della perequazione per acquisire lotti da destinare all’edilizia sociale senza per forza ricorrere alla merce di scambio di consumare nuovo territorio.
La città negli ultimi due decenni è cresciuta molto, forse troppo, non sempre in maniera equilibrata.
Espansione e crescita edilizia hanno progressivamente cancellato gli ampi spazi aperti che caratterizzavano il nostro ambiente urbano e suburbano.
Si è andato alimentando un ciclo di speculazione fondiaria non sempre rispondente alle reali esigenze della comunità, soprattutto dei soggetti più deboli (operai, anziani, precari, giovani coppie, immigrati ).
Le case in affitto le chiedono coloro i quali possono disporre di redditi modesti, per questi i Peep non sono mai esistiti. Dunque riteniamo prioritario:
-          reperire nuovi lotti sui quali costruire in accordo con ACER alloggi da dare in locazione 
      a canone calmierato;
-          costruire alloggi protetti per anziani autosufficienti;
-          effettuare una ricognizione periodica delle abitazioni sfitte;
-          sostenere il fondo comunale di aiuto agli affitti per le persone che per condizioni di    
      reddito troppo elevato non possono accedere all'edilizia agevolata e nel contempo 
      impossibilitate ad accedere al libero mercato;
-          consolidare e rafforzare il punteggio per l’anzianità di residenza nella formazione delle 
      graduatorie ERP;
-          abbassare la soglia di reddito familiare per accedere e permanere negli alloggi ERP onde favorire maggiore ricambio.
Nell’ambito del POC1 chiediamo di intraprendere percorsi di edilizia convenzionata per permettere alle giovani coppie ed alle famiglie di poter costruire anche attraverso l’esperienza dell’autocostruzione, già sperimentata in altri Comuni, che permette di abbattere i costi in maniera rilevante.

 

  CENTRO STORICO


Il centro storico, per la sua conformazione morfologica, richiede un’attenzione particolare nel pieno rispetto del tessuto urbano esistente e del paesaggio con interventi che ne garantiscano la conservazione ed il restauro. E’ doverosa una riqualificazione degli spazi e delle piazze Marini e Marconi, affinché vengano contemperate le esigenze degli abitanti e delle attività commerciali esistenti nel pieno rispetto dei diritti e dei doveri di ognuno.
La nostra posizione sul Centro Storico è sempre stata chiara e netta: sin dall’inizio degli anni ’80 per primi abbiamo voluto la pedonalizzazione delle Vie Cavour, Don Minzoni, Matteotti, Molari e Piazza Ganganelli.  Così per le vie De Bosis e C. Battisti, limitando l’accesso ai soli residenti e agli operatori commerciali.                   
Detto questo è ora necessario però fare una distinzione che i residenti e gli esercenti ben conoscono: centro storico alto e centro storico basso. Per quanto riguarda la parte alta, sono necessari interventi affinché si presenti ai residenti ed ai turisti un luogo godibile per la sua storia e sue testimonianze. Perché non pensare ad attività come le botteghe di vicinato, artigianali e storiche, che diano un percorso logico al turista che sale il colle Giove? Perché non pensare anche all’occupazione giovanile incentivando giovani imprenditori con agevolazioni tributarie nei primi 5 anni di attività, accesso al credito agevolato, sostegno all’imprenditoria femminile e magari con tasse di occupazione suolo pubblico e rifiuti dimezzate ?
Noi crediamo che tutto questo vada ad arricchire l’offerta ai residenti ma anche al turista di passaggio e in questo s’inserisce la nostra proposta fatta di recente di un marchio turistico/commerciale per la “Valmarecchia”, che tende a valorizzare il proprio territorio e le sue tradizioni siano esse enogastronomiche, artigianali o culturali.                                                                                                                             
Il centro storico basso rappresenta invece un’altra realtà da sempre. Qui possono concentrarsi le attività economiche, i bar, i ristoranti e i negozi. Questo è il centro commerciale naturale e così deve continuare ad essere perché è il suo punto di forza.                                                                                                    
In alto prevale la dimensione del silenzio e della scoperta, in basso quella dell’ospitalità e degli eventi. Le diverse esigenze e la diverse vocazione possono benissimo coesistere.

  FRAZIONI

E’ necessario procedere alla definizione delle frazioni caratterizzandone gli spazi onde evitare un continuo e indistinto urbanizzato e dotarle di centri civici/spazi comuni per favorire l’aggregazione degli abitanti evitando così di costruire quartieri dormitorio. Le frazioni dovranno essere collegate al centro tramite da una rete di piste ciclabili che consenta la mobilità per e dal centro, senza l’uso dell’auto. Incentiveremo il permanere dei piccoli esercizi commerciali nelle frazioni, studiando forme per sostenerli e per garantire il loro importante servizio.
Si procederà inoltre nei limiti delle risorse disponibili alla realizzazione di tutte quelle forme di arredo urbano e di interventi per la sicurezza ( marciapiedi, attraversamenti pedonali, protezione pedonali, verde pubblico ) per favorire il benessere sociale degli abitanti.


OPERE PUBBLICHE

Crediamo sia responsabilità della nuova Amministrazione occuparsi innanzitutto della tutela e della manutenzione del patrimonio pubblico esistente: strade, segnaletica, scuole ed edifici pubblici in genere, parchi e giardini.
Per quanto riguarda il patrimonio edilizio comunale occorre procedere ad una destinazione per l’utilizzo dei vari immobili di proprietà pubblica o parzialmente pubblica per una più razionale suddivisione e destinazione d’uso. Si pensi in particolare alle Ex Carceri,  alla Scuola del Bornaccino, al palazzo Docci, che corrono il rischio di subire un degrado irreversibile.
L’edificio storico delle scuole elementari “Pascucci” indipendentemente dal permanere o meno della funzione scolastica deve restare anche in futuro un bene pubblico al servizio della città.


1. Piazza Marini

Hanno ragione gli esercenti delle attività prospicienti a lamentare una progressiva marginalizzazione della piazza dal contesto del centro commerciale naturale che ha trasformato questo spazio in un parcheggio e solo un pallido ricordo di quello che fu negli anni d’oro, uno dei luoghi più belli e vitali della città.!

Per questo noi Socialisti riteniamo indispensabile realizzare, una sistemazione complessiva dell’area in cui è inserita la piazza che comprenda, oltre la sua pedonalizzazione anche quella  di via  A. Costa a partire da Palazzo Francolini, e  accordo con il privato permettendo, la prosecuzione  di via G. Bruno fino a via Montevecchi. Data la dimensione dell’intervento, si può procedere anche per stralci.
Solo in questo modo potremo ridare a Piazza Marini quella dignità che merita, restituire ai santarcangiolesi uno dei luoghi a loro più cari e agli esercenti che vi si affacciano una grande opportunità commerciale.


2. Piazza Marconi

Anche questa piazza, seppur oggetto in passato di qualche tentativo di recupero  della memoria ha completamente perso quelle caratteristiche essendo stata adibita sempre a parcheggio. Anzi le auto nel tempo l’hanno invasa sempre più arrivando ad occupare fino all’ingresso del Supercinema.
Rappresentava uno di quegli spazi aperti tipici di Santarcangelo e va riportata nella sua dimensione originaria non dimenticando che vi si affaccia la rinata sala cinematografica del Supercinema. 
Le auto dovranno trovare un’altra collocazione, non possiamo continuare ad adibire le piazze a parcheggio solo perché non sappiamo dove metterle. Occorre fare uno sforzo e trovare una soluzione condivisa con tutti i soggetti interessati. Noi Socialisti siamo disponibili a discutere qualunque soluzione.


3. Pescheria quale destino ?

L’edificio, di notevole valenza storica e architettonica  è da secoli elemento caratteristico del centro storico e assolve ancora pienamente alle funzioni di pescheria per gli abitanti  della città e non solo.
Non dimentichiamo che rappresenta nel nostro circondario l’ultimo esempio di pescheria ancora ubicata in edificio storico e la Santarcangelo della memoria storica  e delle tradizioni che vogliamo come residenti e che vogliono i turisti non può permettersi di cancellarla a cuor leggero, senza una attenta riflessione condivisa con la cittadinanza. Non si prendano decisioni affrettate, si facciano le dovute verifiche e valutazioni per gli adeguamenti igienico sanitari necessari e del canone di affitto coinvolgendo in primis gli attuali operatori.


4. Buzzi Unicem

La destinazione urbanistica di quel sito è riassumibile nel mantenimento di quell’area a produttivo con l’inserimento di una quota di residenziale.
La nostra proposta in merito è questa:
  1. la frazione di San Michele, dove sorge l’ex stabilimento, è stata dimenticata dalle amministrazioni comunali che si sono succedute nell’ultimo ventennio, nonostante i ripetuti interventi e solleciti dei Socialisti nulla è stato fatto in termini di servizi pubblici.
  2. ora, chiediamo di  intervenire per fornire agli abitanti della frazione  quei servizi che da anni reclamano. Ogni progetto di intervento dovrà essere condiviso con i residenti.
  3. quella parte destinata a residenziale e a spazi pubblici, dovrà essere il nuovo centro di aggregazione della frazione di San Michele. 
  4. nella restante parte e più estesa destinata a produttivo, abbiamo lanciato l’idea di un Polo Tecnologico nei settori della green economy ( soluzioni innovative per l’illuminazione, costruzioni ecosostenibili, gestione dei rifiuti ) che darebbe una spinta alla nascita di tante piccole e medie imprese nel comprensorio della Valmarecchia e non solo.


5. Parco dell'Uso - Via Emilia

Occorre valorizzare la porta ovest della città quale varco paesaggistico, con riferimento al D.M. 2/12 /1969 ai sensi legge 1497/39 che riconosce il notevole interesse pubblico della zona panoramica del comune di Santarcangelo.
Lungo il tratto occidentale della via Emilia dare una visibilità maggiore alle connessioni visuali tra il centro storico e l’area verde lungo il fiume Uso, ricucendo e recuperando questo tratto di paesaggio attraverso: il potenziamento dei percorsi sicuri, la continuità del verde fluviale, il passaggio ordinato dal paesaggio costruito al paesaggio naturale, la connessione tra le permanenze storiche del territorio attraverso i percorsi verdi (mulini), il Met (museo all’aperto osservatorio/laboratorio sul paesaggio in divenire ).
Superando la logica tradizionale di tipo quantitativa in favore di una  di tipo qualitativo, si potranno concentrare le aree verdi per la realizzazione di un parco urbano con valenze storico paesaggistiche (campagna centuriata, via Emilia, mulini, fiume Uso, viale della memoria già parco Rimembranza, frange periferiche, etc…).


VIABILITA’

Occorre adottare due linee di intervento per quanto riguarda la mobilità: costruire infrastrutture e diffondere l’utilizzo dei trasporti pubblici locali, snellendo il traffico su gomma dando alternative comode e convenienti ai mezzi privati.
Per quanto riguarda le infrastrutture, di concerto con gli Enti interessati (Provincia, Regione e Anas) e con i Comuni limitrofi e dell’intera vallata, andranno pianificate soluzioni che permettano ai flussi di traffico di bypassare i centri abitati.
A questo fine e a fronte delle non superate difficoltà sia di natura finanziaria che ambientali alla realizzazione del secondo tratto della strada di gronda, nonché alle difficoltà tutt’ora irrisolte di trovare un tracciato condiviso, riteniamo utile riprendere il vecchio progetto di collegare con una circonvallazione la strada di gronda alla Provinciale Uso per portare tutto il traffico pesante lontano dai centri abitati.
Nello stesso tempo ritorna di attualità anche per la presenza di minori vincoli ambientali un raccordo viario sul lato destro della valle del Marecchia collegando l’attuale troncone della strada di gronda con la circonvallazione di Verucchio.
Dalla stazione di Santarcangelo un vettore leggero, ( navetta su monorotaia tipo People Mover ) seguendo il tracciato della vecchia ferrovia Santarcangelo-Urbino, potrebbe collegare i centri principali della Valmarecchia, trasformando in questo modo la nostra stazione in un importante nodo di interscambio con la vallata del Marecchia e la riviera, che dovrebbe essere collegata a Santarcangelo in modo più rapido e frequente attraverso rotaia ( TRC o altro ).
Continueremo la nostra battaglia affinché la stazione di Santarcangelo abbia più fermate di treni locali in direzione Rimini e Bologna a beneficio di pendolari ( studenti e lavoratori ), dell’economia turistica di vallata e di un sempre minore inquinamento da traffico su gomma.
E’ assolutamente necessaria la messa in sicurezza della via Emilia nel tratto che interseca l’abitato di Santarcangelo attualmente fonte di insicurezza per residenti, studenti e automobilisti.


SERVIZI PUBBLICI TERRITORIALI

In una congiuntura economica particolarmente critica come quella attuale, non è più accettabile che sui Comuni si riversino gli oneri e i sovra costi di un sistema di gestione dei servizi pubblici locali che vede nel Comune l’ultimo “anello” della catena.
Dunque, in questo contesto s’impone una revisione strutturale dei costi, su tutta la filiera delle Società cui prende parte il Comune, evitando che il prezzo della crisi si scarichi sui cittadini e sulle imprese da cui dipende in gran parte la ripresa economica.
Se, dunque, appare del tutto apprezzabile che nel nostro Comune siano state mantenute le tutele sociali più importanti a costi sostanzialmente invariati, che sia stata operata una contrazione delle spese riportando in gestione “economica” una serie di servizi prima esternalizzati, appare evidente la consistenza della spesa alla voce “HERA” (circa 3 milioni di euro), relativa a servizi altrettanto importanti quali la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti che si definiscono di “igiene ambientale”.
Una spesa in aumento ogni anno e nonostante sia stata più volte riconosciuta la virtuosità dei nostri cittadini che, dall’introduzione del sistema di raccolta rifiuti e-gate, hanno raggiunto livelli pari a oltre il 70% di raccolta differenziata.
Su questa premessa si fonda un impegno preciso nella prospettiva futura della gara che dovrà riconfigurare la gestione dei servizi in oggetto. In quest’ultimo contesto, l’obiettivo è quello di ridare ai Comuni il pieno controllo sull’intero ciclo integrato dei rifiuti compreso il beneficio economico derivante dalla gestione di singole parti del ciclo di raccolta e smaltimento da parte di soggetti diversi pubblici o privati, non escluse società in house, in reciproco contrasto di interesse.
Hera spa, negli ultimi anni, ha investito nel nostro territorio ingenti somme in impianti molto costosi inserendosi in uno dei business pubblici più rilevanti e redditizi. Questa società, a prevalente capitale pubblico, è riuscita a far indirizzare ed approvare i vari Piani Provinciali dei rifiuti a seconda della sua programmazione e della sua strategia economica. E’ entrata con forza nei palazzi comunali e provinciali dettando le sue condizioni, influenzando le politiche di partiti e amministrazioni.
Ma molti cittadini si stanno rendendo conto che se una multi utility come HERA, si occupa dello smaltimento e pure della raccolta dei rifiuti, c’è qualcosa che non va, è in atto un gigantesco conflitto di interessi a danno dei Comuni e della collettività. Solo separando la raccolta dallo smaltimento, i Comuni avranno la possibilità di avere l’ultima parola come è giusto che sia. Si deve riportare la decisione d’indirizzo nelle mani dei sindaci, quindi del pubblico. Ma fino a che esisterà la sudditanza del Comuni nei confronti di HERA e dei suoi dividendi, sarà difficile cambiare metodo.
Noi indichiamo una strada, ma in caso di insuccesso o peggio ancora, non venga neppure tentata, noi chiederemo l’uscita dal patto di sindacato e il recupero della piena autonomia del Comune. 
Per quanto riguarda i servizi idrici ( acquedotti, fognature, depurazione) ribadiamo il principio della validità della gestione pubblica, finanziata dalla fiscalità generale, così come stabilito dai cittadini nel referendum nel 2011 e siamo in attesa che venga attuato integralmente anche nella parte in cui si stabilisce che deve cessare la remunerazione del capitale investito. Resta invariata anche in questo ambito l’esigenza dell’ente locale di sottrarsi ai condizionamenti dei gestori del servizio recuperando piena autonomia di indirizzo e controllo.

I SERVIZI ALLA PERSONA


Sanità e Servizi socio-assistenziali
Servizi Scolastici e Sportivi
Cultura


Sanità e Servizi Socio-assistenziali

Sono servizi fondamentali nella vita delle persone e mostrano il grado di civiltà nonchè il benessere sociale raggiunto da una comunità. D’altra parte nel nostro Paese è in atto, a seguito della più grave crisi delle pubbliche finanze dal dopoguerra, una profonda trasformazione sia dell’organizzazione che della distribuzione  dei servizi socio-sanitari. 
Questo fenomeno si inserisce in un trend demografico che vede aumentare progressivamente il peso della popolazione ultra 65enne, il cui bisogno di cure è in progressiva crescita. Aumentano le patologie croniche, diminuiscono quelle acute. Le finanze pubbliche, non sono in grado da sole  -  causa anche i mancati tagli alla spesa pubblica improduttiva e il cronico problema dell’evasione fiscale  -  di far fronte a queste nuove domande,  se non facendo ricorso al contributo del mondo cooperativo e del privato-sociale, in una prospettiva di sempre maggiore sussidiarietà. 
Anche la nostra Regione vedrà già dal 1 gennaio 2014 la nascita dell’ASL Unica di Romagna e la fine della delega dei servizi sociali all’ASL riminese per quanto riguarda la nostra Provincia, mettendo fine ad un’anomalia ormai unica nel panorama regionale. Nel contempo,  nuove forme di aggregazioni di Comuni, come l’Unione dei Comuni della Valmarecchia e le stesse Aziende dei Servizi alla Persona (ASP), possono diventare soggetti attivi nella gestione delle politiche socio-sanitarie e socio-assistenziali.
In questo panorama, in rapida evoluzione, sono inseriti i principali soggetti del welfare locale e di vallata:  l’Ospedale Civile “A. Franchino“ di Santarcangelo e le residenze protette per anziani di Santarcangelo e Verucchio facenti parte dell’ASP “ Valle del Marecchia “e l’ospedale “ Sacra Famiglia “ di Novafeltria.

Ospedali “A. Franchini“e “ Sacra Famiglia “

L’ospedale Franchini rappresenta un importante presidio ospedaliero per la nostra realtà cittadina e non solo, avendo un bacino di utenza che comprende alcuni comuni limitrofi della bassa Valle del Marecchia e di parte della Valle dell’Uso. Il valore del nostro ospedale è rappresentato dalla qualità dei servizi, la professionalità, la cura e l’attenzione per la persona, da parte di tutto il personale ospedaliero. Le amministrazioni comunali santarcangiolesi hanno investito, anche attraverso la vendita di patrimonio pubblico, nella struttura dell’ospedale, garantendone, anno dopo anno, un continuo miglioramento.
Per il futuro dovremo ponderare bene le nostre strategie e scelte, ragionando da “amministratori illuminati”, abbandonando i campanilismi ed il giusto orgoglio per quanto fatto e indicando con chiarezza, nelle sedi opportune, le prospettive del nostro ospedale ed il ruolo che dovrà avere nel panorama della futura ASL unica romagnola.
Sicuramente, una provincia unita che porti ai tavoli decisionali il comune sentire di un intero territorio, può farci uscire indenni e più forti dalle decisioni e ristrutturazioni che subirà la sanità nel prossimo futuro. Per questo, è necessario elaborare una strategia unica fra Rimini, Santarcangelo, Novafeltria, Riccione , Cattolica, che veda i rispettivi presidi sanitari coordinarsi e “completarsi” a vicenda, anziché contrapporsi; ma qualora ciò non dovesse accadere, saremo pronti a giocare anche direttamente un’azione politica di tutela verso il nostro ospedale.
La specializzazione alla mammella ha fatto del nostro ospedale un centro specializzato di altissimo livello, dove l’equipe chirurgica ha attivato azioni importanti anche nel campo della ricerca. Crediamo con forza che questo patrimonio non debba essere sminuito o modificato da trasformazioni di natura economica e politica di un livello più alto di quello locale, ma che invece si debba proseguire attraverso la strada della specializzazione per dare più forza e risonanza al nostro presidio sanitario.
Il Franchini svolge un ruolo importante e pensiamo da salvaguardare anche nel campo della chirurgia di media e bassa complessità. In questo, costituisce un supporto importante all’ospedale di Rimini, essenziale soprattutto nelle situazioni di affollamento sempre più frequenti negli ultimi anni. Per questo riteniamo molto grave e foriero di cattivi presagi che dopo due anni non sia ancora  stato nominato il nuovo primario dopo la rinuncia, altrettanto sospetta, fatta da uno specialista della sanità milanese.
Altra parte decisamente importante del nostro ospedale sono i poliambulatori, i quali permettono ai nostri cittadini di avere risposte veloci e vicine ai più frequenti bisogni sanitari. Riuscire a mantenere questi tipi di servizi all’interno del riassetto istituzionale che avverrà all’interno dell’area romagnola non sarà facile, ma un ruolo determinante nella scelta delle azioni per tutelare tale patrimonio, potrà sicuramente essere svolto dalla cultura, dagli ideali che da sempre caratterizzano l’agire del centrosinistra: la scelta di ciò che è più utile ai cittadini, con particolare attenzione a quelli con maggiore difficoltà, di ciò che è loro più “vicino”.
In ambito sanitario, un altro aspetto importante riguarda il rapporto tra struttura ospedaliera e medici di famiglia. In particolare per quanto riguarda le cosiddette “dimissioni assistite “. Considerando che in futuro questa prassi di trasferimento di carichi di lavoro sul territorio tenderà ad aumentare con relativa diminuzione di risorse necessarie presso l’ospedale, si ritiene che ci sia un motivo in più per richiedere un potenziamento dei poliambulatori.
In questo quadro si inserisce anche il ruolo che la  “La casa della salute “ dovrà avere all’interno della struttura ospedaliera, utilizzando i locali dell’ex casa colonica e tutti quelli necessari fuori da essa.  La Casa della Salute rappresenta il luogo ove si sviluppano le cure primarie e le cure intermedie.   
Le cure primarie costituiscono l’area nella quale sono comprese quelle forme essenziali di assistenza sanitaria che sono basate su tecnologie di base e metodi pratici, scientificamente validi, accessibili a tutti gli individui e alle famiglie nella comunità. comunità.                           Le cure intermedie costituiscono l’area delle cure che si trovano a metà strada fra le cure intensive  ospedaliere e quelle estensive per la cronicità delle patologie, garantite a domicilio o nelle strutture residenziali.
Essa è, pertanto, un’area di servizi integrati, sanitari e sociali, domiciliari, residenziali e semiresidenziali finalizzati a garantire la continuità assistenziale dopo la dimissione ospedaliera; favorire il recupero funzionale e la massima autonomia dei pazienti;                     soddisfare i bisogni dei cittadini che presentano una patologia che richiede un elevato grado di protezione, evitare ricoveri impropri e potenzialmente dannosi nelle persone anziane.
La prospettiva dell’ospedale di Novafeltria è altrettanto incerta. Se da una parte si tende a rassicurare le popolazioni dell’alta valle sulla funzione insostituibile di quel presidio sanitario, dall’altra abbiamo dati numerici di interventi e prestazioni che difficilmente fanno pensare che tutto possa rimanere com’è ora.

ASP “Valle Marecchia”

Le attuali difficoltà di bilancio in cui versa l’azienda responsabile delle case di riposo e di altre strutture per anziani di Santarcangelo e Verucchio ( ASP Valle Marecchia ) sono state causate, -  oltre che da incongruenze della legge regionale sugli accreditamenti che stanno creando difficoltà ai bilanci di moltissime ASP emiliano-romagnole, -  da scelte unilaterali fatte dal Comune di Verucchio (socio al 49%) nel silenzio colpevole di quanti avrebbero dovuto vigilare  ( giugno 2011 ) .                                                                                                          Santarcangelo e in definitiva la nostra comunità,  non possono accollarsi il costo di 90 mila euro (50% della perdita del 2013) perché non hanno responsabilità per la situazione creatasi.  Noi Socialisti, che crediamo nella validità e necessità di unificare  il più possibile l’intera vallata, non possiamo accettare queste condizioni inique e penalizzanti , ma saremo sempre pronti a riprendere il cammino dell’integrazione appena questo stato di cosa verrà superato.                                                              
Se consideriamo la sola Casa Protetta “Suor Angela Molari“ di Santarcangelo e la residenza attigua - frutto di donazioni e azioni caritatevoli fin dal 1873 - hanno i propri bilanci in attivo. Non solo, producono utili pari a 140 mila euro annui derivanti dal canone che la cooperativa affidataria versa alle casse dell’ASP “Valle Marecchia“.                                             Se gestita in autonomia ci sarebbero le risorse per fare gli investimenti necessari ad incrementare i posti letto,  anche solo diurni, in considerazione delle crescenti richieste della nostra popolazione anziana.     
Nel perdurare di questa situazione e nel confermare la validità della scelta fatta nel 2010 di non fare la fusione con l’ASP ” Valloni “di Rimini, riteniamo ragionevole sciogliere l’ASP “ Valle Marecchia “ e riportare la Casa Protetta “Suor Angela Molari” e la residenza connessa sotto gestione diretta del Comune di Santarcangelo. Ciò nel rispetto della legge regionale e delle deliberazioni del Consiglio Comunale. Successivamente possiamo prendere in seria considerazione, nell’ambito del trasferimento dei servizi sociali alla rinnovata Unione dei Comuni della Valmarecchia, opzione che riteniamo preferibile, anche il passaggio a questo ente delle strutture per anziani di Santarcangelo.

Scuola

Anche per il caso della scuola vale la considerazione sulla tutela e la manutenzione di tutti gli edifici esistenti attraverso un piano annuale di adeguamenti ed interventi.
E’ necessaria poi un’attenta analisi dei flussi scolastici per poter eventualmente parlare di edifici intercomunali per razionalizzare i costi di trasporto e di funzionamento. Gli edifici scolastici sono spesso inutilizzati nelle ore pomeridiane e serali. Occorrerebbe, così come si fa già da tempo in diversi Paesi europei, pensare ad un utilizzo delle scuole a servizio dell’intera comunità.
Dare sostegno organizzativo e finanziario (anche attraverso sponsorizzazioni e qui fondamentale può essere il ruolo della Fo.Cu.S ) a tutte quelle iniziative rivolte alle scuole, ai bambini e alle famiglie che consentano il recupero e il mantenimento della memoria storica della città, dei sui luoghi e dei sui personaggi.
La scuola Santarcangiolese ha prodotto insegnanti che hanno avuto “impatto” anche a livello nazionale per il loro modo di mettere in relazione didattica e arte: Moroni, Nicolini, Guerra, Pascucci. Questa eccellenza va assolutamente attualizzata e valorizzata attraverso progetti specifici.
Negli ultimi anni sta riscuotendo grande successo l’esperienza del Pedibus dimostrando che esiste una grande attenzione da parte delle famiglie alle tematiche del benessere psicofisico ed ambientale. Occorre incentivare tale pratica e mettere in condizione gli studenti e le famiglie di raggiungere le scuole in sicurezza e con percorsi ciclo-pedonali protetti.


Sport

La richiesta di spazi per le attività sportive va crescendo nonostante la crisi degli ultimi anni. Ciò dimostra come vi sia una forte attenzione ed una sensibilità accresciuta al benessere fisico (come dimostrato scientificamente poi una costante pratica sportiva riduce sensibilmente i costi sociali derivati da alcune malattie metaboliche).
La crisi però mette in seria difficoltà alcune famiglie che non riescono più a consentire ai propri figli un’adeguata pratica sportiva. Occorre perciò un accordo con le Società Sportive e la previsione di forme di agevolazione per consentire a tutti di partecipare alle attività sportive.
Infine è necessario sostenere l’associazionismo implementando le convenzioni esistenti perché Santarcangelo  possa continuare a mantenere quelle eccellenze sportive che si sono distinte e sviluppate negli ultimi anni, anche ampliando le strutture esistenti (soprattutto nelle frazioni).
Rimane aperto il problema di una piscina coperta a Santarcangelo o attraverso interventi sull’attuale struttura o con la realizzazione di un nuovo impianto.


Integrazione dei cittadini stranieri e immigrati

Il nostro impegno sarà quello di contribuire ad una maggiore integrazione dei cittadini stranieri e immigrati. Riteniamo che la vera integrazione si raggiunga a partire dalla conoscenza reciproca, dal rispetto di regole e doveri e dal riconoscimento di diritti. In particolare avremo cura di sostenere l’integrazione scolastica dei piccoli e la qualificazione del lavoro delle donne immigrate (anche attraverso corsi di alfabetizzazione )                           Faremo in modo che la diffusione della cultura dell’integrazione passi anche attraverso la mediazione linguistica e culturale sia all’interno delle scuole che negli ambiti istituzionali.


Cultura

L’Amministrazione Comunale dovrà incentivare tutte le forme e le produzioni culturali presenti nel territorio. Cercheremo di fare in modo che non vengano sostenuti solo i “grandi eventi” culturali, ma che quotidianamente i cittadini possano accedere alla cultura ed al sapere, attraverso forme permanenti di incontro e di scambio utilizzando al meglio le possibilità offerte dalla Fondazione Cultura Santarcangelo (Fo.cu.s.)  e  dalla nuova biblioteca.
Santarcangelo ha, tra i suoi valori aggiunti una identità ed una importanza come centro di elaborazione e produzione culturale  che le vengono riconosciute sia da esponenti del mondo della cultura che dal pubblico che frequenta le varie manifestazioni ed eventi.
E’ indispensabile che tale prerogativa, consolidatasi grazie a manifestazioni di spessore e alla celebrità di alcuni santarcangiolesi (sia di nascita che di adozione), non si arresti ma che venga anzi coltivata ed accresciuta.
-          Festival Internazionale del Teatro in Piazza: è imprescindibile ed indispensabile. Occorre sostenere la tendenza degli ultimi anni ad ampliare l’attività durante tutto l’anno.
-          Sistema Musei/Biblioteca/Cinema : FOCUS ha permesso una stretta e proficua relazione tra i vari Istituti culturali. Occorre perfezionare questo rapporto perché diventi, da un lato, un punto di riferimento e di collegamento con il settore turistico, e dall’altro affinché venga chiarito il rapporto con l’Amministrazione Comunale che deve mantenere la titolarità delle politiche culturali. Rafforzare ancora di più il legame affettivo e partecipato tra i musei comunali e la popolazione sulla strada già intrapresa, ma non implementata, di incontri conviviali nelle migliori tradizioni della socialità romagnola.
-          La riapertura del supercinema è una scommessa importante e coraggiosa per la ripresa culturale della città anche nel campo audiovisivo e teatrale. Ringraziamo la fondazione cultura per quanto fatto, facciamo un appello a tutta la popolazione di Santarcangelo e Valmarecchia di sostenere e dare un futuro a questa sala cinematografica.
-          Siamo riusciti, con la passata amministrazione, a porre le basi per la costituzione della banda musicale comunale. Questa preziosa esperienza non va perduta, ma sviluppata e potenziata creando un vera e propria scuola musicale cittadina per ragazzi e adulti.
-          Santarcangelo è la capitale italiana della poesia dialettale, ma non ha ancora una programmazione annuale di eventi e manifestazioni di rilievo nazionale e un centro permanente di documentazione sul dialetto romagnolo nelle sue varie espressioni poetiche, letterarie e teatrali.
-          Rapporto con le scuole: è necessario per valorizzare e mettere in  circolo, in chiave inclusiva, il patrimonio culturale esistente e per contribuire all’elaborazione di quello futuro.
Per raggiungere tali obiettivi è assolutamente necessario che i vari contenitori culturali siano mantenuti in condizione di poter esercitare la loro attività: la manutenzione e la conservazione degli edifici è fondamentale.



ATTIVITA’ ECONOMICHE

Agricoltura
Manifattura
Commercio
Turismo


Gli anni che verranno, a prescindere da quando “usciremo dalla crisi”, saranno profondamente diversi dal passato, la globalizzazione, la grande finanza, una classe imprenditoriale e politica assai povera di etica e di valori morali hanno creato  disastri anche in una città come la nostra che negli anni era cresciuta in maniera armonica senza perdere di vista i suoi valori storici, dedicando sempre molta attenzione sia all’economia agricola e industriale ( Santarcangelo in passato è stata sede di molte Fabbriche ) sia alla cultura, o alla “bellezza” come direbbe Tonino Guerra, inutile ricordare che Santarcangelo ha dato i natali a tanti illustri poeti ed artisti.
Ora le Fabbriche non ci sono più,  la Buzzi ha chiuso i battenti già da qualche anno e si rende necessaria la sua riconversione, naturalmente non sono solo le Fabbriche a non esserci più, in questi ultimi anni le piccole e medie aziende specialmente del settore delle costruzioni che versano in gravi situazioni sono tante con le conseguenti ricadute occupazionali.
L’economia in questi  ultimi dieci anni è cambiata profondamente, la politica ha il dovere di governare questi cambiamenti e non subirli, tanto per fare un esempio se alcuni anni fa le aziende ci chiedevano terreni per l’espansione delle Aree Produttive, ora abbiamo il problema opposto, tanti spazi vuoti e/o invenduti.
Forse era meglio andare incontro alle legittime esigenze di espansione delle aziende e non a quelle di un mercato immobiliare che sembrava non fermarsi mai.  Facendo quindi tesoro degli sbagli del passato siamo convinti che si possa creare nuova crescita e lavoro concentrando i nostri sforzi investendo sulle eccellenze del nostro territorio, sulla bellezza del centro storico, del paesaggio della Valmarecchia e della cultura.
L’inserimento di Santarcangelo nel circuito Slow deve essere un punto di partenza e non di arrivo. La qualità e la bellezza non si difendono solo con politiche vincolistiche museali, ma facendo in modo che chi abita e lavora nella nostra città trovi conveniente investire sulla qualità, in un nuovo rapporto fra pubblico e privato, libero da pregiudizi e diffidenze, finalizzato ad unire gli sforzi, in cui ciascun interlocutore riconosca il fine dell’altro: il giusto profitto per i privati, il bene comune per il pubblico.


Agricoltura

A Santarcangelo  l’agricoltura rappresenta un settore economico di primo piano, rappresentato prevalentemente da  aziende agricole di piccole dimensioni. La piccola dimensione è il principale motivo per cui vanno sostenute per favorire accordi fra loro e con altri operatori economici ad esempio del commercio, della ristorazione e del turismo. 
Cercheremo di contribuire a preservare le tipicità del nostro territorio sostenendo iniziative già presenti e favorendone di nuove. In particolare i mercatini a km 0 e i Gruppi di Acquisto Solidali.
Una vera politica per l’agricoltura per la nostra città significa favorire gli attuali imprenditori agricoli ed in particolare formarne di nuovi, attraverso la permanenza dei figli in campagna o anche richiamandone di nuovi, occorre allora una politica tributaria che preveda sgravi sugli edifici strumentali, ci si dovrà adoperare per modificare gli strumenti urbanistici in maniera che si possano realizzare progetti di espansione agricola a prescindere dalle dimensioni dei terreni e favorire l’ampliamento delle abitazioni per incentivare la permanenza dei figli.
Un’importante occasione di sviluppo per il settore agricolo è rappresentata dal Turismo, innanzitutto perché il prodotto turistico che ci accingiamo a “vendere” è un territorio ricco di storia, tradizioni, cultura, natura ed eccellenze enogastronomiche, l’agricoltore può tornare ad un ruolo di primo piano anche attraverso la funzione di “custode” della bellezza del territorio. Coniugare un’agricoltura di qualità con un’offerta turistica fatta di agriturismi, bed & breakfast e/o attività di ristorazione sarebbe auspicabile e dovrà essere favorito dagli strumenti urbanistici.



 Manifattura

I settori artigianali ed industriali ed in particolare quello delle costruzioni sono senz’altro quelli che maggiormente hanno sentito gli effetti della crisi economica. Le piccole dimensioni che spesso caratterizzano le nostre imprese rappresentano limiti specialmente nella competizione internazionale, sostenere le associazioni di categoria che a loro volta favoriscono le aggregazioni di imprese sarà fondamentale.
La diminuzione dei  finanziamenti bancari alle imprese è l’altra causa della situazione di crisi in cui versano le aziende,  non possiamo risolvere il problema ma di certo ci impegneremo a sostenere i consorzi fidi che hanno comunque un ruolo molto importante. Affrontare il tema della burocrazia è prioritario, semplificare le norme e i regolamenti non solo può dare impulso all’economia ma porterà anche ad un rinnovato rapporto imprese/cittadini con le istituzioni.
Per sostenere ed attrarre nuove imprese nella nostra città occorre pensare specifiche agevolazioni tributarie ad esempio sugli edifici strumentali. Modificare gli strumenti urbanistici nella direzione della semplificazione, incentivando le imprese già presenti, le imprese eco-sostenibili e le start up (favorendo ampliamenti o cambi di destinazione senza extra oneri ). La possibilità di realizzare un polo scientifico tecnologico nell’area della ex Buzzi orientato ad esempio ai settori della green economy o comunque un incubatore di aziende in  settori ad alta tecnologia potrebbe non solo attrarre nuove aziende ma essere di supporto a tutto il tessuto imprenditoriale della provincia.
Da tempo diciamo che strumenti urbanistici che limitino l’utilizzo di nuovi terreni e che incentivino il recupero dell’esistente darebbero una grande mano alle imprese edili e a tutto l’indotto del settore della nostra città.

Commercio

Nonostante il calo generalizzato dei consumi non abbia certo risparmiato la nostra città, il settore commerciale ed in particolare il centro commerciale naturale di Santarcangelo continua ad avere una discreta capacità di attrazione. Gli investimenti (pubblici e privati) di questi anni erano nella giusta direzione.
Ormai da decenni noi Socialisti ci battiamo per la riqualificazione / pedonalizzazione del centro storico. La qualità dei servizi, la bellezza del territorio, gli eventi hanno sicuramente dato una mano a fronteggiare il calo dei consumi dovuto principalmente alla diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie.
La direzione da seguire sarà quindi quella già tracciata con l’ampliamento del centro commerciale naturale con la riqualificazione e pedonalizzazione di Piazza Marini, la chiusura di via Garibaldi nel tratto davanti il palazzo comunale, ma anche facilitazioni per la sosta breve (con parcheggi gratuiti) per chi si reca a fare spese in centro e una politica tributaria che disincentivi i proprietari di locali a tenere i negozi sfitti al fine di calmierare i canoni di affitto.
Favorire l’apertura di attività che vanno nella direzione della qualità, dei prodotti tipici nonché piccole attività artigianali (botteghe) anche nel centro storico che andranno ancor più a caratterizzare la bellezza e la capacità attrattiva della nostra città. Santarcangelo non è solo capoluogo, riteniamo infatti importante favorire e sostenere gli esercizi commerciali di vicinato al fine di dare miglior identità alle frazioni e servizi ai loro abitanti.

Turismo

Finalmente parliamo di turismo, anzi in realtà che ne parliamo sono già diversi anni ma purtroppo non si va molto oltre. La parola chiave del turismo è “ Fare Sistema “ e in un certo senso il primo ad avercelo detto con la sua solita poetica è stato Tonino Guerra: “La Valle sarà più Bella se sarete Uniti”.
Fino ad oggi abbiamo fatto prevalentemente escursionismo, ovvero turisti che vengono a visitare Santarcangelo per qualche ora ma che mangiano, dormono e fanno shopping (ovvero creano occupazione e ricchezza) sulla costa. Occorre un progetto di marketing territoriale dell’intera Valmarecchia ed individuare un’agenzia / consorzio alla quale partecipino tutte le realtà locali e le associazioni di categoria della vallata.
Occorre confezionare il “Prodotto Turistico Valmarecchia” con un brand che lo identifica ed un soggetto che lo sappia commercializzare, naturalmente servono anche imprenditori che sappiano cogliere queste opportunità. Le bellezze naturali, gli itinerari storico /culturali, i borghi, le rocche, i prodotti enogastronomici, i percorsi naturalistici del Marecchia rappresentano un potenziale formidabile che bisogna solo saper trasformare in prodotto da promuovere e vendere facendo “sistema” evitando quindi che Santarcangelo e tutti gli altri comuni della Valmarecchia facciano politiche turistiche autonome, ma mettere insieme il già ricco cartellone di eventi che si tengono durante tutto l’anno e il grande lavoro delle Pro Loco.
Allora veramente la nostra città e tutta la Valmarecchia potrebbe trarne grande beneficio, e quindi anche l’occupazione, a cominciare dall’agricoltura sia con il potenziamento di aziende agricole sia con la nascita di agriturismi, bed & breakfast o attività di ristorazione.
Pensiamo anche agli Alberghi Diffusi (camere sparse nei centri storici con un’unica direzione ) potrebbero ridare slancio a piccoli centri che rischiano l’abbandono. Finalmente verrebbero fatte anche adeguate aree camper e campeggi.
Riguardo le aree attrezzate per la sosta di camper perché non pensare anche all’area Campana, un grande spazio nel cuore di Santarcangelo utilizzato solo poche settimane all’anno.  La valorizzazione delle nostre bellezze naturali non si fa solo con politiche vincolistiche, occorre quindi saper coniugare il rispetto e la difesa del territorio con la possibilità di riconvertire aree dismesse e degradate.
L’area della ex cava CSB potrebbe avere una destinazione ludica/sportiva, la possibilità di creare un grande centro sportivo che avrebbe il suo fiore all’occhiello il lago Azzurro per gli sport acquatici (già ora si pratica la canoa)  creando magari anche un campeggio, non pensiamo certo ad una colata di cemento ma a strutture estremamente compatibili con l’ambiente. La messa in rete di un grande progetto di questo tipo con le piste ciclabili del Marecchia ne farebbero sicuramente una destinazione molto appetibile per le migliaia di cicloturisti che già frequentano la Valmarecchia ma che naturalmente soggiornano altrove.
 Altro luogo che necessita di essere riconvertito è la cementeria Buzzi , anche in questo caso la destinazione turistica/culturale potrebbe essere interessante. Noi Socialisti abbiamo da tempo ipotizzato la realizzazione di un polo tecnologico , riteniamo quindi importante valutare la possibilità di creare una piattaforma internazionale per prodotti e servizi innovativi nel settore turistico, attraverso la collaborazione con M31 incubatore di imprese ad alta tecnologia con sede a Padova, il cui presidente aveva già dichiarato possibile la nascita anche a Rimini di una filiale di M31 dedicata all’innovazione turistica.
In conclusione questi anni di crisi ci hanno fatto capire che per uscirne , per tornare a crescere dobbiamo investire sulla qualità e sulle eccellenze del nostro territorio, crediamo che il turismo possa veramente essere una grande opportunità , e poiché turismo in Valmarecchia è valorizzazione del patrimonio storico, culturale, paesaggistico, enogastronomico, puntare sul turismo è anche la miglior difesa del nostro territorio e difesa delle tradizioni.


PSI di Santarcangelo  e Valmarecchia