Santarcangelo, città viva, nella Valmarecchia unita
Nostro compito: unificare
la Valle del Marecchia, per il bene di tutti.
Periferia
di Rimini o porta naturale della Valmarecchia ?
La risposta a questa domanda è per noi
scontata. Davanti a noi ci sono due strade, una è quella di continuare ad essere il terminale nord di una provincia di Rimini che non sarà più come l’abbiamo conosciuta negli
ultimi 20 anni, ma diventerà uno dei tanti centri di una grande Romagna accanto
a Cesena, Forlì, Ravenna. Si sta
attuando la tanto agognata unità della Romagna? In un certo senso sì, anche se
non nelle forme e nei modi, da tanti di noi immaginati, ma sicuramente un passo
avanti a dispetto di coloro che, non amandola, le hanno affibbiato il nome
burocratico di “Area Vasta”.
L’altra strada è quella, in un certo
senso obbligata, che ci assegna la storia e la posizione geografica. Andare,
seppur con la gradualità necessaria, ma con convinzione e senza indugio verso
l’unificazione della Valle del Marecchia, di cui la nostra città rappresenta la
capitale storica, culturale ed economica, porta naturale di un bacino di oltre
40 mila abitanti
Non ci muoviamo isolati, anzi, lo
facciamo sull’onda di un profondo riordino
istituzionale, che sospinto dalla Regione coinvolge attraverso la
nascita della rinnovata Unione dei
Comuni e dell’Ambito Ottimale,
tutti e 10 i Comuni della bassa e dell’alta valle, nella direzione di
una sempre maggiore integrazione.
Questo significa che nel momento in
cui ci accingiamo a prospettare le linee per il governo della città dei prossimi
5 anni, ogni aspetto dello sviluppo e del futuro di Santarcangelo, ma anche di
Verucchio e non solo ( ambiente, paesaggio, viabilità, trasporti,
servizi socio-sanitari , sviluppo urbanistico, turismo, cultura ) andrà pensato in un’ottica di vallata o almeno
con soluzioni anche se parziali, non in contrasto con questa visione d’
insieme.
Non ci illudiamo che la strada sarà
facile, avremo rallentamenti e pause, dettate dalle inevitabili ritrosie che
potranno sorgere nel lasciare il conosciuto per il nuovo, allora si dovrà
attendere senza forzare, per riprendere il cammino appena superati gli
ostacoli.
Il Comune: tra spending review e democrazia municipale
Il sistema delle autonomie
locali vive nel nostro paese una crisi gravissima, frutto della continua
delegittimazione degli organi rappresentativi democraticamente eletti e di una
progressiva limitazione delle risorse.
Il tema è di particolare
importanza per i Socialisti, da sempre fautori della capacità di autogoverno
delle comunità locali, come fattore essenziale di sviluppo democratico.
Il principio del
decentramento e il valore dell’autogoverno delle popolazioni da sempre
distinguono l’azione socialista, contro le visioni stataliste e centraliste.
Non c’è da stupirsi che
l’enorme massa di enunciazioni federaliste prodotte in questi anni dalle forze
di destra, abbia in realtà prodotto l’esatto contrario: l’aumento del potere di
controllo severo e occhiuto della Stato centrale e la devastazione della
possibilità da parte dei Comuni di fornire servizi adeguati a cittadini,
famiglie, imprese.
Si rende pertanto
necessaria una forte azione di riforma del nostro sistema delle autonomie,
coraggioso e innovativo, che smetta di considerare, tutti gli enti locali fonti
di spesa da tagliare in maniera indiscriminata o peggio ancora, gabellieri per
conto delle stato centrale. Basta con i tagli lineari, i Comuni virtuosi non
possono essere trattati alla stessa stregua di quelli causa di sprechi e
sperpero di danaro pubblico.
Occorre innanzitutto,
restituire poteri e funzioni alle assemblee elettive, fortemente svalutate in
questi anni a vantaggio delle figure di vertice. In particolare nei Comuni lo
squilibrio nella divisione dei poteri, ha finito per concentrare l’autorità
nella figura dei sindaci, finendo per creare difficoltà oggettive alla
funzione dei consiglieri comunali. Per
questo abbiamo iniziato, nel corso della passata consiliatura, un percorso di
riforma del regolamento del C.C. per dare maggiore libertà d’azione ai
consiglieri, che cercheremo di portare a compimento nel prossimo mandato.
Si rendono necessari una
ridefinizione ed una razionalizzazione dei vari livelli istituzionali
attraverso le fusioni dei piccoli Comuni ( sotto i 5 mila abitanti ) e le
unioni dei servizi e delle funzioni per gli altri, adeguando, nel contempo le
rappresentanze democratiche nei nuovi organi istituzionali.
In un quadro di generale di
contenimento della spesa, è stato un errore sacrificare gli spazi di
rappresentanza democratica con un provvedimento demagogico, come il taglio del
20% dei consiglieri comunali, il cui contributo ai costi della politica è
davvero irrisorio.
Bisognerebbe evitare
semplificazioni, gli sprechi e le incongruenze, così come le esperienze
virtuose, sono presenti in tutti i livelli istituzionali, a cominciare dalla
Stato Centrale.
L’aumento della capacità
impositiva e dell’autonomia finanziaria degli enti locali è il futuro a cui dobbiamo tendere e in fretta.
Dovrà essere perseguito con determinazione, ma su basi nuove. La sostituzione dei trasferimenti erariali
con la devoluzione del gettito di alcuni tributi serve a poco se l’ammontare
delle nuove risorse, non è neanche lontanamente sufficiente a compensare quelle
sottratte. Nel nostro Comune per esempio, nell’arco di due anni i trasferimenti
dello Stato sono passati da 3,5 milioni a 700 mila euro. Il
secondo elemento è che, nonostante vi sia stato un avanzo di bilancio di circa
1 milione e 500 mila euro questi, seppur presenti fisicamente nelle casse del
Comune, non sono spendibili, per i vincoli imposti dal patto di stabilità.
Come Socialisti riteniamo giusta e necessaria una revisione degli
attuali vincoli di bilancio, introducendo criteri di maggiore
flessibilità, in quanto l’esperienza
insegna che solo con una oculata politica della spesa e con i necessari
investimenti pubblici sarà possibile una ripresa stabile e duratura.
Il lavoro e l’occupazione
Pur consapevoli delle
ristrettezze economiche in cui versa
l’ente locale, i Socialisti presenti nell’amministrazione promuoveranno norme
che aiutino concretamente i cittadini e lavoratori più colpiti dalla crisi,
attraverso una serie di misure specifiche :
-
rifinanziamento del fondo
di sostegno ai disoccupati nato nel 2009 da un’idea socialista;
-
fondo per gli anziani
destinato al pagamento delle utenze domestiche;
-
esenzione o forti sconti
delle rette per nidi, materne, mense e trasporti e libri scolastici
quanti hanno perso il lavoro lasciando la famiglia a reddito zero;
-
rifinanziamento del fondo
di sostegno agli affitti;
-
interventi per la dilazione
del pagamento dei mutui casa previo accordo quadro tra
amministrazioni e istituti di credito;
-
rifinanziamento del fondo
di garanzia per l’accesso al credito da parte di piccole e medie
imprese destinato e investimenti e patrimonializzazioni;
-
impiego di disoccupati in
servizi di natura civica.
IL GOVERNO DELLA CITTA
Strumenti Urbanistici
Politica della casa
Centro Storico
Frazioni
Opere pubbliche
Viabilità
Servizi Pubblici Territoriali
STRUMENTI
URBANISTICI
Fatta salva l’esigenza di mantenere inalterate le linee guida del
PTCP, comprese tutte le norme di tutela ambientale e fluviale, è necessario
avviare una revisione del Piano Strutturale ( PSC ) in quanto sovradimensionato
e non più attuale nell’offerta abitativa.
Contemporaneo avvio di una procedura di variante al Regolamento Edilizio
( RUE ) nella direzione di una maggiore semplificazione e snellimento delle
procedure, maggiore valorizzazione ed incentivi sugli interventi di
ristrutturazione e riqualificazione del tessuto urbano esistente, anche alla
luce di questi due anni di sperimentazione.
In particolare vanno prese alla lettera le riserve
formulate a suo tempo dalla Provincia al PSC adottato, dove si chiedeva di
rispettare quanto segue :
Ferma restando la necessità di sviluppare l’edilizia sociale e
pubblica che trattiamo nel punto successivo, la residenza aggiuntiva prevista
nel nuovo PSC, deve andare unicamente a vantaggio di chi in cambio della
possibilità di ampliare, ristrutturare, riqualificare un immobile per le
proprie esigenze familiari, possa cedere parte del terreno per realizzare
standard, opere pubbliche, edilizia sociale. Secondo queste linee va
indirizzato il POC1 ( Piano del Sindaco).
La programmazione urbanistica e territoriale va ripensata inoltre
tenendo conto delle necessità di sviluppo e di crescita della bassa valla del
Marecchia ( PSC unificato dei 3 Comuni) dato che nell’alta valle è già in
essere un percorso per un unico PSC dei sette Comuni. Questi piani dovranno
integrarsi a livello di Vallata. Peraltro va chiarito meglio il significato dei
nuovi strumenti ( Piano Strategico di Vallata e Contratto di Fiume ), già
oggetto di delibera del Commissario del Comune di Santarcangelo e come si
inquadrano nell’attuale PTCP.
Il rischio reale è quello
di una pletora di vincoli burocratici creati sulla testa di quelle popolazioni. La
nostra città ha il dovere di svolgere un’azione trainante a partire dalla
valorizzazione dei caratteri ambientali, storici e paesaggistici che devono
diventare essi stessi strumento e
occasioni di lavoro e di benessere sociale per i residenti. Non va
trascurato neppure il ruolo che può avere la manifattura peraltro già presente
sul territorio a cui vanno date le migliori condizioni di crescita.
La nostra proposta era ed è quella di agevolare ed incentivare al
massimo il recupero e il rinnovo del patrimonio edilizio in condizioni di
degrado o non più a norma e negli ambiti consolidati di mantenere il valore e
le potenzialità del singolo lotto frutto di risparmi e sacrifici.
All’insegna della eco-sostenibilità
andranno incrementati nei regolamenti edilizi gli incentivi non solo in termini
di indici costruttivi ma anche economici
(sotto forma di sgravi fiscali) a favore della bio-architettura, bio-edilizia, risparmio
energetico( anche perché l’industria del risparmio energetico può consentire la
ripresa economica contribuendo a diffondere specializzazioni locali del
settore).
Un altro capitolo importante è quello
dell’adeguamento sismico delle nostre abitazioni che, essendo per oltre il 60%
antecedenti alle normative antisismiche, darebbe un’opportunità di ripresa
duratura all’edilizia, in particolare a quelle
piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto trainante della
nostra economia. In questo caso sarebbe fondamentale una legge nazionale o
regionale con incentivi o sgravi fiscali.
Infine un richiamo a agli I.C. (Intervento Diretto
Convenzionato) residuo del vecchio PRG, riportando il contenuto di un
osservazione al RUE che sottoscriviamo:
“Gli ambiti IC sono per natura un
“anomalia” del sistema, nel senso che non possono essere né ricompresi negli
interventi diretti standard perché si rende obbligatoria la sottoscrizione di
una Convenzione con l’Amministrazione Comunale, ma non sono nemmeno
catalogabili come interventi indiretti per i quali vi è l’obbligo di
inserimento nel POC. Proprio perché trattasi di “anomalia” deve essere
assolutamente trasparente il percorso ed il destino che avranno tali
interventi. Ma soprattutto deve essere chiara l’intenzione di aver individuato
tali aree per ottenere dei benefici per la collettività e di averli in tempi
brevi e certi”.
Delle
due l’una o vanno attuati ( anche tramite l’inserimento nel POC ) o vanno
stralciati, non possono restare sospesi all’infinito.
POLITICA
DELLA CASA
La casa è un diritto, l’abitare una
condizione della cittadinanza. Rispondere ai bisogni di chi cerca casa ed
ha mezzi limitati è un dovere al quale l’ente pubblico non può sottrarsi. La
passata amministrazione, seppur interrotta anticipatamente, non ha mantenuto
gli impegni presi, per questo nel POC1 ( Piano del Sindaco ) vogliamo un cambio
di marcia effettivo iniziando a dare risposte concrete a questo bisogno sociale
e non solo progetti. Occorre uno sforzo di fantasia per trovare i modi di
sfruttare il vantaggio della perequazione per acquisire lotti da destinare
all’edilizia sociale senza per forza ricorrere alla merce di scambio di
consumare nuovo territorio.
La città negli ultimi due decenni è cresciuta molto, forse troppo,
non sempre in maniera equilibrata.
Espansione e crescita edilizia hanno progressivamente cancellato
gli ampi spazi aperti che caratterizzavano il nostro ambiente urbano e
suburbano.
Si è andato alimentando un ciclo di speculazione fondiaria non
sempre rispondente alle reali esigenze della comunità, soprattutto dei soggetti
più deboli (operai, anziani, precari, giovani coppie, immigrati ).
Le case in affitto le chiedono coloro i quali possono disporre di
redditi modesti, per questi i Peep non sono mai esistiti. Dunque riteniamo
prioritario:
-
reperire nuovi lotti sui quali costruire in accordo con ACER
alloggi da dare in locazione
a canone calmierato;
-
costruire alloggi protetti per anziani autosufficienti;
-
effettuare una ricognizione periodica delle abitazioni sfitte;
-
sostenere il fondo comunale di aiuto agli affitti per le persone
che per condizioni di
reddito troppo elevato non possono accedere all'edilizia agevolata e nel contempo
impossibilitate ad accedere al libero mercato;
-
consolidare e rafforzare il punteggio per l’anzianità di residenza
nella formazione delle
graduatorie ERP;
-
abbassare la soglia di reddito familiare per accedere e permanere
negli alloggi ERP onde favorire maggiore ricambio.
Nell’ambito del POC1
chiediamo di intraprendere percorsi di edilizia convenzionata per permettere
alle giovani coppie ed alle famiglie di poter costruire anche attraverso
l’esperienza dell’autocostruzione, già sperimentata in altri Comuni, che
permette di abbattere i costi in maniera rilevante.
CENTRO STORICO
Il centro storico, per la sua
conformazione morfologica, richiede un’attenzione particolare nel pieno
rispetto del tessuto urbano esistente e del paesaggio con interventi che ne
garantiscano la conservazione ed il restauro. E’ doverosa una riqualificazione
degli spazi e delle piazze Marini e Marconi, affinché vengano contemperate le
esigenze degli abitanti e delle attività commerciali esistenti nel pieno
rispetto dei diritti e dei doveri di ognuno.
La nostra posizione sul Centro Storico
è sempre stata chiara e netta: sin dall’inizio degli anni ’80 per primi abbiamo
voluto la pedonalizzazione delle Vie Cavour, Don Minzoni, Matteotti, Molari e
Piazza Ganganelli. Così per le vie De
Bosis e C. Battisti, limitando l’accesso ai soli residenti e agli operatori
commerciali.
Detto questo è ora necessario però
fare una distinzione che i residenti e gli esercenti ben conoscono: centro
storico alto e centro storico basso. Per quanto riguarda la parte alta, sono
necessari interventi affinché si presenti ai residenti ed ai turisti un luogo
godibile per la sua storia e sue testimonianze. Perché non pensare ad attività
come le botteghe di vicinato, artigianali e storiche, che diano un percorso
logico al turista che sale il colle Giove? Perché non pensare anche
all’occupazione giovanile incentivando giovani imprenditori con agevolazioni
tributarie nei primi 5 anni di attività, accesso al credito agevolato, sostegno
all’imprenditoria femminile e magari con tasse di occupazione suolo pubblico e
rifiuti dimezzate ?
Noi crediamo che tutto questo vada ad
arricchire l’offerta ai residenti ma anche al turista di passaggio e in questo
s’inserisce la nostra proposta fatta di recente di un marchio turistico/commerciale
per la “Valmarecchia”, che tende a valorizzare il proprio territorio e le sue
tradizioni siano esse enogastronomiche, artigianali o culturali.
Il centro storico basso rappresenta
invece un’altra realtà da sempre. Qui possono concentrarsi le attività
economiche, i bar, i ristoranti e i negozi. Questo è il centro commerciale
naturale e così deve continuare ad essere perché è il suo punto di forza.
In alto prevale la dimensione del
silenzio e della scoperta, in basso quella dell’ospitalità e degli eventi. Le
diverse esigenze e la diverse vocazione possono benissimo coesistere.
FRAZIONI
E’ necessario procedere alla definizione delle frazioni
caratterizzandone gli spazi onde evitare un continuo e indistinto urbanizzato e
dotarle di centri civici/spazi comuni per favorire l’aggregazione degli
abitanti evitando così di costruire quartieri dormitorio. Le frazioni dovranno
essere collegate al centro tramite da una rete di piste ciclabili che consenta
la mobilità per e dal centro, senza l’uso dell’auto. Incentiveremo il permanere
dei piccoli esercizi commerciali nelle frazioni, studiando forme per sostenerli
e per garantire il loro importante servizio.
Si procederà inoltre nei limiti delle risorse disponibili alla
realizzazione di tutte quelle forme di arredo urbano e di interventi per la
sicurezza ( marciapiedi, attraversamenti pedonali, protezione pedonali, verde
pubblico ) per favorire il benessere sociale degli abitanti.
OPERE
PUBBLICHE
Crediamo sia responsabilità della
nuova Amministrazione occuparsi innanzitutto della tutela e della manutenzione
del patrimonio pubblico esistente: strade, segnaletica, scuole ed edifici
pubblici in genere, parchi e giardini.
Per quanto riguarda il patrimonio
edilizio comunale occorre procedere ad una destinazione per l’utilizzo dei vari
immobili di proprietà pubblica o parzialmente pubblica per una più razionale
suddivisione e destinazione d’uso. Si pensi in particolare alle Ex Carceri, alla Scuola del Bornaccino, al palazzo Docci,
che corrono il rischio di subire un degrado irreversibile.
L’edificio storico delle scuole
elementari “Pascucci” indipendentemente dal permanere o meno della funzione scolastica
deve restare anche in futuro un bene pubblico al servizio della città.
1. Piazza Marini
Hanno ragione gli esercenti delle
attività prospicienti a lamentare una progressiva marginalizzazione della
piazza dal contesto del centro commerciale naturale che ha trasformato questo
spazio in un parcheggio e solo un pallido ricordo di quello che fu negli anni
d’oro, uno dei luoghi più belli e vitali della città.!
Per questo noi Socialisti riteniamo
indispensabile realizzare, una sistemazione complessiva dell’area in cui è
inserita la piazza che comprenda, oltre la sua pedonalizzazione anche
quella di via A. Costa a partire da Palazzo Francolini, e accordo con il privato permettendo, la
prosecuzione di via G. Bruno fino a via
Montevecchi. Data la dimensione dell’intervento, si può procedere anche per
stralci.
Solo in questo modo potremo ridare a
Piazza Marini quella dignità che merita, restituire ai santarcangiolesi uno dei
luoghi a loro più cari e agli esercenti che vi si affacciano una grande
opportunità commerciale.
2. Piazza Marconi
Anche questa piazza, seppur oggetto in
passato di qualche tentativo di recupero
della memoria ha completamente perso quelle caratteristiche essendo
stata adibita sempre a parcheggio. Anzi le auto nel tempo l’hanno invasa sempre
più arrivando ad occupare fino all’ingresso del Supercinema.
Rappresentava uno di quegli spazi
aperti tipici di Santarcangelo e va riportata nella sua dimensione originaria
non dimenticando che vi si affaccia la rinata sala cinematografica del Supercinema.
Le auto dovranno trovare un’altra
collocazione, non possiamo continuare ad adibire le piazze a parcheggio solo
perché non sappiamo dove metterle. Occorre fare uno sforzo e trovare una
soluzione condivisa con tutti i soggetti interessati. Noi Socialisti siamo
disponibili a discutere qualunque soluzione.
3. Pescheria quale destino ?
L’edificio, di notevole valenza
storica e architettonica è da secoli
elemento caratteristico del centro storico e assolve ancora pienamente alle
funzioni di pescheria per gli abitanti
della città e non solo.
Non dimentichiamo che rappresenta nel
nostro circondario l’ultimo esempio di pescheria ancora ubicata in edificio
storico e la Santarcangelo della memoria storica e delle tradizioni che vogliamo come residenti
e che vogliono i turisti non può permettersi di cancellarla a cuor leggero,
senza una attenta riflessione condivisa con la cittadinanza. Non si prendano
decisioni affrettate, si facciano le dovute verifiche e valutazioni per gli
adeguamenti igienico sanitari necessari e del canone di affitto coinvolgendo in
primis gli attuali operatori.
4. Buzzi Unicem
La destinazione
urbanistica di quel sito è riassumibile nel mantenimento di quell’area a
produttivo con l’inserimento di una quota di residenziale.
La nostra proposta in
merito è questa:
- la
frazione di San Michele, dove sorge l’ex stabilimento, è stata dimenticata
dalle amministrazioni comunali che si sono succedute nell’ultimo
ventennio, nonostante i ripetuti interventi e solleciti dei Socialisti
nulla è stato fatto in termini di servizi pubblici.
- ora,
chiediamo di intervenire per
fornire agli abitanti della frazione
quei servizi che da anni reclamano. Ogni progetto di intervento
dovrà essere condiviso con i residenti.
- quella
parte destinata a residenziale e a spazi pubblici, dovrà essere il nuovo
centro di aggregazione della frazione di San Michele.
- nella
restante parte e più estesa destinata a produttivo, abbiamo lanciato
l’idea di un Polo Tecnologico nei settori della green economy ( soluzioni innovative per
l’illuminazione, costruzioni
ecosostenibili, gestione dei rifiuti ) che darebbe una spinta alla
nascita di tante piccole e medie imprese nel comprensorio della
Valmarecchia e non solo.
5. Parco dell'Uso - Via Emilia
Occorre valorizzare la porta ovest della città quale varco
paesaggistico, con riferimento al D.M. 2/12 /1969 ai sensi legge 1497/39 che
riconosce il notevole interesse pubblico della zona panoramica del comune di
Santarcangelo.
Lungo il tratto occidentale della via Emilia dare una visibilità
maggiore alle connessioni visuali tra il centro storico e l’area verde lungo il
fiume Uso, ricucendo e recuperando questo tratto di paesaggio attraverso: il
potenziamento dei percorsi sicuri, la continuità del verde fluviale, il
passaggio ordinato dal paesaggio costruito al paesaggio naturale, la
connessione tra le permanenze storiche del territorio attraverso i percorsi
verdi (mulini), il Met (museo all’aperto osservatorio/laboratorio sul paesaggio
in divenire ).
Superando la logica tradizionale di tipo quantitativa in favore di
una di tipo qualitativo, si potranno
concentrare le aree verdi per la realizzazione di un parco urbano con valenze
storico paesaggistiche (campagna centuriata, via Emilia, mulini, fiume Uso,
viale della memoria già parco Rimembranza, frange periferiche, etc…).
VIABILITA’
Occorre adottare due linee di intervento per quanto riguarda la
mobilità: costruire infrastrutture e diffondere l’utilizzo dei trasporti
pubblici locali, snellendo il traffico su gomma dando alternative comode e
convenienti ai mezzi privati.
Per quanto riguarda le infrastrutture, di concerto con gli Enti
interessati (Provincia, Regione e Anas) e con i Comuni limitrofi e dell’intera
vallata, andranno pianificate soluzioni che permettano ai flussi di traffico
di bypassare i centri abitati.
A questo fine e a fronte delle non superate difficoltà sia di
natura finanziaria che ambientali alla realizzazione del secondo tratto della
strada di gronda, nonché alle difficoltà tutt’ora irrisolte di trovare un
tracciato condiviso, riteniamo utile riprendere il vecchio progetto di
collegare con una circonvallazione la strada di gronda alla Provinciale Uso
per portare tutto il traffico pesante lontano dai centri abitati.
Nello stesso tempo ritorna di attualità anche per la presenza di
minori vincoli ambientali un raccordo viario sul lato destro della valle del
Marecchia collegando l’attuale troncone della strada di gronda con la
circonvallazione di Verucchio.
Dalla stazione di Santarcangelo un vettore leggero, ( navetta
su monorotaia tipo People Mover ) seguendo il tracciato della vecchia
ferrovia Santarcangelo-Urbino, potrebbe collegare i centri principali della
Valmarecchia, trasformando in questo modo la nostra stazione in un importante
nodo di interscambio con la vallata del Marecchia e la riviera, che dovrebbe
essere collegata a Santarcangelo in modo più rapido e frequente attraverso
rotaia ( TRC o altro ).
Continueremo la nostra battaglia affinché la stazione di
Santarcangelo abbia più fermate di treni locali in direzione Rimini e Bologna a
beneficio di pendolari ( studenti e lavoratori ), dell’economia turistica di
vallata e di un sempre minore inquinamento da traffico su gomma.
E’ assolutamente necessaria la messa in sicurezza della via Emilia
nel tratto che interseca l’abitato di Santarcangelo attualmente fonte di
insicurezza per residenti, studenti e automobilisti.
SERVIZI
PUBBLICI TERRITORIALI
In una congiuntura economica
particolarmente critica come quella attuale, non è più accettabile che sui
Comuni si riversino gli oneri e i sovra costi
di un sistema di gestione dei servizi pubblici locali che vede nel Comune
l’ultimo “anello” della catena.
Dunque, in questo contesto s’impone
una revisione strutturale dei costi, su tutta la filiera delle Società cui
prende parte il Comune, evitando che il prezzo della crisi si scarichi sui
cittadini e sulle imprese da cui dipende in gran parte la ripresa economica.
Se, dunque, appare del tutto
apprezzabile che nel nostro Comune siano state mantenute le tutele sociali più
importanti a costi sostanzialmente invariati, che sia stata operata una
contrazione delle spese riportando in gestione “economica” una serie di servizi
prima esternalizzati, appare evidente la consistenza della spesa alla voce
“HERA” (circa 3 milioni di euro), relativa a servizi altrettanto importanti
quali la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti che si definiscono di “igiene
ambientale”.
Una spesa in aumento ogni anno e
nonostante sia stata più volte riconosciuta la virtuosità dei nostri cittadini
che, dall’introduzione del sistema di raccolta rifiuti e-gate, hanno raggiunto
livelli pari a oltre il 70% di raccolta differenziata.
Su questa premessa si fonda un impegno
preciso nella prospettiva futura della gara che dovrà riconfigurare la gestione
dei servizi in oggetto. In quest’ultimo contesto, l’obiettivo è quello di
ridare ai Comuni il pieno controllo sull’intero ciclo integrato dei rifiuti
compreso il beneficio economico derivante dalla gestione di singole parti del
ciclo di raccolta e smaltimento da parte di soggetti diversi pubblici o
privati, non escluse società in house, in reciproco contrasto di interesse.
Hera spa, negli ultimi anni, ha
investito nel nostro territorio ingenti somme in impianti molto costosi
inserendosi in uno dei business pubblici più rilevanti e redditizi. Questa
società, a prevalente capitale pubblico, è riuscita a far indirizzare ed
approvare i vari Piani Provinciali dei rifiuti a seconda della sua
programmazione e della sua strategia economica. E’ entrata con forza nei
palazzi comunali e provinciali dettando le sue condizioni, influenzando le
politiche di partiti e amministrazioni.
Ma molti cittadini si
stanno rendendo conto che se una multi utility come HERA, si occupa dello
smaltimento e pure della raccolta dei rifiuti, c’è qualcosa che non va, è in
atto un gigantesco conflitto di interessi a danno dei Comuni e della
collettività. Solo separando la raccolta dallo smaltimento, i Comuni avranno la
possibilità di avere l’ultima parola come è giusto che sia.
Si deve riportare la decisione d’indirizzo nelle mani dei sindaci, quindi del
pubblico. Ma fino a che esisterà la sudditanza del Comuni nei confronti di HERA
e dei suoi dividendi, sarà difficile cambiare metodo.
Noi indichiamo una strada, ma in caso di insuccesso o
peggio ancora, non venga neppure tentata, noi chiederemo l’uscita dal patto di
sindacato e il recupero della piena autonomia del Comune.
Per quanto riguarda i
servizi idrici ( acquedotti, fognature, depurazione) ribadiamo il principio
della validità della gestione pubblica, finanziata dalla
fiscalità generale, così come stabilito dai cittadini nel referendum nel 2011 e
siamo in attesa che
venga attuato integralmente anche nella parte in cui si stabilisce che deve
cessare la remunerazione del capitale investito. Resta invariata
anche in questo ambito l’esigenza dell’ente locale di sottrarsi ai
condizionamenti dei gestori del servizio recuperando piena autonomia di
indirizzo e controllo.
I SERVIZI ALLA PERSONA
Sanità e Servizi socio-assistenziali
Servizi Scolastici e Sportivi
Cultura
Sanità e Servizi
Socio-assistenziali
Sono servizi fondamentali nella vita
delle persone e mostrano il grado di civiltà nonchè il benessere sociale
raggiunto da una comunità. D’altra parte nel nostro Paese è in atto, a seguito
della più grave crisi delle pubbliche finanze dal dopoguerra, una profonda
trasformazione sia dell’organizzazione che della distribuzione dei servizi socio-sanitari.
Questo fenomeno si inserisce in un
trend demografico che vede aumentare progressivamente il peso della popolazione
ultra 65enne, il cui bisogno di cure è in progressiva crescita. Aumentano le
patologie croniche, diminuiscono quelle acute. Le finanze pubbliche, non sono
in grado da sole - causa anche i mancati tagli alla spesa
pubblica improduttiva e il cronico problema dell’evasione fiscale - di
far fronte a queste nuove domande, se
non facendo ricorso al contributo del mondo cooperativo e del privato-sociale,
in una prospettiva di sempre maggiore sussidiarietà.
Anche la nostra Regione vedrà già dal
1 gennaio 2014 la nascita dell’ASL Unica di Romagna e la fine della delega dei
servizi sociali all’ASL riminese per quanto riguarda la nostra Provincia,
mettendo fine ad un’anomalia ormai unica nel panorama regionale. Nel contempo, nuove forme di aggregazioni di Comuni, come
l’Unione dei Comuni della Valmarecchia e le stesse Aziende dei Servizi alla
Persona (ASP), possono diventare soggetti attivi nella gestione delle politiche
socio-sanitarie e socio-assistenziali.
In questo panorama, in rapida
evoluzione, sono inseriti i principali soggetti del welfare locale e di vallata: l’Ospedale Civile “A. Franchino“ di
Santarcangelo e le residenze protette per anziani di Santarcangelo e Verucchio
facenti parte dell’ASP “ Valle del Marecchia “e l’ospedale “ Sacra Famiglia “
di Novafeltria.
Ospedali “A. Franchini“e “
Sacra Famiglia “
L’ospedale
Franchini rappresenta
un importante presidio ospedaliero per la nostra realtà cittadina e non solo,
avendo un bacino di utenza che comprende alcuni comuni limitrofi della bassa
Valle del Marecchia e di parte della Valle dell’Uso. Il valore del nostro
ospedale è rappresentato dalla qualità dei servizi, la professionalità, la cura
e l’attenzione per la persona, da parte di tutto il personale ospedaliero. Le
amministrazioni comunali santarcangiolesi hanno investito, anche attraverso la
vendita di patrimonio pubblico, nella struttura dell’ospedale, garantendone,
anno dopo anno, un continuo miglioramento.
Per
il futuro dovremo ponderare bene le nostre strategie e scelte, ragionando da
“amministratori illuminati”, abbandonando i campanilismi ed il giusto orgoglio
per quanto fatto e indicando con chiarezza, nelle sedi opportune, le
prospettive del nostro ospedale ed il ruolo che dovrà avere nel panorama della
futura ASL unica romagnola.
Sicuramente,
una provincia unita che porti ai tavoli decisionali il comune sentire di un
intero territorio, può farci uscire indenni e più forti dalle decisioni e
ristrutturazioni che subirà la sanità nel prossimo futuro. Per questo, è
necessario elaborare una strategia unica fra Rimini, Santarcangelo,
Novafeltria, Riccione , Cattolica, che veda i rispettivi presidi sanitari
coordinarsi e “completarsi” a vicenda, anziché contrapporsi; ma qualora ciò non
dovesse accadere, saremo pronti a giocare anche direttamente un’azione politica
di tutela verso il nostro ospedale.
La specializzazione alla mammella ha fatto del nostro ospedale
un centro specializzato di altissimo livello, dove l’equipe chirurgica ha
attivato azioni importanti anche nel campo della ricerca. Crediamo con forza
che questo patrimonio non debba essere sminuito o modificato da trasformazioni
di natura economica e politica di un livello più alto di quello locale, ma che
invece si debba proseguire attraverso la strada della specializzazione per dare
più forza e risonanza al nostro presidio sanitario.
Il
Franchini svolge un ruolo importante e pensiamo da salvaguardare anche nel
campo della chirurgia di
media e bassa complessità. In questo, costituisce un supporto
importante all’ospedale di Rimini, essenziale soprattutto nelle situazioni di
affollamento sempre più frequenti negli ultimi anni. Per questo riteniamo molto
grave e foriero di cattivi presagi che dopo due anni non sia ancora stato nominato il nuovo primario dopo la
rinuncia, altrettanto sospetta, fatta da uno specialista della sanità milanese.
Altra
parte decisamente importante del nostro ospedale sono i poliambulatori, i quali permettono ai nostri cittadini di avere
risposte veloci e vicine ai più frequenti bisogni sanitari. Riuscire a
mantenere questi tipi di servizi all’interno del riassetto istituzionale che
avverrà all’interno dell’area romagnola non sarà facile, ma un ruolo
determinante nella scelta delle azioni per tutelare tale patrimonio, potrà
sicuramente essere svolto dalla cultura, dagli ideali che da sempre
caratterizzano l’agire del centrosinistra: la scelta di ciò che è più utile ai
cittadini, con particolare attenzione a quelli con maggiore difficoltà, di ciò
che è loro più “vicino”.
In
ambito sanitario, un altro aspetto importante riguarda il rapporto tra
struttura ospedaliera e medici di famiglia.
In particolare per quanto riguarda le cosiddette “dimissioni assistite “.
Considerando che in futuro questa prassi di trasferimento di carichi di lavoro
sul territorio tenderà ad aumentare con relativa diminuzione di risorse
necessarie presso l’ospedale, si ritiene che ci sia un motivo in più per
richiedere un potenziamento dei poliambulatori.
In questo quadro si inserisce anche il
ruolo che la “La casa della salute “ dovrà avere all’interno della struttura
ospedaliera, utilizzando i locali dell’ex casa colonica e tutti quelli
necessari fuori da essa. La Casa della Salute rappresenta il luogo ove si sviluppano
le cure primarie e le cure intermedie.
Le cure primarie costituiscono l’area nella quale sono comprese quelle forme
essenziali di assistenza sanitaria che sono basate su tecnologie di base e
metodi pratici, scientificamente validi, accessibili a tutti gli individui e
alle famiglie nella comunità. comunità. Le cure intermedie
costituiscono l’area delle cure che si trovano a metà strada fra le cure intensive
ospedaliere e quelle estensive per la cronicità delle patologie,
garantite a domicilio o nelle strutture residenziali.
Essa è,
pertanto, un’area di servizi integrati, sanitari e sociali, domiciliari,
residenziali e semiresidenziali finalizzati a garantire la continuità
assistenziale dopo la dimissione ospedaliera; favorire il recupero funzionale e
la massima autonomia dei pazienti; soddisfare i bisogni dei cittadini che presentano una patologia che
richiede un elevato grado di protezione, evitare ricoveri impropri e
potenzialmente dannosi nelle persone anziane.
La
prospettiva dell’ospedale di Novafeltria è altrettanto incerta. Se da una parte
si tende a rassicurare le popolazioni dell’alta valle sulla funzione
insostituibile di quel presidio sanitario, dall’altra abbiamo dati numerici di
interventi e prestazioni che difficilmente fanno pensare che tutto possa
rimanere com’è ora.
ASP
“Valle Marecchia”
Le attuali difficoltà di bilancio in
cui versa l’azienda responsabile delle case di riposo e di altre strutture per
anziani di Santarcangelo e Verucchio ( ASP
Valle Marecchia ) sono state causate, -
oltre che da incongruenze della legge regionale sugli accreditamenti che
stanno creando difficoltà ai bilanci di moltissime ASP emiliano-romagnole,
- da scelte unilaterali fatte dal Comune
di Verucchio (socio al 49%) nel silenzio colpevole di quanti avrebbero dovuto vigilare ( giugno 2011 ) . Santarcangelo e in definitiva la nostra comunità, non possono accollarsi il costo di 90 mila
euro (50% della perdita del 2013) perché non hanno responsabilità per la
situazione creatasi. Noi Socialisti, che
crediamo nella validità e necessità di unificare il più possibile l’intera vallata, non
possiamo accettare queste condizioni inique e penalizzanti , ma saremo sempre
pronti a riprendere il cammino dell’integrazione appena questo stato di cosa
verrà superato.
Se consideriamo la sola Casa Protetta
“Suor Angela Molari“ di Santarcangelo e la residenza attigua - frutto di
donazioni e azioni caritatevoli fin dal 1873 - hanno i propri bilanci in
attivo. Non solo, producono utili pari a 140 mila euro annui derivanti dal
canone che la cooperativa affidataria versa alle casse dell’ASP “Valle
Marecchia“. Se gestita in autonomia ci sarebbero le risorse
per fare gli investimenti necessari ad incrementare i posti letto, anche solo diurni, in considerazione delle
crescenti richieste della nostra popolazione anziana.
Nel perdurare di questa situazione e
nel confermare la validità della scelta fatta nel 2010 di non fare la fusione
con l’ASP ” Valloni “di Rimini, riteniamo ragionevole sciogliere
l’ASP “ Valle Marecchia “ e riportare la Casa Protetta “Suor Angela Molari”
e la residenza connessa sotto gestione diretta del Comune di Santarcangelo. Ciò nel rispetto della legge regionale e
delle deliberazioni del Consiglio Comunale. Successivamente possiamo
prendere in seria considerazione, nell’ambito del trasferimento dei servizi
sociali alla rinnovata Unione dei Comuni della Valmarecchia, opzione che
riteniamo preferibile, anche il passaggio a questo ente delle strutture per
anziani di Santarcangelo.
Scuola
Anche per il caso della scuola vale la
considerazione sulla tutela e la manutenzione di tutti gli edifici esistenti
attraverso un piano annuale di adeguamenti ed interventi.
E’ necessaria poi un’attenta analisi
dei flussi scolastici per poter eventualmente parlare di edifici intercomunali
per razionalizzare i costi di trasporto e di funzionamento. Gli edifici scolastici
sono spesso inutilizzati nelle ore pomeridiane e serali. Occorrerebbe, così
come si fa già da tempo in diversi Paesi europei, pensare ad un utilizzo delle
scuole a servizio dell’intera comunità.
Dare sostegno organizzativo e
finanziario (anche attraverso sponsorizzazioni e qui fondamentale può essere il
ruolo della Fo.Cu.S ) a tutte quelle iniziative rivolte alle scuole, ai bambini
e alle famiglie che consentano il recupero e il mantenimento della memoria
storica della città, dei sui luoghi e dei sui personaggi.
La scuola Santarcangiolese ha prodotto
insegnanti che hanno avuto “impatto” anche a livello nazionale per il loro modo
di mettere in relazione didattica e arte: Moroni, Nicolini, Guerra, Pascucci.
Questa eccellenza va assolutamente attualizzata e valorizzata attraverso progetti
specifici.
Negli ultimi anni sta riscuotendo
grande successo l’esperienza del Pedibus dimostrando che esiste una grande
attenzione da parte delle famiglie alle tematiche del benessere psicofisico ed
ambientale. Occorre incentivare tale pratica e mettere in condizione gli
studenti e le famiglie di raggiungere le scuole in sicurezza e con percorsi
ciclo-pedonali protetti.
Sport
La richiesta di spazi per le attività
sportive va crescendo nonostante la crisi degli ultimi anni. Ciò dimostra come
vi sia una forte attenzione ed una sensibilità accresciuta al benessere fisico
(come dimostrato scientificamente poi una costante pratica sportiva riduce
sensibilmente i costi sociali derivati da alcune malattie metaboliche).
La crisi però mette in seria
difficoltà alcune famiglie che non riescono più a consentire ai propri figli
un’adeguata pratica sportiva. Occorre perciò un accordo con le Società Sportive
e la previsione di forme di agevolazione per consentire a tutti di partecipare
alle attività sportive.
Infine è necessario sostenere
l’associazionismo implementando le convenzioni esistenti perché
Santarcangelo possa continuare a
mantenere quelle eccellenze sportive che si sono distinte e sviluppate negli
ultimi anni, anche ampliando le strutture esistenti (soprattutto nelle
frazioni).
Rimane aperto il problema di una
piscina coperta a Santarcangelo o attraverso interventi sull’attuale struttura
o con la realizzazione di un nuovo impianto.
Integrazione dei cittadini stranieri e immigrati
Il nostro impegno sarà quello di contribuire ad una maggiore
integrazione dei cittadini stranieri e immigrati. Riteniamo che la vera
integrazione si raggiunga a partire dalla conoscenza reciproca, dal rispetto di
regole e doveri e dal riconoscimento di diritti. In particolare avremo cura di
sostenere l’integrazione scolastica dei piccoli e la qualificazione del lavoro
delle donne immigrate (anche attraverso corsi di alfabetizzazione ) Faremo
in modo che la diffusione della cultura dell’integrazione passi anche
attraverso la mediazione linguistica e culturale sia all’interno delle scuole
che negli ambiti istituzionali.
Cultura
L’Amministrazione Comunale dovrà
incentivare tutte le forme e le produzioni culturali presenti nel territorio.
Cercheremo di fare in modo che non vengano sostenuti solo i “grandi eventi”
culturali, ma che quotidianamente i cittadini possano accedere alla cultura ed
al sapere, attraverso forme permanenti di incontro e di scambio utilizzando al
meglio le possibilità offerte dalla Fondazione Cultura Santarcangelo
(Fo.cu.s.) e dalla nuova biblioteca.
Santarcangelo ha, tra i suoi valori
aggiunti una identità ed una importanza come centro di elaborazione e
produzione culturale che le vengono
riconosciute sia da esponenti del mondo della cultura che dal pubblico che
frequenta le varie manifestazioni ed eventi.
E’ indispensabile che tale
prerogativa, consolidatasi grazie a manifestazioni di spessore e alla celebrità
di alcuni santarcangiolesi (sia di nascita che di adozione), non si arresti ma
che venga anzi coltivata ed accresciuta.
-
Festival Internazionale del Teatro in Piazza: è imprescindibile ed
indispensabile. Occorre sostenere la tendenza degli ultimi anni ad ampliare
l’attività durante tutto l’anno.
-
Sistema Musei/Biblioteca/Cinema : FOCUS ha permesso una stretta e
proficua relazione tra i vari Istituti culturali. Occorre perfezionare questo
rapporto perché diventi, da un lato, un punto di riferimento e di collegamento
con il settore turistico, e dall’altro affinché venga chiarito il rapporto con
l’Amministrazione Comunale che deve mantenere la titolarità delle politiche
culturali. Rafforzare ancora di più il legame affettivo e partecipato tra i
musei comunali e la popolazione sulla strada già intrapresa, ma non
implementata, di incontri conviviali nelle migliori tradizioni della socialità
romagnola.
-
La riapertura del supercinema è una scommessa importante e
coraggiosa per la ripresa culturale della città anche nel campo audiovisivo e
teatrale. Ringraziamo la fondazione cultura per quanto fatto, facciamo un
appello a tutta la popolazione di Santarcangelo e Valmarecchia di sostenere e
dare un futuro a questa sala cinematografica.
-
Siamo riusciti, con la passata amministrazione, a porre le basi
per la costituzione della banda musicale comunale. Questa preziosa esperienza
non va perduta, ma sviluppata e potenziata creando un vera e propria scuola
musicale cittadina per ragazzi e adulti.
-
Santarcangelo è la capitale italiana della poesia dialettale, ma
non ha ancora una programmazione annuale di eventi e manifestazioni di rilievo
nazionale e un centro permanente di documentazione sul dialetto romagnolo nelle
sue varie espressioni poetiche, letterarie e teatrali.
-
Rapporto con le scuole: è necessario per valorizzare e mettere
in circolo, in chiave inclusiva, il
patrimonio culturale esistente e per contribuire all’elaborazione di quello
futuro.
Per raggiungere tali obiettivi è
assolutamente necessario che i vari contenitori culturali siano mantenuti in
condizione di poter esercitare la loro attività: la manutenzione e la
conservazione degli edifici è fondamentale.
ATTIVITA’ ECONOMICHE
Agricoltura
Manifattura
Commercio
Turismo
Gli anni che verranno, a prescindere
da quando “usciremo dalla crisi”, saranno profondamente diversi dal passato, la
globalizzazione, la grande finanza, una classe imprenditoriale e politica assai
povera di etica e di valori morali hanno creato
disastri anche in una città come la nostra che negli anni era cresciuta
in maniera armonica senza perdere di vista i suoi valori storici, dedicando
sempre molta attenzione sia all’economia agricola e industriale ( Santarcangelo
in passato è stata sede di molte Fabbriche ) sia alla cultura, o alla
“bellezza” come direbbe Tonino Guerra, inutile ricordare che Santarcangelo ha
dato i natali a tanti illustri poeti ed artisti.
Ora le Fabbriche non ci sono più, la Buzzi ha chiuso i battenti già da qualche
anno e si rende necessaria la sua riconversione, naturalmente non sono solo le
Fabbriche a non esserci più, in questi ultimi anni le piccole e medie aziende
specialmente del settore delle costruzioni che versano in gravi situazioni sono
tante con le conseguenti ricadute occupazionali.
L’economia in questi ultimi dieci anni è cambiata profondamente,
la politica ha il dovere di governare questi cambiamenti e non subirli, tanto
per fare un esempio se alcuni anni fa le aziende ci chiedevano terreni per
l’espansione delle Aree Produttive, ora abbiamo il problema opposto, tanti
spazi vuoti e/o invenduti.
Forse era meglio andare incontro alle
legittime esigenze di espansione delle aziende e non a quelle di un mercato
immobiliare che sembrava non fermarsi mai.
Facendo quindi tesoro degli sbagli del passato siamo convinti che si
possa creare nuova crescita e lavoro concentrando i nostri sforzi investendo
sulle eccellenze del nostro territorio, sulla bellezza del centro storico, del
paesaggio della Valmarecchia e della cultura.
L’inserimento di Santarcangelo nel
circuito Slow deve essere un punto di partenza e non di arrivo. La qualità e la
bellezza non si difendono solo con politiche vincolistiche museali, ma facendo
in modo che chi abita e lavora nella nostra città trovi conveniente investire
sulla qualità, in un nuovo rapporto fra pubblico e privato, libero da
pregiudizi e diffidenze, finalizzato ad unire gli sforzi, in cui ciascun
interlocutore riconosca il fine dell’altro: il giusto profitto per i privati,
il bene comune per il pubblico.
Agricoltura
A Santarcangelo l’agricoltura rappresenta un settore
economico di primo piano, rappresentato prevalentemente da aziende
agricole di piccole dimensioni. La piccola dimensione è il principale
motivo per cui vanno sostenute per favorire accordi fra loro e con altri operatori economici ad
esempio del commercio, della ristorazione e del turismo.
Cercheremo di contribuire a preservare
le tipicità del nostro territorio sostenendo iniziative già presenti e
favorendone di nuove. In particolare i mercatini a km 0 e i Gruppi di Acquisto
Solidali.
Una vera politica per l’agricoltura
per la nostra città significa favorire gli attuali imprenditori agricoli ed in
particolare formarne di nuovi, attraverso la permanenza dei figli in campagna o
anche richiamandone di nuovi, occorre allora una politica tributaria che preveda sgravi sugli edifici strumentali,
ci si dovrà adoperare per modificare
gli strumenti urbanistici
in maniera che si possano realizzare progetti di espansione agricola a prescindere dalle dimensioni dei
terreni e favorire
l’ampliamento delle abitazioni per incentivare la permanenza dei figli.
Un’importante
occasione di sviluppo per il settore agricolo è rappresentata dal Turismo,
innanzitutto perché il prodotto turistico che ci accingiamo a “vendere” è un
territorio ricco di storia, tradizioni, cultura, natura ed eccellenze
enogastronomiche, l’agricoltore
può tornare ad un ruolo di primo piano anche attraverso la funzione di
“custode” della bellezza del territorio. Coniugare un’agricoltura di
qualità con un’offerta turistica fatta di agriturismi, bed & breakfast e/o
attività di ristorazione sarebbe auspicabile e dovrà essere favorito dagli
strumenti urbanistici.
Manifattura
I settori artigianali ed industriali ed
in particolare quello delle costruzioni sono senz’altro quelli che maggiormente
hanno sentito gli effetti della crisi economica. Le piccole dimensioni che
spesso caratterizzano le nostre imprese rappresentano limiti specialmente nella
competizione internazionale, sostenere le associazioni di categoria che a loro
volta favoriscono le
aggregazioni di imprese sarà fondamentale.
La diminuzione dei finanziamenti bancari alle imprese è l’altra
causa della situazione di crisi in cui versano le aziende, non possiamo risolvere il problema ma di
certo ci impegneremo a sostenere
i consorzi fidi che hanno comunque un ruolo molto importante. Affrontare
il tema della burocrazia
è prioritario, semplificare le norme e i regolamenti non solo può dare impulso
all’economia ma porterà anche ad un rinnovato rapporto imprese/cittadini con le
istituzioni.
Per sostenere ed attrarre nuove
imprese nella nostra città occorre pensare specifiche agevolazioni tributarie ad esempio sugli edifici
strumentali. Modificare gli strumenti urbanistici nella direzione della
semplificazione, incentivando le imprese già presenti, le imprese
eco-sostenibili e le start up (favorendo ampliamenti o cambi di destinazione senza extra oneri ). La possibilità
di realizzare un polo
scientifico tecnologico nell’area della ex Buzzi orientato ad esempio ai
settori della green economy o comunque un incubatore di aziende in settori ad alta tecnologia potrebbe non solo
attrarre nuove aziende ma essere di supporto a tutto il tessuto imprenditoriale
della provincia.
Da tempo diciamo che strumenti
urbanistici che limitino l’utilizzo di nuovi terreni e che incentivino il
recupero dell’esistente darebbero una grande mano alle imprese edili e a tutto
l’indotto del settore della nostra città.
Commercio
Nonostante il calo generalizzato dei
consumi non abbia certo risparmiato la nostra città, il settore commerciale ed
in particolare il centro commerciale naturale di Santarcangelo continua ad
avere una discreta capacità di attrazione. Gli investimenti (pubblici e privati)
di questi anni erano nella giusta direzione.
Ormai
da decenni noi Socialisti ci battiamo per la riqualificazione /
pedonalizzazione del centro storico. La qualità dei servizi,
la bellezza del territorio, gli eventi hanno sicuramente dato una mano a
fronteggiare il calo dei consumi dovuto principalmente alla diminuzione del
potere d’acquisto delle famiglie.
La direzione da seguire sarà quindi
quella già tracciata con l’ampliamento del centro commerciale naturale con la
riqualificazione e pedonalizzazione di Piazza Marini, la chiusura di via Garibaldi nel tratto davanti il
palazzo comunale,
ma anche facilitazioni per
la sosta breve (con parcheggi gratuiti) per chi si reca a fare spese in
centro e una politica
tributaria che disincentivi i proprietari di locali a tenere i negozi sfitti al fine di calmierare i
canoni di affitto.
Favorire l’apertura di attività che
vanno nella direzione della qualità, dei prodotti tipici nonché piccole
attività artigianali (botteghe) anche nel centro storico che andranno ancor più
a caratterizzare la bellezza e la capacità attrattiva della nostra città.
Santarcangelo non è solo capoluogo, riteniamo infatti importante favorire e
sostenere gli esercizi commerciali di vicinato al fine di dare miglior identità
alle frazioni e servizi ai loro abitanti.
Turismo
Finalmente parliamo di turismo, anzi
in realtà che ne parliamo sono già diversi anni ma purtroppo non si va molto
oltre. La parola chiave del turismo è “ Fare Sistema “ e in un certo senso il
primo ad avercelo detto con la sua solita poetica è stato Tonino Guerra: “La
Valle sarà più Bella se sarete Uniti”.
Fino ad oggi abbiamo fatto
prevalentemente escursionismo, ovvero turisti che vengono a visitare
Santarcangelo per qualche ora ma che mangiano, dormono e fanno shopping (ovvero
creano occupazione e ricchezza) sulla costa. Occorre un progetto di marketing
territoriale dell’intera Valmarecchia ed individuare un’agenzia / consorzio
alla quale partecipino tutte le realtà locali e le associazioni di categoria
della vallata.
Occorre
confezionare il “Prodotto
Turistico Valmarecchia” con un brand che lo identifica ed un soggetto
che lo sappia commercializzare, naturalmente servono anche imprenditori che
sappiano cogliere queste opportunità. Le bellezze naturali, gli itinerari
storico /culturali, i borghi, le rocche, i prodotti enogastronomici, i percorsi
naturalistici del Marecchia rappresentano un potenziale formidabile che bisogna
solo saper trasformare in prodotto da promuovere e vendere facendo “sistema”
evitando quindi che Santarcangelo e tutti gli altri comuni della Valmarecchia
facciano politiche turistiche autonome, ma mettere insieme il già ricco
cartellone di eventi che si tengono durante tutto l’anno e il grande lavoro
delle Pro Loco.
Allora veramente la nostra città e
tutta la Valmarecchia potrebbe trarne grande beneficio, e quindi anche
l’occupazione, a cominciare dall’agricoltura sia con il potenziamento di
aziende agricole sia con la nascita di agriturismi, bed & breakfast o
attività di ristorazione.
Pensiamo anche agli Alberghi Diffusi
(camere sparse nei centri storici con un’unica direzione ) potrebbero ridare
slancio a piccoli centri che rischiano l’abbandono. Finalmente verrebbero fatte anche adeguate aree
camper e campeggi.
Riguardo le aree attrezzate per la
sosta di camper perché non
pensare anche all’area Campana, un grande spazio nel cuore di Santarcangelo utilizzato
solo poche settimane all’anno. La
valorizzazione delle nostre bellezze naturali non si fa solo con politiche
vincolistiche, occorre quindi saper coniugare il rispetto e la difesa del
territorio con la possibilità di riconvertire aree dismesse e degradate.
L’area
della ex cava CSB potrebbe avere una destinazione ludica/sportiva, la
possibilità di creare un
grande centro sportivo che avrebbe il suo fiore all’occhiello il lago Azzurro
per gli sport acquatici (già ora si pratica la canoa) creando magari anche un campeggio, non
pensiamo certo ad una colata di cemento ma a strutture estremamente compatibili
con l’ambiente. La messa in rete di un grande progetto di questo tipo con le
piste ciclabili del Marecchia ne farebbero sicuramente una destinazione molto
appetibile per le migliaia di cicloturisti che già frequentano la Valmarecchia
ma che naturalmente soggiornano altrove.
Altro luogo che necessita di essere
riconvertito è la cementeria Buzzi , anche in questo caso la destinazione
turistica/culturale potrebbe essere interessante. Noi Socialisti abbiamo da
tempo ipotizzato la realizzazione di un polo tecnologico , riteniamo quindi
importante valutare la possibilità di creare una piattaforma internazionale per prodotti e servizi
innovativi nel
settore turistico, attraverso la collaborazione con M31 incubatore di imprese
ad alta tecnologia
con sede a Padova, il cui presidente aveva già dichiarato possibile la
nascita anche a Rimini di una filiale di M31 dedicata all’innovazione
turistica.
In conclusione questi anni di crisi ci
hanno fatto capire che per uscirne , per tornare a crescere dobbiamo investire
sulla qualità e sulle eccellenze del nostro territorio, crediamo che il turismo
possa veramente essere una grande opportunità , e poiché turismo in
Valmarecchia è valorizzazione del patrimonio storico, culturale, paesaggistico,
enogastronomico, puntare sul turismo è anche la miglior difesa del nostro
territorio e difesa delle tradizioni.
PSI di Santarcangelo e Valmarecchia