Variante PSC
“Ridurre il consumo di territorio nei nuovi ambiti del PSC”.
Questo era uno degli obiettivi primari del programma elettorale del Partito Socialista. Nell’approvare il programma di legislatura la posizione di noi Socialisti è stata subito chiara: occorreva dare un forte segnale di discontinuità nella gestione del territorio; per questo si era concordato di”raffreddare” lo sviluppo edilizio nelle nuove lottizzazioni.
Con gli ultimi avvenimenti riteniamo sia stato almeno in parte raggiunto. Non intendiamo ripercorrere, ancora una volta, la lunga e tormentata vicenda che ci ha portato all’adozione di questa variante perché è già stato fatto in questa sede e molto bene dal consigliere socialista che mi ha preceduto e perché significherebbe andare a risvegliare fatti e avvenimenti per noi molto dolorosi, ma voglio solamente ribadire una verità molto chiara e sintetica:
Se all’interno della coalizione di centro-sinistra si fossero ascoltate da subito le nostre proposte e sollecitazioni ancora prima che la Provincia avanzasse le sue riserve non avremmo perso esattamente un anno, con tutte le conseguenze negative sulla città e sui santarcangiolesi che questo ritardo ha comportato.
Dobbiamo tutti, complice anche la grande crisi che stiamo attraversando, cominciare ad invertire innanzitutto una cultura dello sviluppo basato essenzialmente sul mattone. Alla fine con l’aiuto della Provincia e non certamente di quei partiti sempre pronti a fare a gara a chi la spara più grossa ma totalmente privi di cultura riformista e di governo, abbiamo iniziato un’inversione di rotta.
Cari colleghi della minoranza non confondiamo la gente e stiamo ai fatti, le previsioni aggiuntive del PSC non sono quelle che voi dite di oltre 2.000 alloggi, in quanto in questa quota massima sono compresi i 1.567 alloggi (74,3% del totale) di previsione residua del vecchio PRG frutto delle numerose varianti votate dal vecchio Consiglio Comunale, per cui la quota aggiuntiva prevista dal PSC è di 541 abitazioni. Ora con la variante in corso abbiamo fatto un taglio del 20% in alcuni ambiti a particolare rischio ambientale ( aree di ricarica della falda idrica ) andando in questo modo nella direzione richiesta dalla Provincia.
Forse a qualcuno potrà sembrare poco, a noi che avevamo chiesto di più, pare comunque un buon risultato; perché vengono tagliati 150 possibili nuovi alloggi negli ambiti indicati e considerando un indice medio dello 0,10 mq/mq vengono liberati a verde molti metri di terreno.
Sentiamo già le solite voci “amiche” che ripetono, questo PSC non era necessario, bastavano e avanzavano le previsioni del vecchio PRG, può anche darsi che sia vero, ma cari amici questo significa affermare che non era necessaria neppure l’acquisizione gratuita di aree al patrimonio comunale senza ricorrere all’esproprio? O forse non era necessaria la quota obbligatoria fino al 30% di edilizia pubblica che la legge del PSC prevede? No, come socialisti riformisti non siamo d’accordo.
Certo permangono alcune riserve di non poco conto che confermiamo nuovamente anche in questa sede su alcune parti del PSC sulle quali coerentemente in sede di approvazione ci siamo astenuti o votato contro ma che non sono oggetto di questa variante, che non dimentichiamolo è stata redatta ai sensi dell’art.32-bis della L.R. 20/2000.
Ribadito questo, noi Socialisti riteniamo il PSC uno strumento urbanistico profondamente innovatore che attraverso la perequazione introduce in maniera definitiva il criterio di giustizia distributiva nei confronti dei proprietari dei suoli chiamati ad usi urbani e la formazione, senza espropri e spese, di un patrimonio pubblico di aree a servizio della collettività. Questa giustizia è fondata, nel rispetto dell’ art. 7 della L.R. 20/2000, su di una più equa distribuzione dei costi e dei benefici derivanti dalle scelte di pianificazione urbanistica.
Una buona gestione del piano deve dare un pubblico profitto, infatti una volta garantita ai privati la concentrazione dei diritti edificatori secondo criteri di trasparenza e concorrenza, acquisitone il resto al patrimonio comunale, ogni ulteriore diritto edificatorio è riservato alla mano pubblica e utilizzabile a scopi sociali.
Siamo consapevoli che la strada da fare sia ancora lunga, servirà molta attenzione nella stesura del (POC), perché quello che oggi è uscito dalla porta non rientri dalla finestra. Ci riferiamo a quelle aree produttive dismesse, a partire da Unicem, destinate almeno in parte alla riconversione residenziale, dove l’interesse pubblico dovrà essere prevalente su quello privato.
Questa situazione sta causando un rallentamento nell’attuazione del programma amministrativo che difficilmente sarà recuperato. Come partiti di maggioranza, compresi quelli che prima hanno firmato il programma poi sono passati nei banchi dell’opposizione, dovremo renderne conto ai nostri concittadini; le responsabilità di tutto questo hanno un nome e cognome, e non è certamente quello dei Socialisti.
RUE
Per quanto riguarda il RUE ( Regolamento edilizio ) abbiamo approfittato di questa riadozione, per raccogliere le richieste delle categorie economiche e professionali e dare ulteriore impulso, più di quanto non sia stato fatto finora e non per responsabilità socialiste, alle politiche di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente in particolare nell’ambito del risparmio energetico e dell’adeguamento antisismico. Il criterio ispiratore è stato quello di consolidare e modernizzare il tessuto urbano esistente andando a rimuovere in un clima di rinnovata collaborazione tra i partiti di governo anche quei vincoli, a volte eccessivi, che riducevano le potenzialità delle singole abitazioni oltre che di tanti piccoli proprietari e delle tante aziende artigiane facenti parte dell’indotto edile.
Rimangono aperte alcune questioni sulle quali la Provincia ha manifestato al momento chiusura ma che potrebbero trovare risoluzione strada facendo.
Inoltre in omaggio ad una sempre maggiore trasparenza e responsabilità dell’organo consiliare in materia urbanistica abbiamo concordato che tutti gli interventi urbanistici convenzionati ( I.C.) non facenti parte del POC ma nei quali è prevista una convenzione tra la parte pubblica e la parte privata in quanto rivestono una qualche forma di interesse pubblico siano sottoposti all’approvazione del consiglio comunale.
A questa prima tappa seguiranno gli altri passaggi previsti dalla legge, dalle osservazioni dei cittadini alle controdeduzioni del Comune prima dell’approvazione definitiva nel corso dei quali avremo sicuramente modo di affinare ulteriormente lo strumento negli aspetti che via via emergeranno.
Noi pensiamo che questo nuovo Regolamento Edilizio offrirà anche se con un certo ritardo le migliori condizioni sia per una crescita armoniosa e vivibile della città che per una ripresa del tessuto economico santarcangiolese che ha nell’edilizia una dei settori trainanti.
Angelo Trezza Consigliere Comunale PSI