giovedì 25 giugno 2009

Qui G8

Emanuele Giordana Mercoledi' 24 Giugno 2009 Di cosa si parlerà a Trieste alla Riunione dei Ministri degli Esteri del G8 dedicata all'AfPak visto che uno degli argomenti topici – la presenza dell'Iran e il suo ruolo chiave nella regione – verrà a mancare per l'assenza ormai certa di Teheran? Ieri, recuperando sulla chiusura manifesta dell'Italia alla delegazione iraniana (che comunque non ha nemmeno risposto all'invito) il ministro Frattini ha spiegato che però la “mano resta tesa”, in omaggio alle aperture americane. Tant'è, si parlerà di molte altre cose tranne una: il ruolo delle donne e la loro condizione nei due paesi – Afghanistan e Pakistan - dove la questione di genere è molto spesso liquidata sotto un velo a grate e relegata nelle stanze di casa dove solo gli uomini di famiglia hanno accesso. Questo almeno a scorrere l'agenda del vertice in calendario da giovedi a sabato in Friuli sull'“iniziativa di stabilizzazione dell’Afghanistan nel quadro della dimensione regionale, con la partecipazione degli attori regionali e internazionali e dei vertici delle organizzazioni internazionali competenti”, come si legge sul sito della Farnesina. In effetti si parlerà di molte cose: proliferazione nucleare, terrorismo, crimine organizzato trans-nazionale e, ovviamente, sicurezza, un mantra ormai ineludibile in ogni summit che si rispetti. Ma non mancheranno l'economia, lo sviluppo, la cooperazione, i rifugiati, la sicurezza alimentare. Persino la pirateria. Tutto fuorché le donne. La lettura dell'agenda di Trieste ha finito così per farne infuriare parecchie, sia nelle organizzazioni della società civile, sia tra deputate e senatrici del centro sinistra. I maligni dicono infatti che le donne del centrodestra, dentro e fuori il parlamento, hanno avuto l'ordine di scuderia – come si evince da una mozione Pdl-Lega - di tenere la guardia bassa perché di genere e diritti femminili si parlerà solo nel vertice “minore” di settembre – una “coda” del G8 maiuscolo di luglio - in cui farà gli onori di casa il ministro Mara Carfagna. Perché dunque indignarsi tanto adesso se le donne scompaiono tra Trieste e L'Aquila? Ma nel centro sinistra la lettura dell'agenda friulana e di quella abruzzese ha fatto imbufalire molte parlamentari. Prima fra tutte Rosa Calipari, una delle promotrici della mozione sui diritti di genere, approvata agli inizi dell'anno in parlamento, che impegnava il governo italiano a farne un cavallo di battaglia (si discuteva allora del decreto missioni). A leggere l'agenda, in effetti, di quell'impegno non c'è traccia anche se, in realtà, gli sherpa del ministero hanno lavorato sul tema che però non appare a chiare lettere. A quanto pare infatti, il draft della dichiarazione finale prevede proprio un punto specifico sulle questioni di genere con un impegno, sempre che il suggerimento sia approvato, verso le donne afgane e quelle pachistane. Ma resta da capire perché l'agenda ufficiale non preveda neppure un panel, una sessione, una colazione di lavoro dedicata al tema. Se a pensar male si fa peccato ma spesso non si sbaglia, verrebbe da credere che il Ministero delle Pari Opportunità abbia fatto pressione per far sparire le donne dal tavolo friuloabruzzese per farle riapparire per magia solo a settembre. Quando l'intero mini summit (A Roma) sarà dedicato a loro. Una volta che il G8 “vero” però sarà già concluso.

martedì 9 giugno 2009

GRAZIE: 5,1%!! Il Partito Socialista a Santarcangelo c'è.

giovedì 4 giugno 2009

PARLIAMO DI SCUOLA

Intervista a Monica Ricci, Assessore uscente alla Pubblica Istruzione e Gabriele Boselli, candidati socialisti. Quali saranno i principali interventi che i membri della vostra lista intendono attuare? Bisogna tener conto che la popolazione scolastica di Santarcangelo è in aumento, come, del resto, il numero della popolazione in sé. Ne siamo lieti, e’ un segno di prosperità e di fiducia nel futuro. Il piano di edilizia scolastica va però rivisto, in accordo con i comuni vicini, tenendo pure conto delle tendenze nazionali e regionali. Forte dovrà essere la continuazione dell’impegno nel nostro Comune, nell’immediato, per quanto riguarda le scuole materne e le “medie”: verranno costruiti nuovi edifici scolastici a S. Martino e Canonica (materne), S.Bartolo (elementari) e verrà ampliato il polo scolastico della secondaria di I grado. In questa ottica vanno poi assolutamente eseguiti altri interventi e messe a norma, con particolare riferimento all’adeguamento antisismico. E’ necessario dotare di palestre le scuole elementari di frazione in modo che il loro utilizzo avvenga anche da parte della collettività e contribuisca ad attivare e potenziare la pratica sportiva. Le scuole devono essere raggiunte da piste ciclabili per promuovere la sostenibilità ambientale e per favorire i percorsi protetti casa-scuola. E’ necessaria la difesa del tempo prolungato come ricchezza del territorio e come parte fondamentale dell’offerta formativa scolastica. Si rende inoltre necessario prevedere un ulteriore indirizzo di scuola superiore che tenga conto delle vocazioni del territorio e che possa essere punto di riferimento per le nuove generazioni di studenti. Noi intendiamo garantire a tutti i ragazzi le stesse opportunità formative, creando una rete di soggetti culturalmente attivi sul territorio (musei, associazioni culturali..) per valorizzarne le esperienze e portarle all’interno dei programmi scolastici. Le scuole dovrebbero diventare punti di riferimento per la cittadinanza ed essere utilizzate anche in orari extra-scolastici (come accade in altri paesi europei). Per questo si propone di realizzare attività pomeridiane socio-educative mettendo a disposizione gli edifici scolastici, dal nido alle medie, anche per favorire ed accogliere le esigenze delle famiglie. Oltre all’edilizia e alla logistica, quali problemi ci angustiano? Certo, la ristrutturazione scolastica (non chiamiamola Riforma, non se ne son viste più dal 1923!) riduce oltre agli insegnanti il tempo scuola nel primo e nel secondo ciclo dell’istruzione e cancella le compresenze. L’aumento del numero degli alunni per classe potrebbe provocare un aumento dell’insuccesso scolastico e della selezione. Il “maestro unico” pone ulteriori problemi. Considerando anche l’invecchiamento del corpo docente e la presenza di insegnanti obbligati a restare in servizio solo perché non hanno l’età anagrafica o l’anzianità per andare in pensione, non è difficile prevedere gravi difficoltà. Ci sono poi problemi inerenti al cambiamento del tessuto sociale. A Santarcangelo stiamo invero assai meglio che altrove ma sempre più spesso anche da noi le famiglie e dunque i ragazzi soffrono per lo stress da lavoro, la precarietà e il sempre più basso reddito reale prodotto dal lavoro dipendente. La ristrutturazione ha inciso sulle risorse umane e materiali della scuola. Come andrà alla ripresa delle scuole? Ce lo chiediamo anche noi. Ricordate “settembre, andiamo, è tempo di partire…..”? A settembre 2009 ripartiremo anche noi. Per dove? Con quali nocchieri? Con quale carica di speranza? Con quali mezzi? I nocchieri sono ormai noti e vi è dunque da augurarsi che ci sorprendano positivamente. La speranza non può che essere tutta quella razionalmente possibile. I mezzi, certamente, saranno pochi. Istruzione, formazione e ricerca scientifica a livello nazionale vedono da molti anni un progressivo disinvestimento. Di più e peggio, queste sono pensate più come spese “che non ci possiamo più permettere” che come investimenti produttivi. Confidiamo tuttavia che a Santarcangelo un corpo docente particolarmente qualificato, l’azione dell’Amministrazione comunale e degli altri enti locali, la dirigenza tecnica e quella amministrativa dell’Ufficio scolastico provinciale e –soprattutto- il supporto dei cittadini possano, nonostante tutto, portare a un ulteriore miglioramento della qualità della nostra scuola.

martedì 2 giugno 2009

Ridiamo le Fiere ed il Festival alla città

La miglior difesa delle attività commerciali del centro cittadino (oltre ad opporci all’apertura di centri commerciali di grandi dimensioni) è la continua valorizzazione della città; gli investimenti di questi ultimi anni nel Combarbio e nel Campo della Fiera dovranno essere seguiti da altri interventi nel centro storico a cominciare dalle piazze Marini e Marconi. Si dovrà rivedere l’organizzazione dei parcheggi per facilitare la sosta breve, ma la cosa più importante è puntare su di un’offerta commerciale di qualità oltre che sulle tipicità del nostro territorio. Il nostro patrimonio storico, culturale e ambientale non ha nulla da invidiare a note località turistiche ma è necessario fare sistema fra pubblico e associazioni economiche e culturali e presentarsi non solo come Santarcangelo ma come Valmarecchia. Premesso che possiamo e dobbiamo puntare ad un turismo culturale di qualità autonomo dalla Riviera, non dobbiamo però dimenticare che fra alcuni mesi a Rimini, aprirà il più grande Palazzo dei Congressi d’Italia, questo significa un flusso di decine di migliaia di persone durante tutto l’anno con una forte capacità di spesa: al termine di un convegno cosa c’è di meglio di una visita alle grotte Tufacee o ai tanti Monumenti di un Borgo Medioevale sicuramente tra i più belli d’Italia intervallate da soste per lo shopping e l’immancabile cena! Organizziamoci. 1) Le Fiere sono Santarcangelo e Santarcangelo è le Fiere. Dobbiamo recuperare le loro tradizioni perché rappresentino il momento più importante della valorizzazione della produzione tipica e locale. Proprio per questo non possono essere subite dalla città ma dovranno essere organizzate in maniera che le attività commerciali fisse possano trovare il loro spazio e i residenti pure, evitando che diventino dei grandi mercati dove si vende di tutto e a fare affari siano principalmente commercianti provenienti da ogni parte d’Italia. Il Comune dovrà quindi intervenire maggiormente nell’organizzazione delle Fiere, che vanno ridisegnate e (perfino) ridimensionate lasciando spazio alla produzione tipica e locale (la Fiera di San Martino era la fiera dei cantastorie che ne fanno ancora un evento unico sui piano nazionale) e dettando un regolamento che tenga conto di questi elementi e vigilando affinché la messa in opera segua fedelmente le linee di valorizzazione delle nostra identità. 2) La tradizione di Santarcangelo è anche la sua anima culturale che rischia di essere tralasciata. Faremo per questo in modo che non vengano sostenuti solo i "grandi eventi" culturali, ma che quotidianamente i cittadini possano accedere alla cultura ed al sapere, attraverso forme permanenti di incontro e di scambio. come: - la messa in rete del patrimonio culturale per renderlo fruibile alla cittadinanza nel suo insieme ( scuole e associazioni) e per sfruttare e potenziare un tessuto socio-culturale molto attivo per supportare una “comunità educante”; - la valorizzazione delle iniziative, soprattutto quelle rivolte alle scuole ed ai bambini che consentono il recupero della memoria storica; - il rafforzamento del legame affettivo e partecipato tra i Musei Comunali, custodi preziosi di memorie e tradizioni, e la cittadinanza. 3) Cultura è soprattutto il Festival del Teatro il Piazza che va assolutamente riportato all'interno dei circuiti internazionali anche evitando una programmazione troppo di nicchia che rischia di confinarlo in evento per pochi. Può coesistere l'aspetto di una programmazione "popolare”, rivolta a tutte le fasce d'età, durante tutto l'anno usufruendo dei contenitori culturali di cui la città dispone (mettendo gli stessi anche a disposizione delle scuole di ogni ordine e grado) e di una di "ricerca" da realizzarsi in modo specifico durante le giornate consacrate al Festival. 4) Punto fondamentale ed imprescindibile deve essere la realizzazione-costruzione di un teatro, crocicchio emblematico di civiltà di ogni comunità da sempre, anche per dar voce e spazio alle varie esperienze teatrali che arricchiscono la vita culturale cittadina, e l’uso del Supercinema, sia come sala cinematografica che come sala teatrale per valorizzarne al massimo le potenzialità che sono state in parte riscoperte in questi ultimi anni. 5) Infine, Santarcangelo è la capitale italiana della poesia dialettale, non può mancare un Centro dì Documentazione sul dialetto romagnolo e santarcangiolese in particolare, nelle sue varie espressioni: poetiche, letterarie e teatrali.