venerdì 17 febbraio 2012

L'amara lezione della grecia

(Da "Avanti! della Domenica" )


Le notizie dalla Grecia sono tristi. Il commento generale dei saggi e conformisti economisti intervistati a profusione è che “soggettivamente” i greci hanno ragione ad essere infuriati (o disperati), ma “obiettivamente” l’economia ha certe regole, che sono state trasgredite, per colpa dei politici greci, da qui la necessaria punizione (questa è la versione preferita in Italia, più soft di quella gettonata in Germania, che chiama in causa direttamente il popolo greco, pigro, sprecone, baffuto e Dio sa cos’altro).

I saggi economisti conformisti riducono una nazione ad una famiglia che ha calcolato male il mutuo: tacciono però su almeno altri due fattori della crisi greca, pure notevolissimi. Il primo è l’elemento speculativo: la crisi greca esplode quando agenzie di rating ed investitori decidono che il debito sovrano greco deve essere colpito, per farci su dei soldi a breve termine, e poi passare a Irlanda, Portogallo, Spagna, Italia, Francia. Il secondo è il fallimento politico: l’Europa, per responsabilità ben precise dei governi conservatori, non si è attivata in tempo con le misure indispensabili, che scoraggiassero la speculazione e consolidassero la Grecia. Tutto è stato fatto tardi e male, ed oggi che un fondo di solidarietà c’è, le condizioni imposte sono però durissime.

Oggi, si prevede non soltanto (soltanto!) la povertà per migliaia e migliaia di famiglie, ma una recessione dei consumi, il tracollo della crescita economica, e insomma, per far quadrare i conti del debito greco, il buon senso economico e le leggi dell’economia vengono calpestate da molti altri versanti. Il debitore, in queste condizioni, non potrà che essere strozzato, e questa non è buona economia.

Se per rientrare del debito, si abolisce la sanità pubblica, si buttano i lavoratori per strada, si impongono sofferenze sociali impossibili, torna in mente la cattiva medicina di quella storiella su certi bravi medici, forse parenti di quei bravi economisti: “l’operazione è riuscita, peccato che il paziente è morto”.


Luca Cefisi

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