martedì 2 giugno 2009
Ridiamo le Fiere ed il Festival alla città
La miglior difesa delle attività commerciali del centro cittadino (oltre ad opporci all’apertura di centri commerciali di grandi dimensioni) è la continua valorizzazione della città; gli investimenti di questi ultimi anni nel Combarbio e nel Campo della Fiera dovranno essere seguiti da altri interventi nel centro storico a cominciare dalle piazze Marini e Marconi. Si dovrà rivedere l’organizzazione dei parcheggi per facilitare la sosta breve, ma la cosa più importante è puntare su di un’offerta commerciale di qualità oltre che sulle tipicità del nostro territorio.
Il nostro patrimonio storico, culturale e ambientale non ha nulla da invidiare a note località turistiche ma è necessario fare sistema fra pubblico e associazioni economiche e culturali e presentarsi non solo come Santarcangelo ma come Valmarecchia. Premesso che possiamo e dobbiamo puntare ad un turismo culturale di qualità autonomo dalla Riviera, non dobbiamo però dimenticare che fra alcuni mesi a Rimini, aprirà il più grande Palazzo dei Congressi d’Italia, questo significa un flusso di decine di migliaia di persone durante tutto l’anno con una forte capacità di spesa: al termine di un convegno cosa c’è di meglio di una visita alle grotte Tufacee o ai tanti Monumenti di un Borgo Medioevale sicuramente tra i più belli d’Italia intervallate da soste per lo shopping e l’immancabile cena! Organizziamoci.
1) Le Fiere sono Santarcangelo e Santarcangelo è le Fiere. Dobbiamo recuperare le loro tradizioni perché rappresentino il momento più importante della valorizzazione della produzione tipica e locale. Proprio per questo non possono essere subite dalla città ma dovranno essere organizzate in maniera che le attività commerciali fisse possano trovare il loro spazio e i residenti pure, evitando che diventino dei grandi mercati dove si vende di tutto e a fare affari siano principalmente commercianti provenienti da ogni parte d’Italia. Il Comune dovrà quindi intervenire maggiormente nell’organizzazione delle Fiere, che vanno ridisegnate e (perfino) ridimensionate lasciando spazio alla produzione tipica e locale (la Fiera di San Martino era la fiera dei cantastorie che ne fanno ancora un evento unico sui piano nazionale) e dettando un regolamento che tenga conto di questi elementi e vigilando affinché la messa in opera segua fedelmente le linee di valorizzazione delle nostra identità.
2) La tradizione di Santarcangelo è anche la sua anima culturale che rischia di essere tralasciata. Faremo per questo in modo che non vengano sostenuti solo i "grandi eventi" culturali, ma che quotidianamente i cittadini possano accedere alla cultura ed al sapere, attraverso forme permanenti di incontro e di scambio.
come:
- la messa in rete del patrimonio culturale per renderlo fruibile alla cittadinanza nel suo insieme ( scuole e associazioni) e per sfruttare e potenziare un tessuto socio-culturale molto attivo per supportare una “comunità educante”;
- la valorizzazione delle iniziative, soprattutto quelle rivolte alle scuole ed ai bambini che consentono il recupero della memoria storica;
- il rafforzamento del legame affettivo e partecipato tra i Musei Comunali, custodi preziosi di memorie e tradizioni, e la cittadinanza.
3) Cultura è soprattutto il Festival del Teatro il Piazza che va assolutamente riportato all'interno dei circuiti internazionali anche evitando una programmazione troppo di nicchia che rischia di confinarlo in evento per pochi. Può coesistere l'aspetto di una programmazione "popolare”, rivolta a tutte le fasce d'età, durante tutto l'anno usufruendo dei contenitori culturali di cui la città dispone (mettendo gli stessi anche a disposizione delle scuole di ogni ordine e grado) e di una di "ricerca" da realizzarsi in modo specifico durante le giornate consacrate al Festival.
4) Punto fondamentale ed imprescindibile deve essere la realizzazione-costruzione di un teatro, crocicchio emblematico di civiltà di ogni comunità da sempre, anche per dar voce e spazio alle varie esperienze teatrali che arricchiscono la vita culturale cittadina, e l’uso del Supercinema, sia come sala cinematografica che come sala teatrale per valorizzarne al massimo le potenzialità che sono state in parte riscoperte in questi ultimi anni.
5) Infine, Santarcangelo è la capitale italiana della poesia dialettale, non può mancare un Centro dì Documentazione sul dialetto romagnolo e santarcangiolese in particolare, nelle sue varie espressioni: poetiche, letterarie e teatrali.
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