sabato 30 maggio 2009

HERA E’ ORA DI CAMBIARE

Doveva succedere. Il momento di incomparabile crisi che stiamo attraversando, metterà a nudo alcuni monopoli ingiustificati che sono stati creati. HERA si rivela ogni giorno di più un “colosso”con problemi di conflitto di interessi, scarsa qualità del servizio e tariffe aumentate a dismisura. Risultati che sono sotto gli occhi di tutti. L’insieme delle bollette pagate nel bilancio familiare pesa sempre di più. Non esiste authority per il controllo delle tariffe e dei servizi. Gli enti che avrebbero dovuto farlo, le ATO, sono stati un totale fallimento. Al loro posto hanno messo dei soci, i sindaci, che ricevono per i loro Comuni lauti dividendi. Noi sosteniamo da sempre, e continueremo a farlo, che i servizi prestati sul territorio devono avere un maggior controllo: Hera deve essere chiamata ad un confronto preciso e puntuale con gli utenti rispondendo esaurientemente e tempestivamente alle loro richieste per ciò che concerne: acqua, smaltimento rifiuti, fogne, sia per ciò che concerne problematiche relative alla manutenzione che per quello che riguarda le tariffe: Il Comune non deve essere semplicemente azionista passivo, ma garante del cittadino e deve pretendere la massima trasparenza nella formazione delle tariffe per verificare, in qualsiasi momento, quanto di queste siano da addebitarsi al reale servizio e quanto ricada nelle spese di amministrazione della “macchina burocratica”. Acqua Tariffa dell’acqua è aumentata del 19% negli ultimi quattro anni (2005-2008) e per il prossimo quinquennio (2009-2012) è già stato deliberato l’aumento del 21,2% Rifiuti Programmati aumenti del 9% per i prossimi tre anni 2009-2011 Rifiuti fognari Aumento del 94% della tariffa di smaltimento del rifiuto proveniente dalle vasche biologiche (Imof); in questo modo vi è una diversità di trattamento di chi è collegato con la rete fognaria Canone di depurazione Viene fatto pagare, calcolato sul 75% di consumo dell’acqua, anche a chi non scarica nella pubblica fogna perché non è collegato al collettore fognario essendo una casa isolata. Questi aumenti, che sono due-tre volte superiori al tasso di inflazione, e che l’anno scorso avrebbero potuto essere giustificati con l’incremento del carburante (e quindi di pari passo con la sua diminuzione avrebbero dovuto assestarsi se non retrocedere), vengono giustificati con l’esigenza di mantenere un livello importante di investimenti per migliorare la qualità dell’intero ciclo dell’acqua. Come si può sostenere questo se l’ultimo bilancio di Hera è stato approvato un utile superiore al 20% rispetto all’anno precedente ? La collocazione di Hera in borsa porta alla spasmodica corsa all’insù delle tariffe per creare profitto. Se poi si mette a gestire in forma di monopolio acqua e rifiuti . . . Il principio che sovrintendeva le aggregazioni, dalle quali è nata la multiutility era la liberalizzazione dei servizi, eliminando i tanti piccoli monopoli provinciali e cittadini. Il mostro creato, agisce in regime di spietato, ingiusto, monopolio e nessuno protesta, a cominciare da chi lo ha fatto nascere usufruendo di poltrone e prebende. L’ultimo capitolo di questa saga è la costituzione di Anthea con la quale Hera scarica sui Comuni’ docili esecutori , i servizi meno redditizi come manutenzione del verde e lotta antiparassitaria quasi si volesse ritornare ad una sorte di nuove municipalizzate. Con quale logica ? Esiste una strategia dell’ente pubblico in tutto questo? O è solo frutto della sottomissione di quest’ultimo ad interessi e poteri economici che la politica stessa ha creato abdicando al proprio ruolo autonomo di rappresentanza democratica? Comunque allo stato attuale delle cose per noi socialisti bisogna ragionare su queste direttrici: - Occorre applicare tariffe sociali alla popolazione appartenente alle fasce basse e medio basse. - Occorre dare trasparenza sulle varie voci che sono in bolletta (come ad esempio sulla assicurazione sulla perdita di acqua); - Occorre affidare ad una Autorità Regionale Indipendente la regolazione tariffaria, sull’efficienza e il contenimento dei costi, lasciando ai Comuni il ruolo di indirizzo, programmazione e controllo. Un Ente pubblico non può esercitare impropriamente attività a valenza economica imprenditoriale essendo azionista di Hera e fare “pagare” il profitto ai propri cittadini. La soluzione migliore per i Comuni e in questo caso Santarcangelo è di uscire dalla proprietà di Hera (non potendo interrompere i contratti già in essere) cessando di esserne azionisti e tutelare i propri cittadini con la pretesa della qualità dei servizi e il contenimento dei costi.

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