lunedì 31 gennaio 2011

CI MANCAVA SOLO RUBY


CI MANCAVA SOLO RUBy…

E’ arrivata Ruby, ed ecco che anche Rimini ha sentito l’esigenza di buttarsi a capofitto nelle squallide polemiche che stanno riempiendo il paese di melma, più di quanto già non lo sia.
Forse è comprensibile, le menti di tutti, stanche della politica, preferiscono annegarsi in queste avvincenti storie da romanzo erotico, oppure perdersi nei loschi meandri delle ultime rivelazioni della ragazza di turno. Dopotutto, un serio e responsabile paese come il nostro, si potrà pur permettere di spostare l’attenzione dai problemi dei giovani, dalle questioni economiche e sociali, dalle vicende internazionali...a Ruby.
I socialisti non si sono mai appassionati più di tanto queste vicende, forse (e la situazione del paese lo dimostra) non è più di moda occuparsi di politica.
Se dico che a me non fregava un fico della venuta a Rimini della avvenente Ruby, corro il rischio di passare per un cinico amorale? Forse sì…ebbene lo correrò.
Mi è parso incredibile come si sia alzato un sentimento di generalizzata indignazione, alla notizia della venuta in riviera della ragazza. In effetti sarebbe stato scandaloso se l’industria del divertimento rivierasco e cittadino non fosse da anni all’avanguardia del cattivo gusto.  Scusate ma non riesco a capire lo spirito bigotto che si è scatenato e soprattutto questo impegno a moralizzare il paese a tutti i costi, a purificarlo dalle sue tossine immorali. Io credo nella laicità, non credo nella moralizzazione dei costumi, non mi sento depositario di una verità rivelata e soprattutto non penso che il male di questo paese, della sua politica, del suo governo sia Ruby o il modo con cui,con lei, qualche potente si sollazza.
Cari giovani, cari coetanei, il problema non è Ruby, non è se la gente sia andata o meno al Paradiso. Il problema è forse che per l’ennesima volta la brutta politica e i media, non vogliono che i cittadini italiani  pensino alla sostanza, ma si accontentino dei contorni. Col berlusconismo la disinvoltura morale ha raggiunto il livello più alto che si fosse mai visto nel paese, ma io dico Berlusconi è moralmente impresentabile? Non votatelo. Berlusconi ha commesso dei reati? Che la magistratura lo appuri e lo condanni se è colpevole. Io mi fermo a dire questo, lo stato di diritto si ferma qui con me.
Non potremo mai battere Berlusconi con una berlusconizzazione di sinistra, strada che troppo spesso il Pd   ed i suoi giovani virgulti hanno dimostrato di prediligere, e nemmeno con la logica della creazione di un’egemonia culturale opposta.
Ma ci siamo mai chiesti perché le donne continuino a votare in massa Berlusconi nonostante il ripetersi di simili episodi e relative messe all’indice?
Berlusconi non vince perché quello italiano è un popolo più immorale d’altri, ma perché è un popolo da troppo tempo disabituato ad una corretta cultura politica.
Berlusconi si batte con la buona politica, l’unica grande arma che i socialisti conoscano.

Faini Fabio
Coordinatore della Federazione dei giovani socialisti di Rimini

domenica 30 gennaio 2011

POESIA DI GIOACCHINO BELLI SCRITTA 168 ANNI FA (quando la storia non insegna..)

Mentre ch'er ber paese se sprofonna
tra frane, teremoti, innondazzioni
mentre che so' finiti li mijioni
pe turà un deficì de la Madonna.



Mentre scole e musei cadeno a pezzi
e l'atenei nun c'hanno più quadrini
pe' la ricerca, e i cervelli ppiù fini
vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi



Mentre li fessi pagheno le tasse
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano
e le pensioni so' sempre ppiù basse
Una luce s'è accesa nella notte.



Dormi tranquillo popolo itajiano
A noi ce sarveranno le mignotte

mercoledì 26 gennaio 2011

Solidarieta' ai socialisti albanesi

Caro segretario Nencini,

sei invitato a nome di tutti i socialisti della mia città a fare una dichiarazione ufficiale a sostegno dei compagni socialisti albanesi in lotta per la libertà del loro paese.  Siamo certi che non tarderà ad arrivare.
Ai tempi di Bettino arrivavano anche i soldi , così come accadeva per i compagni greci, cileni e spagnoli.

W il Socialismo   W l'Internazionale

Fiorenzo Faini  seg. PSI  sezione A. Costa  Santarcangelo di Romagna RN.

sabato 22 gennaio 2011

Quattro idee per tornare a crescere

Francesco Bragagni*

E così siamo arrivati al 2011, un anno che per noi socialisti sarà molto importante, e forse determinante. Un partito, che attraverso le elezioni amministrative della prossima primavera, come ha detto il nostro Segretario Nencini, dovrà contribuire alla ricostruzione economica, sociale e politica della nostra Italia. Ma per far questo, ci occorrerà una affermazione in termini di voti. E dobbiamo quindi chiederci: qual è l’elettorato che possiamo attrarre come socialisti riformisti?
Voglio farvi questo esempio: mio zio, che di partiti ne ha visti tanti, e che prima di Tangentopoli ha votato spesso socialista, adesso è politicamente senza riferimento, per un periodo si è avvicinato a Berlusconi ma ora lo critica spesso, Fini e Casini non gli rappresentano nulla, questa sinistra parlamentare composta dai post-comunisti e da di Di pietro suscita la sua indignazione, ed è finito a leggere con crescente simpatia Travaglio, perchè bene o male spara un po’ su tutti. Ma mio zio sarebbe naturalmente disposto, e tanti, ma proprio tanti come lui (anche con storie diverse alle spalle), a votare il Partito Socialista, a patto che esso si faccia portatore di un cambiamento vero e profondo. Per attrarre questi apolidi della politica attuale, riformisti e liberali senza patria, il cambiamento che dobbiamo proporre si articola fondamentalmente in 4 fasi:
- lotta per l’abbattimento della spesa pubblica, cosa che abbiamo iniziato a fare con la proposta di riduzione degli stipendi dei consiglieri regionali, ma sulla quale dobbiamo ancora insistere, senza demagogia, chiedendo l’abolizione delle Provincie, e altri provvedimenti anti-spreco;
- sostegno ai giovani, ai precari e ai disoccupati, argomento che deve stare a cuore a tutta la società e non solo agli interessati, da realizzare attraverso varie forme: introduzione degli ammortizzatori sociali già contenuti nel libro bianco di Marco Biagi, e mai attuati, reddito di cittadinanza, realizzazione di cooperative per l’autoimpiego di disoccupati e di precari, in modo che possano gestire il proprio futuro in maniera unitaria e senza dover elemosinare impieghi singolarmente;
- ritorno alle origini del socialismo, assumendosi il compito di aiutare le categorie sociali che non sono tutelate, e anche questo abbiamo iniziato a farlo per certi versi con la nascita di SOS Diritti. Nello specifico: assistenza ai migranti, ai lavoratori subordinati, alle famiglie di nuova generazione, al mondo lgbt, alle donne maltrattate  o anche semplicemente relegate ad una condizione di minorità, e, ovviamente, alle categorie di cui al punto 2;
- promuovere un profondo ricambio della classe politica, anche attraverso la proposta di abrogazione della legge elettorale attuale “Cancella il porcellum”. Questo sarà necessario nel momento in cui, finito il berlusconismo, entrerà in crisi tutto il sistema politico nel quale il Cavaliere finora ha sguazzato. Perchè succederà esattamente come nel ciclismo e in tanti altri ambiti, la fine dei successi di Indurain non ha lasciato spazio ai suoi avversari, agli eterni secondi Chiappucci, Bugno, Ugrumov, ma ad una nuova generazione di campioni, allo stesso modo, la fine di Berlusconi non lascerà spazio a coloro che l’hanno contrastato in questa fase politica all’interno e all’esterno del suo schieramento, cioè i vari Fini, Bossi, Tremonti, Bersani, Rutelli, Di Pietro, D’Alema, ma ad una nuova generazione di politici del Terzo Millennio. Per realizzare tutti questi obiettivi abbiamo bisogno di un partito forte, solido, rinnovato, unito e non litigioso, che miri ad essere la sezione italiana del Partito del Socialismo Europeo, unendo tutta la sinistra riformista. Per far questo sarà necessario, io credo, stabilire un percorso comune coi partiti a noi più vicini politicamente: i Radicali, i Verdi, ma anche altri soggetti liberali, repubblicani e riformisti. Come Federazione dei Giovani Socialisti, sosteniamo da tempo la necessità di iniziare questo percorso, lo stesso è stato evidenziato dal Segretario Nencini in alcune sue dichiarazioni.
Questi sono gli obiettivi che dobbiamo porci per il nuovo anno come PSI, rendendoci conto che, il futuro, siamo noi.
*Segretario Provinciale PSI Rimini

CRAXI: I GIANNIZZERI DI DI PIETRO E CIVATI AVRANNO LA RISPOSTA CHE MERITANO


sabato 22 gennaio 2011
Poco meno di un centinaio di persone hanno sabotato questa mattina l' inaugurazione della piazza intitolata a Bettino Craxi a Lissone, comune della Brianza, costringendo gli organizzatori dell'evento a trasferirsi nel vicino teatro.
I contestatori hanno replicato le sceneggiate degli anni di Tangentopoli, con tanto di lancio di monetine e urla, inalberando le bandiere dell'Italia dei Valori e cartelli contro Bettino Craxi, a  firma del locale circolo del PD.
Informato dell' accaduto, Bobo Craxi, da Cagliari dove oggi alle ore 16.00 alla  Fiera, presenzierà alla commemorazione del defunto leader socialista a undici anni dalla scomparsa, in una nota dichiara che " la gazzarra indegna di Lissone è stata organizzata dai giannizzeri di Di Pietro e dal consigliere regionale del Pd Civati, il cosiddetto "rinnovatore.
Essi avranno la risposta che meritano - prosegue Craxi  - perchè non sono capaci di discutere di politica e di storia ma di muovere primordiali risentimenti.
La sinistra - conclude il figlio del leader socialista - piaccia o no è stata guidata dal socialismo democratico in Italia e in Europa.
Altre esperienze sono finite e fallite e questi epigoni superstiti verranno schiacciati anche in Italia."
Per Roberto Biscardini  delle Segreteria nazionale del PSI presente a Lissone alla cerimonia: "Si è trattato di
una vergognosa provocazione di altri tempi. Dopo un ventennio si è ripresentato il popolo delle monetine. Quello che avevamo conosciuto davanti al Raphael e a Milano davanti alla sede di Corso Magenta. Una vergognosa manifestazione organizzata dal Italia dei Valori e sostenuta da qualche dirigente locale del PD. Mancava solo Ignazio La Russa e poi c’erano tutti.”
Insieme a Biscardini, in piazza a Lissone c'erano  Roberto Vertemati segretario della Brianza e  tantissimi socialisti con le bandiere del PSI. Biscardini, è intervenuto nella sala del Comune  e  ha affermato: “Siamo alla fine di un ciclo, quello della Seconda repubblica, quello del berlusconismo e dell’antiberlusconismo. Questi che protestano  qui fuori contro di noi non l’hanno ancora capito, ma lo capiranno. Quando questo ciclo tra breve di concluderà, anche per l’Italia ci saranno le condizioni per un grande partito socialista, unito, come avviene in tutto nel resto del mondo. Un partito, nel solco della storia del socialismo riformista e democratico, di cui Bettino Craxi è stato un grande protagonista. Dai suoi primi anni nel PSI insieme a Pietro Nenni fino agli anni della Presidenza del Consiglio.”

venerdì 21 gennaio 2011

UN SINDACATO UNITARIO PER NUOVE RELAZIONI INDUSTRIALI



mercoledì 19 gennaio 2011

L’accordo di Mirafiori  e relativo referendum, hanno messo in luce le forti contraddizioni che attraversano non solo il movimento sindacale ma la sinistra nel suo complesso.
I Partiti della sinistra sono nati nel nostro Paese storicamente avendo a riferimento il mondo del lavoro.
Fino a vent’anni fà il nostro partito ed il PCI di allora erano presenti con proprie ramificazioni organizzate all’interno delle più grandi realtà industriali del paese.
Fu la nostra grande assise di Rimini, Meriti e Bisogni, che per la prima volta ruppe lo schema e la mitologia imperante sulla classe operaia imponendo all’attenzione di tutto il paese la questione del merito e soprattutto la fotografia di un mondo del lavoro che stava cambiando e la richiesta pressante all’intero movimento sindacale reduce dalla sconfitta della FIAT di cambiare modello di relazioni industriali e di farsi carico non solo del lavoratore della grande industria ma dell’intera popolazione del mondo del lavoro.
Le lancette della storia non possono tornare indietro e non è pensabile far diventare un referendum che riguarda 5000 lavoratori l’evento più importante della storia del movimento sindacale è una mistificazione e una vera e propria offesa nei confronti di quei milioni di lavoratori delle piccole e medie imprese del terziario del mondo del precariato che devono ancora conquistare diritti che li facciano emancipare dalla loro condizioni di lavoratori di serie B.
E’ anche di questi lavoratori spesso non rappresentati dal sindacato e senza audience televisivo vogliamo occuparci e a cui ci rivolgiamo così come nell’assise di Rimini ci siamo rivolti al mondo degli impiegati e dei quadri che stava emergendo,  tutto questo nella totale indifferenza della sinistra che erroneamente continua a perseguire la visibilità di una fabbrica e di una città che non rappresenta più la centralità del mondo del lavoro del nostro paese.
Proprio perché siamo convinti che il Sindacato Italiano possa ancora essere attore importante e decisivo nella gestione della crisi economica così come lo fu negli anni 90, con la politica della concertazione che ci portò in Europa e che vide il Governo parte attiva di quella fase ( a differenza della posizione rinunciataria e subalterna del governo Sacconi - Berlusconi ).
Per essere attore protagonista deve cambiare e devono cambiare le relazioni industriali e d’indirizzarsi verso l’orizzonte della partecipazione, che è cosa ben diversa dalla semplice subalternità alle politiche aziendali e deve avere l’obbiettivo di coinvolgere i lavoratori e il sindacato che li rappresenta nelle scelte strategiche delle aziende.
Per arrivare a quest’obbiettivo è necessario che il sindacato unitariamente arrivi ad un accordo con le parti sociali che definisca regole certe per le rappresentanze nei luoghi di lavoro, consentendo ai lavoratori di iscriversi liberamente e che venga recepito per legge.

Dipartimento Lavoro PSI

NENCINI: BERLUSCONI SI DIMETTA MA ATTENZIONE AGLI ECCESSI INVESTIGATIVI


NENCINI: BERLUSCONI SI DIMETTA MA ATTENZIONE AGLI ECCESSI INVESTIGATIVI

martedì 18 gennaio 2011

“Berlusconi si dimetta se davvero ha a cuore gli interessi del Paese perché  più va avanti è peggio sarà, non solo per lo stillicidio di rivelazioni sui suoi vizi privati, ma per la crescente debolezza del suo governo e la radicalizzazione dello scontro con la procura di Milano”.
E’ quanto afferma il segretario del Psi, Riccardo Nencini.
“Purtroppo si parla molto più del caso Ruby – prosegue - che non dei fallimenti del governo e prima delle imbarazzanti rivelazioni sui festini ad Arcore, ci sono l’incapacità manifesta a governare, nonostante abbia avuto una maggioranza parlamentare senza precedenti, e l’insopportabile conflitto di interessi, che dovrebbero spingere il presidente del consiglio a fare un passo indietro. Molto però nel bombardamento mediatico e nella straordinario volume delle investigazioni, ricorda le inchieste di tangentopoli e la demolizione sistematica della figura pubblica degli indagati. Berlusconi è indifendibile, - conclude il leader socialista - ma qualche perplessità dovrebbe emergere nell’opposizione e non solo in chi ha vissuto da vicino gli anni del pool di mani pulite”.

giovedì 20 gennaio 2011

VOLENDO PSI!: A CALCI IN C....

martedì 11 gennaio

Disoccupazione giovanile al 28,9%. Un giovane su tre non ha lavoro. In un qualunque Paese civilizzato questo dato verrebbe visto in maniera bipartisan come un dato allarmante e pericoloso. In Italia no. Subito dopo l’epifania vengono resi noti i valori ISTAT riguardanti la disoccupazione giovanile in Italia. Le reazioni ed i toni con cui si affronta questo tema sono piuttosto variegate. Salta immediatamente all’occhio la dichiarazione del Ministro del Welfare Sacconi, che da bravo ex socialista rinnega completamente le sue origini ed afferma che i giovani devono imparare ad accettare qualunque tipo di lavoro gli venga proposto, indipendentemente dal titolo di studio e dalle esperienze svolte. Ancor più pesante è la proposta avanzata da Mario Giordano in un articolo pubblicato oggi da “Il Giornale”: “iniziamo a prendere i giovani a calci in culo, è l’unico modo per dare una scrollata ad una generazione di smidollati”. In primo luogo mi complimento con Giordano il quale in poche righe è riuscito a riassumere una quantità di offese gratuite verso i giovani difficile da dimenticare. Ora la questione è questa: posto che molti giovani effettivamente finchè non si trovano a sbattere la testa contro il mondo del lavoro non si rendono conto effettivamente di quanto sia difficile la vita, mi chiedo con quale coraggio ci siano persone che ancora si permettano di fingere che la situazione occupazionale dei giovani italiani sia solo da imputare ad una svogliatezza nel cercare lavoro e ad una incapacità di accontentarsi delle possibilità (poche per la verità) che vengono proposte. Questi uomini così autorevoli, che si sentono autorizzati a parlare di alibi dei giovani anziché di reale deficit occupazionale, lo fanno forse perché consapevoli che la generazione che ci ha preceduto è per la maggior parte causa primaria di tale sconfitta del sistema? Di chi è la responsabilità se la maggior parte dei ragazzi ritiene che per trovare lavoro sia più incisiva la conoscenza personale piuttosto che il curriculum? Chi ha portato l’Italia ad essere il Paese in cui è meglio non andare in pensione perché molto più conveniente dal punto di vista economico? Chi ha applicato la Legge Biagi solo in parte, evitando di incentivare la flessibilità eliminando la precarietà? Chi ha permesso a moltissime aziende di assumere personale a partita iva, impiegandolo poi come un vero e proprio dipendente, evitando così di assumersi oneri supplementari come i versamenti previdenziali, la sicurezza del lavoratore stesso e, in caso di donne, la maternità? Chi può permettersi di dire ad un giovane e alla sua famiglia che dopo tanti sacrifici non deve avere almeno l’aspirazione di occuparsi nel settore per cui ha studiato? C’è bisogno di ricordare a questi signori che sono stati loro gli autori di un sistema previdenziale che ha permesso a più generazioni di avere pensioni ricche ed in giovani età, mentre io ed i miei coetanei se saremo fortunati potremo aspirare al massimo ad un 45-50% dell’ultima retribuzione? E’ vero i nostri genitori hanno fatto molto per costruire l’Italia del G8, ma dopo averla costruita per il loro benessere non hanno pensato a lasciarcela in maniera dignitosa. Finchè ci saranno i genitori va bene, ma poi come si reggerà l’economia se un giovane disoccupato o precario non può prendere finanziamenti o mutui per comprare un’auto, una casa, costruirsi una famiglia? Forse a tutto ciò i vari Sacconi o Giordano non hanno pensato. Come tutte le cose bisogna viverle sulla propria pelle per comprenderle appieno. Solo una considerazione: con tutto il rispetto ma tra la mia e la vostra davvero mi chiedo quale sia la generazione di fenomeni.



CLAUDIA BASTIANELLI

mercoledì 19 gennaio 2011

NENCINI: LA SINISTRA VINCE SOLO QUANDO E' RIFORMISTA

http://www.partitosocialista.it/                                                              mercoledì 19 gennaio 2011

"La storia ci insegna che quando nella sinistra prevale il massimalismo, gli elettori non hanno dubbi e premiano la destra". Lo ha sottolineato il segretario del Psi, Riccardo Nencini, concludendo l'incontro "1921-2011: Novant' anni di solitudine del riformismo" che si e' svolto oggi a Roma, a undici anni dalla morte di Bettino Craxi, deceduto proprio il 19 gennaio del 2000 ad Hammamet e che i partecipanti al convegno hanno ricordato al termine con un minuto di silenzio.

"Nel 1948, nel 1994 come nel 2006 il centro sinistra e' stato sconfitto perche' contrassegnato da una forte componente radicale. Nel '94 -ha ricordato Nencini- i Progressisti di Achille Occhetto hanno subito una sconfitta irreparabile aprendo il campo a Berlusconi e nel 2006 la sinistra ha conosciuto la stessa sorte alleandosi con Antonio Di Pietro. La sinistra e' riuscita a prevalere quando si e' alleata ai cattolici democratici e grazie alla presenza di un riformista moderato come Romano Prodi".

Quindi, secondo Nencini, una formula vincente per battere Berlusconi e il centro destra esiste ed e' stata gia' collaudata con successo. "Nei casi di particolare debolezza di un Paese sul fronte politico, economico e sociale -situazione nella quale si trova in questo momento l'Italia- la risposta deve sempre essere riformista. Di conseguenza e' evidente che la strada da seguire debba essere qualla di un'alleanza con i cattolici democratici", ha concluso il segretario socialista.

"L'illusione di poter sostituire l'ideologia rivoluzionaria con il socialgiustizialismo - ha osservato invece Bobo Craxi- e' clamorosamente fallita. Gli eredi del Pci hanno pensato di conquistare la maggioranza e il governo del Paese ma questo massimalismo cieco, questo nuovo grumo ideologico, ha finito con il produrre una nuova divisione a sinistra. Un caso di scuola e' stata l'alleanza tra Veltroni e Di Pietro, con il primo che era convinto di poter circoscrivere e mettere sotto controllo il secondo. Non e' andata cosi' e ora il Pd si trova a inseguire l'Idv, che a sua volta a dato vita a fenomeni 'accessori' come il grillismo. La realpolitik ci impone tuttavia di ragionare in termini concreti sul terreno del riformismo, dove i socialisti hanno ancora molto da dire". Secondo Emanuele Macaluso l'improrogabile necessita' della svolta, imposta dalla caduta del comunismo al Pci, "non e' stata accompagnata da un'adeguata analisi storica e da un ricollocamento del Pds nell'area riformista". Ma anche Bettino Craxi e il gruppo dirigente socialista sbagliarono i calcoli. "Nell'89 Craxi era convinto di poter tornare a palazzo Chigi, che questo avrebbe determinato la scissione della componente riformista del Pci e che i fuoriusciti avrebbero aderito al Psi. Invece le cose sono andate in tutt'altro modo".

"Occhetto e chi lo circondava non compresero che i riformisti non avrebbero mai sposato la causa del Pds. Un errore che si e' ripetuto successivamente con la Cosa 2, con la pretesa di aggregare i socialisti e di far girare l'asse della sinistra intorno al Pds-Ds. Un obiettivo che pretesero di conseguire senza un radicale ricambio del gruppo dirigente che voleva intestarsi quel progetto e che discendeva direttamente dal Pci. Era chiaro - ha concluso Macaluso - che i socialisti non lo avrebbero mai accettato".

La storia della lunga guerra tra i due cugini della sinistra italiana, iniziata appunto nel 1921 a Livorno, ha fatto da sottofondo, esplicito e non, di tutti gli interventi.

“Il fatto è – aveva esordito lo strorico Giuseppe Tamburrano, presidente della Fondazione Nenni all’apertura del convegno – che lo scissionismo è sempre stato la tabe del Psi. L’unica utile è stata quella del ’92, tutte le altre, prima quella del ’21 poi quella saragattiana del 47, sono state nefaste”. Il Psi sarebbe stato un antemurale della resistenza contro la dittatura incipiente di Mussolini, ma i comunisti “con la scissione di Livorno invece di fare la rivoluzione bolscevica, favorirono l’avvento del fascismo”. Tamburrano non lesina critiche ai comunisti e ricorda che credettero di vedere anche in Gorbaciov una possibile revisione del totalitarismo sovietico e che il loro rapporto con l’Urss finì veramente solo con il crollo di quel regime. Un rapporto di cui si conservano ancora le tracce fino a oggi visto che anche alla mostra organizzata per i ricordare i 70 anni del Pci dall’Istituto Gramsci si nascondono con imbarazzo anche i legami con Stalin.

Il fatto è che il comunismo all’italiana, prosegue Luigi Covatta, direttore di MondOperaio, era “irriformabile”. Anzi sarebbe meglio definirlo “l’ideologia dell’italocomunismo – ma proprio nulla ci è stato risparmiato – che era una liturgia basata su una teologia sbagliata, sopravvissuta incredibilmente pure alla fine del Pci, anche in termini angrafici”. Era irriformabile perché era così sottile nella sua costruzione, era così “delicata che se la toccavi anche per un restauro, crollava” e così quel partito progettato a Torino nel 1919, te lo ritrovi oggi a fare “i conti con Marchionne e la Fiat di Mirafiori”, incapace oggi come allora di dare risposte utili al futuro della fabbrica, della città, dell’intero Paese.

Tocca a Marco Di Lello, che ha presieduto il convegno, prima del minuto di silenzio chiesto da Tamburrano per ricordare l’anniversario della scomparsa di Bettino Craxi, fare una battuta sdrammatizzante, ma non indolore, sul ruolo dei comunisti nella storia italiana. “Ma se la scissione di Livorno nel ’21 ha favorito la nascita del fascismo, - si è chiesto il coordinatore della segreteria socialista - non è che anche la nascita del Pds nel 1991 ha favorito l’avvento di Berlusconi?”



venerdì 14 gennaio 2011

UNA MANO O UNA FORCA PER SANTARCANGELO?

Cari amici della lista civica, perché così vi abbiamo sempre chiamato, al di là degli schieramenti maggioranza-opposizione, evidentemente sbagliando, poiché di amicizia ne avete dimostrata ben poca. Eravamo convinti che il desiderio di impegno civico muovesse le vostre azioni, che fosse la voglia di buona politica ad ispirare la vostra attività, da noi, fra l’altro più volte lodata come puntuale e seria.

E’ chiaro che abbiamo preso un abbaglio ed il rispetto e la stima che vi abbiamo sempre dimostrato sono stati ripagati con un attacco indiscriminato e provocatorio, all’insegna di un motto dall’odore stalinista: “calunnia, calunnia, che qualcosa rimarrà”.

Non è passato neppure un anno da quando, primi tra le forze politiche, vi abbiamo pubblicamente sostenuti, nella vicenda riguardante la censura della vostra bacheca. Anche allora lo facevamo per le poltrone? Mai ci pentiremo di quella pubblica difesa, dato che nessun evento della “politica spiccia” può far mutare i nostri ideali di libertà, libertà d’opinione compresa. Ma la libertà rimane ben poca cosa, un concetto vuoto e sprecato, se non legato indissolubilmente al rispetto della dignità personale di ogni individuo ed alla sua protezione dalle menzogne e dalle insinuazioni, soprattutto se prive di ogni riscontro reale, provato, oggettivo, come nel caso del vostro intervento.

Noi credevamo che la realtà politica di Santarcangelo potesse essere esente dai veleni e dalle liste di proscrizione che spopolano in questo nostro sfortunato paese.

Ci siamo sbagliati. Siamo stati oltremodo ottimisti e riscontriamo che si preferisce attaccare le persone, non le politiche, fare come Travaglio, che ha almeno il buongusto e la galanteria di firmare con un nome ed un cognome le sue invettive. La deriva giustizialista e forcaiola ha fatto breccia anche qui da noi, del resto siamo pur sempre in Italia.

Voi siete fustigatori senza tregua del primo partito di Santarcangelo, eppure siete figli della stessa cultura politica…ebbene, Pietro Nenni usava ricordare: “c’è sempre un puro più puro che ti epura” e forse ci sarà qualcuno che “epurerà” pure voi, se i vostri metodi saranno accettati come leciti e normali nel dibattito politico.

Noi siamo figli della cultura laica, del dubbio, dell’antidogmatismo, del libero pensiero, non siamo in grado di comprendere la logica dell’aut aut, non esiste, per noi il “con me o contro di me”. Questa è la prassi che abbiamo sempre mantenuto nei rapporti col Pd, all’insegna della dialettica, anche sulle questioni più controverse.

Per entrare nel merito delle accuse che ci rivolgete sulla questione del controllo dei servizi pubblici esternalizzati, ripetiamo che noi non andiamo a rimorchio di nessuno. L’impegno di questa maggioranza a farsene carico è esplicitato a pagina 12 del programma amministrativo, visibile a tutti, ed inserito per espressa richiesta dei socialisti. Se l’obiettivo non è, per il momento, stato raggiunto, la responsabilità non è da imputare a noi (dopotutto, sebbene ci descriviate come dei poltronari, il Psi ha un solo consigliere assegnatoci dagli elettori ed un assessore come conseguenza diretta ) ma state certi che rimane ai primi posti della nostra agenda politica.

Senza avere verità rivelate in tasca, come troppo spesso sembra abbiate voi, sull’E-gate non ci sentiamo di esprimere giudizi tranchants, a meno di un anno dalla sua adozione e rimandiamo ai nostri documenti ufficiali, ove la nostra posizione è ampiamente esplicitata.

Concludiamo ricordandovi che oltre 100 anni di storia socialista ci hanno abituato a subire ben altro e mai abbiamo abdicato ai nostri ideali di liberà e giustizia sociale.



Direttivo PSI Santarcangelo

giovedì 13 gennaio 2011

Le belle parole e…. i fatti concreti

Ridurre il consumo di territorio con “sforbiciate” nei nuovi ambiti del PSC.

Questo era uno degli obiettivi primari del programma elettorale del Partito Socialista. Con gli ultimi avvenimenti, salvo sorprese dell’ultima ora, riteniamo sia stato almeno in parte raggiunto.

Ma è stata molto dura iniziare a scalfire innanzitutto una cultura dello sviluppo basato essenzialmente sul mattone, ma alla fine con l’aiuto della Provincia e non certamente di quei partiti sempre pronti a fare a gara a chi la spara più grossa ma totalmente privi di cultura riformista e di governo, si è ottenuta per la prima volta nella storia di Santarcangelo, l’inversione di rotta.

Cari amici della Civica non confondiamo la gente e stiamo ai fatti, le previsioni aggiuntive del PSC non sono quelle che voi dite di oltre 2000 appartamenti, in quanto in questa quota massima sono compresi i circa 1500 appartamenti di previsione residua del vecchio PRG, per cui la quota aggiuntiva consentita dal PSC era di circa 650 abitazioni. Ora con la variante viene fatto un taglio del 20% andando in questo modo nella direzione richiesta dalla Provincia.

Forse a qualcuno potrà sembrare poco, per noi che avevamo chiesto di più, è comunque un buon risultato visti i rapporti di forza e l’isolamento pressoché totale in cui abbiamo condotto questa battaglia politica all’interno della maggioranza; perché vengono tagliati circa 120 appartamenti e liberati a verde circa 87.000 mq. di terreno.

Sentiamo già le solite voci “amiche” che ripetono, questo PSC non era necessario, bastavano e avanzavano le previsioni del vecchio PRG, può anche darsi che sia vero, ma cari amici questo significa affermare che non era necessario neanche il criterio innovativo della perequazione con la possibilità di acquisire gratuitamente aree al patrimonio pubblico senza ricorrere all’esproprio? O la quota obbligatoria del 30% di edilizia pubblica che la legge del PSC prevede? No cari amici, come forza socialista e riformista non siamo d’accordo.

Siamo consapevoli che di strada da fare ce ne sia ancora molta, dove servirà molta attenzione nei Piani Attuativi Comunali (POC), perché quello che oggi è uscito dalla porta non rientri dalla finestra. Ci riferiamo a quelle aree produttive dismesse destinate almeno in parte alla riconversione residenziale: cementificio Buzzi Unicem, tipografia Maggioli, costruzione meccaniche Pagliarani, ecc. dove l’interesse pubblico dovrà essere prevalente su quello privato.

Si è perso tempo prezioso a causa dell’ottusità ed arroganza del partito di maggioranza (Partito Democratico) nel blindare e difendere ad oltranza ciò che era indifendibile, quello che la Provincia di Rimini ci chiedeva di ridurre; non ha voluto ascoltare l’alleato Socialista che proponeva circa un anno fa, la riduzione dell’edificato di quel 20% nelle aree a rischio ambientale che ora viene accettato e addirittura sbandierata come una conquista del PD!!!

Noi non vogliamo prenderci tutto il merito, a differenza di quanto il segretario del PD molto impropriamente fa, ma ora, a fronte della grande prova di serietà e responsabilità che stiamo dando ,vi è un prezzo politico che il PD dovrà pagare a noi e agli alleati (IDV e PRI), perché su questa materia urbanistica molte cose ci sono state nascoste, altre raccontate in modo non veritiero; non possiamo cancellarle con un colpo di spugna.

Questa situazione sta causando un rallentamento nell’attuazione del programma amministrativo che difficilmente sarà recuperato. Come partiti di maggioranza dovremo renderne conto ai nostri concittadini, dove le responsabilità hanno un nome e cognome, e non è certamente quello dei Socialisti.

Le ultime vicende amministrative (PSC, ASP, HERA), hanno lasciato il segno all’interno dei partiti che sostengono la maggioranza del Sindaco Morri, il quale ha il dovere di ascoltare le loro ragioni e le loro richieste e recepirle nel più breve tempo possibile altrimenti altre sorprese potrebbero esserci nei prossimi consigli comunali.

Certamente noi Socialisti, non saremo più disponibili ai continui rinvii da parte di chi sottovaluta i problemi con l’intento di logorarci lentamente o farci diventare una comoda ruota di scorta, ma gli elettori stiano tranquilli perché questo non succederà.

Eros Tonini

mercoledì 12 gennaio 2011

Ricci: interventi sugli impianti sportivi

Nei giorni scorsi la Giunta comunale, in accordo con l’Ufficio Tecnico, ha dato l’ok al progetto di riqualificazione dello stadio “Valentino Mazzola” presentato dalla Società Calcio Santarcangelo. Progetto che prevede la realizzazione di due campi da calcetto in sintetico e – sempre in sintetico – il rifacimento del campo da calcio del Mazzola.


“Si tratta di un progetto importante – dichiara l’assessore allo Sport Monica Ricci – che va visto nella sua interezza”. “Un progetto – prosegue la Ricci – che riguarda infatti lo stadio, ma che comprende anche gli interventi già effettuati sul palazzetto del basket e quelli che saranno presentati nei prossimi mesi e che si dovranno successivamente realizzare sulla palazzina che ospita i campi e gli spogliatoi del tennis”. “Nel progetto di riqualificazione appena approvato, precisa l’assessore allo Sport, giocherà inoltre un ruolo centrale il tema del rispetto ambientale e del risparmio energetico dal momento che in tutte e tre le strutture verranno installati pannelli fotovoltaici e solari, la maggior parte dei quali collocati sulla tribuna coperta dello stadio”.

Interventi dunque significativi dal momento che la Società Calcio investirà 1.200.000 euro, mentre l’Amministrazione comunale di Santarcangelo incrementerà da 47mila a 55mila il contributo sulla rata del mutuo che la Società stessa dovrà attivare nei prossimi mesi.

“E’ un risultato significativo – conclude l’assessore Monica Ricci – frutto delle convenzioni che l’Amministrazione comunale ha rinnovato di recente con le quali si prevedono, da un lato, investimenti importanti da parte delle società sportive che l’Amministrazione comunale, dall’altro lato, sostiene contribuendo alle spese dei mutui ed estendendo la durata delle convenzioni. Convenzioni che rappresentano dunque lo strumento attraverso cui è possibile riqualificare gli impianti sportivi presenti sul territorio comunale da un punto di vista strutturale e per il risparmio energetico”.

lunedì 10 gennaio 2011

Controllo di HERA

COMUNICATO STAMPA DEL 30.12.2010

Anche sulla questione “Ufficio di controllo dei servizi esternalizzati”, nelle ultime settimane se ne sono sentite tante e ciascuno cerca di portare acqua al proprio mulino anche a dispetto della verità dei fatti.

Fatti di cui siamo stati attori in prima persona e che cerchiamo di riassumere in sintesi.

L’impegno di inserire nel programma di mandato dell’attuale maggioranza (PD IDV e PSI) il tema del controllo sulla qualità e costi dei servizi pubblici dati in concessione a partire da quelli gestiti da HERA, avvenne grazie alle pressanti richieste di noi Socialisti e fatte proprie più o meno convintamente anche dal PD.

Quando in seguito all’introduzione del sistema di raccolta indifferenziata con chiavetta E-gate, la Lista Civica presentò una mozione per istituire una “commissione consiliare temporanea e convocare un consiglio comunale aperto ai cittadini“ per verificarne il gradimento con una forte pregiudiziale negativa nei confronti di tale sistema di raccolta, noi Socialisti facemmo sul tavolo di maggioranza la proposta, subito rifiutata da tutti gli alleati, di istituire una ”commissione esterna non consiliare rappresentativa di tutte le categorie sociali ed economiche presieduta dall’assessore in materia con competenze non limitate al controllo del funzionamento dell’E-gate, ma estese a tutti i servizi pubblici esternalizzati“.

Come si vede si trattava di una cosa diversa dalla proposta della Lista Civica che noi giudicavamo demagogica nella richiesta del consiglio comunale aperto e con forte pregiudiziale negativa verso il sistema di raccolta a chiavetta E-gate sul quale noi Socialisti riteniamo sia ancora troppo presto per esprimere un parere definitivo. Non possiamo comunque non registrare come fatto certo e indubbiamente positivo un forte incremento della raccolta differenziata nei comuni dove è stato adottato il nuovo sistema e tutto ciò a meno di un anno dalla sua introduzione.

Fu a questo punto che per superare l’empasse arrivò la mediazione dell’IDV con la proposta di un ufficio interno che trovò anche l’appoggio del PD e sfociò nella mozione Pazzini-Tonini approvata nel consiglio comunale dello scorso aprile.

Noi Socialisti accettammo questa soluzione come il male minore per impegnare comunque l’amministrazione in tal senso, consapevoli comunque dei limiti organizzativi e di effettiva operatività di una tale scelta che sono poi quelli segnalati dal consigliere Novelli.

Il resto è cronaca, a sette mesi dall’approvazione di quella mozione un nulla di fatto, con il tentativo neanche troppo velato di qualcuno, che a questo punto dopo l’emendamento non concordato approvato con i voti del solo PD e del Sindaco nel consiglio comunale del 27 dicembre ha nome e cognome, di svuotarla di ogni concreta realizzazione.

Al PD dobbiamo dire che se questi sono i segnali del rinnovato clima nei rapporti con noi Socialisti dopo l’accordo trovato sulla variante al PSC, siamo sulla strada sbagliata.

Noi Socialisti non permetteremo tutto questo e se occorre ritorneremo alla nostra proposta iniziale, ma questa volta chiamando il consiglio comunale a decidere.



Fiorenzo Faini Eros Tonini

Seg. comunale PSI consigliere comunale PSI

sabato 8 gennaio 2011

Area ex Buzzi Unicem

Nelle ultime settimane se ne sono sentite tante, compresi comunicati stampa e lettere aperte ai Sindaci di Santarcangelo e Poggio Berni sulla destinazione dell’area del cementificio ex Buzzi Unicem.

Coloro che più si sono distinti, sono state le associazioni culturali ed ambientaliste locali, raccolte nel coordinamento Marecchia-Uso, unitamente alla “Comunità della Parrocchia di San Michele”, che hanno portato alla stesura di un documento in merito al “recupero dello stabilimenti dismesso della Buzzi Unicem”.

Questo documento ci chiama in causa come Socialisti nella partecipazione ai forum e ai dibattiti svolti in questi ultimi mesi, dove poi si è arrivati alla sua stesura ed approvazione. Anche se apprezziamo lo sforzo di farci partecipi, dobbiamo smentire il nostro coinvolgimento, perché mai ci è giunto invito né tantomeno abbiamo partecipato alla stesura del documento menzionato.

Sarebbe stato più apprezzato da parte delle associazioni ambientaliste locali, il loro coinvolgimento su tutta la materia del PSC di Santarcangelo; mai una loro voce si è alzata, mai una loro osservazione al PSC nel condannare la criticità di alcune area di espansione sulla ricarica di falda del fiume Marecchia, solo noi Socialisti insieme ad alcuni altri partiti e alla lista civica, ci siamo fatti carico di questo problema.

Ci viene spontaneo chiederci: perché ora tanto interesse per la destinazione di quest’area? Cosa si nasconde dietro questa frenetica attività delle associazioni ambientaliste? Vi è forse un secondo fine che ora ci sfugge?

Noi Socialisti, vogliamo tranquillizzare gli abitanti di San Michele e Sant’Andrea, che il problema è tra le nostre priorità amministrative. Di recente si è concordato, sul tavolo della maggioranza consigliare di Santarcangelo (PD, IDV e PSI), che per l’area della Buzzi Unicem entro pochi mesi dovrà essere avviato un percorso istituzionale partecipato da tutti: cittadini, associazioni, partiti, amministratori, ecc., che abbia come obiettivo la sua destinazione e il migliore utilizzo di quest’area dismessa, per fare in modo che questi forum abbiano una valenza partecipativa ed istituzionale riconosciuta dalla legge.

Tutti, senza distinzione, saranno chiamati ad esprimere le proprie proposte, compresi i comuni e i cittadini della Valmarecchia, per dar vita ad un accordo di programma che fissi le proposte e la possibilità di concreta realizzazione e che chiamerà in causa, per la sua approvazione, anche il Consiglio Comunale.

Molte proposte sono state già anticipate da documenti e riunioni locali, di certo non tutto sarà possibile, occorrerà fare i conti anche con la proprietà privata che dovrà avere un tornaconto ad investire in opere pubbliche, di certo noi Socialisti non faremo da copertura ad alcuna speculazione edilizia, si dovrà comunque garantire un preminente interesse pubblico.

Come un giusto equilibrio occorrerà fra la parte destinata a residenza e quella terziaria. Quest’ultima dovrà essere destinata a nostro parere ad un Polo Scientifico e Tecnologico con il recupero urbanistico di alcune parti dello stabilimento con fondi provenienti dalla Regione e dallo Stato. Dovrà essere un importante punto di riferimento per lo sviluppo tecnologico e per la qualificazione innovativa della Piccola e Media Impresa per le attività di incubazione e di supporto all'imprenditoria. Una eccellenza per tutta la Valle Marecchia e per il territorio riminese.

Questa opportunità se sfruttata a dovere dovrà portare oltre a occupazione giovanile, anche quelle infrastrutture pubbliche di cui le frazioni di San Michele e Sant’Andrea necessitano a partire da un centro civico, una piazza, aree di aggregazione per svolgere attività culturali, ricreative e per il tempo libero. Anche in questo caso servono idee e progetti a lungo respiro per tutta la vallata.

Tutto questo sarà inutile senza una nuova strada che nel pieno rispetto delle tutele ambientali previste dalla Provincia, colleghi questa area riconvertita a nuove esigenze di vivibilità e benessere alle varie realtà residenziali e produttive che si affacciano sulla Valle Marecchia.

Di certo vi è che noi Socialisti le idee le abbiamo ben chiare. Sicuramente il nostro voto in Consiglio Comunale di Santarcangelo “sarà determinante” per la definitiva approvazione della delibera che indicherà il percorso istituzionale di riqualificazione per l’ area Buzzi Unicem.