“ Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. [...] Ma la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. [...]”
(Sandro Pertini. Intervista. CESP - Centro Espositivo Sandro Pertini. URL consultato il 2-8-2008.[102])
Credo sia bene, ogni tanto, partire dal generale per poi poter affrontare il particolare. Credo poi fermamente che ripensare a certe radici, alle proprie radici, in questa situazione economica e politica, serva a dare un senso non solo alla nostra storia, ma anche alla nostra azione presente e futura. Non serve riassumere il momento di particolari tensioni che sta vivendo il nostro Paese: sono di questi giorni le manifestazioni di piazza degli studenti che rivendicano il loro diritto ad una istruzione scritta con la I maiuscola attribuitale dalla qualità dell’insegnamento e dai mezzi necessari a praticarlo.
“Non c’è priorità nella realizzazione dei dettati della Costituzione, che debbono essere attuati in armonico sviluppo in rapporto ai mezzi disponibili. Ma se priorità ci fosse, metterei l’accento sulla casa ai lavoratori, sulla sanità pubblica e sulla scuola. La scuola, in breve volgere di anni deve venire democratizzata in modo da garantire la selezione di tutti i giovani e l’avviamento agli studi superiori con l’unico criterio della capacità (la meritocrazia!!!) e delle attitudini. Si creerà così la futura classe dirigente del paese in tutto degna dei compiti immani di una democrazia moderna. La libertà e la democrazia non vivono soltanto del giusto equilibrio tra i fattori economici, sociali e politici ma esse ricevono luce dalla cultura, dalle arti, dalla scienza”.
(Giuseppe Saragat. Discorso di insediamento al Quirinale, 29/12/1964)
(Si ricorderà che Saragat fu Presidente della Costituente alla quale venne eletto come deputato anche Pertini).
Non bisogna dimenticarlo.
Perché la conoscenza, “il sapere”, permette la concreta realizzazione della libertà attraverso l’instaurazione e l’evoluzione della giustizia sociale, abbattendo pregiudizi e stereotipi e contrastando la disinformazione, o l’informazione distorta e variamente manipolata, con la capacità critica: la capacità di capire ciò che viene e ci viene detto, analizzarlo e, a volte anche controbattere.
Attenti bene: non sto parlando di polemiche.
Le polemiche sterili non pagano. Ce lo dimostra ogni giorno la nostra scena politica: il “tutti contro mister Berlusconi” serve solo a rendere lui un gigante (anche se ultimamente ha i piedi d’argilla, è sulla scena politica da quasi un ventennio con evidenti risultati..) e a mettere, chi a lui si contrappone demonizzandolo, in una posizione sempre più rischiosa.
Utilizzo appositamente questo termine perché da troppo tempo ci si sta concentrando su quello che non va di questo Paese, cercando di far cadere i colpevoli, con il rischio, sempre più tangibile di perdere di vista la realtà di questa nostra Italia che, accanto ai problemi, ha enormi potenzialità anche sociali (i 1000 campanili, sono a guardar bene,la base di una coesione sociale che, nonostante tutto sta resistendo seppur ridotta allo stremo).
C’è una sorta di ottusità e di arroganza in questa minoranza parlamentare, in questo PD in particolare, che pretende di fare opposizione semplicemente pensando che lo spauracchio del “Grande Nemico” sia un argomento sufficiente per raccogliere il consenso popolare. Dove poi quello stesso partito si trova nelle vesti di partito di Governo (come in questa Regione), si arriva a pensare che, “siccome è sempre stato così e il popolo è bue”, il consenso popolare continuerà ad esistere.
Mi dispiace ma non sono d’accordo. Questo modello di comportamento porta solo alla diffusione della mediocrità e al proliferare di “personaggi pericolosamente in cerca d’autore” laddove si scambia la disponibilità per capacità.
Servono le idee. E gli ideali. E la capacità critica che spesso si accompagna all’istruzione ricevuta ed alle conoscenze apprese.
Dal generale scendo al particolare:
“Una situazione mai vista a Santarcangelo, con alleati che ragionano con la loro testa e non sottostanno alle direttive del Sindaco" (...).
Così intitolava La Voce di Romagna, quotidiano locale, il 30/11 riferendosi al voto in consiglio comunale sulle ASP (Aziende di Servizi alla Persona). Il nostro Partito, rappresentato da un consigliere in Consiglio, ha tenuto ferma la posizione di salvaguardare i servizi socio assistenziali esistenti sule territorio e la loro dimensione perfettamente coincidente con i bisogni della comunità locale e nel rispetto della legge regionale, invece di seguire il “diktat” che voleva e pretendeva l’unificazione, ad ogni costo, con le strutture esistenti a Rimini (per creare un organismo più grande – la giustificazione - che possa portare economie di scala ed una gestione con un ambito di programmazione più ampio.. e ad una presidenza “lauta” di CdA potremmo aggiungere noi..). In consiglio non è stata fornita nessuna giustificazione tecnicamente valida al “diktat” di cui sopra, anzi il segretario del PD, e consigliere, è intervenuto incolpando il Governo centrale di minori trasferimenti al settore socio-assistenziale e anche al sanitario..
Quanta impreparazione…Per non parlare di una capacità critica vicina allo 0 e di una totale assenza di argomenti se non l’essere contro!!
Figuratevi che è arrivato perfino a dire “che il voto delle elezioni politiche del 2008 e la conseguente sparizione di alcuni partiti dalla scena politica sono perfettamente in linea con la posizione di alcuni partiti in questo consiglio; l’essere contro per cercare visibilità ha prodotto evidenti risultati a livello nazionale”.
Per la cronaca 11 voti favorevoli all’autonomia e 9 astenuti (PD)
E qui ritorno alla prima parte del mio intervento: le parole di Pertini e di Saragat che riportano a noi gli ideali del Socialismo italiano. Giustizia sociale, libertà, case, scuole e ospedali.
Da questi ideali devono discendere le nostre idee, le nostre proposte concrete, reali e realizzabili.
Ognuno di noi si trova ad amministrare realtà locali di varie dimensioni e con diverse problematiche.
Ognuno è un punto di riferimento per la propria realtà territoriale.
Perché è stretto il legame degli amministratori socialisti con il loro territorio. Perché i nostri concittadini ce lo riconoscono.
Serve ora una buona comunicazione, magari migliore di quella che c’è stata finora (a dire il vero pressoché assente) tra regione e amministratori locali, ma anche tra i vari amministratori per costruire una “rete sociale socialista”.
Così dal particolare si ritorna al generale, al nazionale.
Servono più ideali socialisti in Italia, in questa Italia. Servono più idee. Noi le abbiamo.
“Socialista è chi vive del proprio lavoro e ragiona con la propria testa”.
Monica Ricci
(questo l'intervento preparato.. purtroppo, per mancanza di tempo è stato messo agli atti ma non "socializzato")
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