“Chi vive in Italia deve godere dei nostri diritti ed essere soggetto ai nostri doveri. Non può esserci multiculturalismo se non c’è conoscenza dei valori e dell’identità del paese in cui si risiede”. È quanto ha affermato il Segretario del Psi, Riccardo Nencini, presentando ai giornalisti alla Camera il ddl presentato dai parlamentari del Psi sul percorso di cittadinanza. “Il multiculturalismo – ha continuato Nencini – non è né ‘fai come ti pare’ né il trasferimento in Italia di usi tribali conflittuali con le nostre leggi e lesivi della parità e dell’uguaglianza. La prima difesa dal fondamentalismo religioso si erge proprio sul rispetto dei valori di libertà e sul divieto di importare pratiche quali il matrimonio coatto, l’infibulazione, il tribunale della sharia, la disparità tra uomo e donna.” Nencini illustrando il disegno di legge socialista ha spiegato il significato del concetto di “introduzione del percorso di cittadinanza”. “I socialisti – ha continuato Nencini – promuovono l’insegnamento della lingua italiana, un esame di conoscenza della cultura e della storia italiana e europea, un esame di conoscenza della nostra Costituzione sulla quale si presta giuramento. In assenza di questo impegno, l’interessato decade dal diritto di vedersi concedere la cittadinanza italiana”- ha concluso Nencini.
Il disegno di legge riprende in parte il testo unificato delle proposte di legge che nella scorsa legislature legislatura la I Commissione sottopose all’approvazione dell’Assemblea della Camera: esso interviene sulla legge della cittadinanza e sul testo unico sull’immigrazione, al fine di aggiungervi un requisito ulteriore per la concessione degli atti amministrativi che danno stabilità alla permanenza sul nostro territorio di stranieri. Un ddl che nasce dalle esigenze emerse nel corso degli anni per cui la cittadinanza non deve essere un acquisto automatico a seguito della permanenza sul territorio italiano per un determinato numero di anni, ma deve costituire il riconoscimento di un’effettiva integrazione.
Nella proposta di legge si fa riferimento a una cittadinanza basata non su un fatto quantitativo, bensì su un fatto qualitativo. È evidente che anche la richiesta di un permesso di soggiorno di lunga durata è un segno della volontà di far parte stabilmente della comunità italiana. Occorre allora la frequenza di un corso annuale, funzionale alla verifica del percorso di cittadinanza, finalizzato all’approfondimento della storia e della cultura italiana ed europea, dell’educazione civica e dei principi della Costituzione italiana. È stato previsto, al termine del corso, come verifica del percorso di cittadinanza, un triplice esame che accerti l’effettivo grado di integrazione sociale, nonché il rispetto, anche in ambito familiare, delle leggi dello Stato e dei principi fondamentali della Costituzione. Questo in quanto le cronache mostrano che vi sono stranieri che, pur risiedendo in Italia da molti anni, non condividono valori fondanti della comunità italiana, quale quello della parità tra uomo e donna. È pertanto essenziale verificare che chi chiede la cittadinanza abbia assimilato tali valori fondanti.
Redazione Avanti!