25 marzo 2015 Forlì Pubblichiamo una interessante riflessione dell'assessore Bellini del Comune di Forlì anche se un po' datata.
«A fine 2014 (Hera pubblica o privata, prima parte), avevamo chiesto ai principali soci pubblici di Hera di inserire all’interno del patto di sindacato alcuni indirizzi per il piano industriale, indirizzi dettati dalla convinzione che i servizi ambientali sono beni comuni per le nostre comunità e che la qualità e tutela dell’ambiente sono prioritari rispetto al profitto. La realizzazione di questi indirizzi, giustificherebbe la scelta di una maggioranza pubblica dell’azienda, viceversa, è preferibile una gestione di natura privatistica. Oggi la discussione pubblica è limitata alla opportunità di ridurre la quota di proprietà pubblica dell’azienda pur mantenendo il controllo societario. A mio parere, la priorità rimane la scelta degli indirizzi del piano industriale, e ritengo inopportuno cedere quote della società. Ridurre al 38% la quota di proprietà pubblica significa lasciare gran parte degli utili al mercato, e quindi aumentare la tensione tra interesse pubblico e profitto. Era stato proposto un modello di azionariato popolare per limitare questa tensione, poiché esso riduce la distanza tra i diversi interessi. Non vorrei essere un cattivo profeta, prevedendo che tra pochi anni i servizi con minore marginalità, ad esempio la raccolta rifiuti o lo spiazzamento nei territori con bassa densità di abitanti, saranno ridotti, in analogia a quanto avviene oggi per i servizi di telecomunicazione che non sono più gestiti in forma pubblica. A mio parere, per i servizi ambientali la proprietà deve essere pubblica e solo la gestione può essere realizzata in forma privatistica. Questo richiede una modifica della struttura delle società multi-servizi, lasciando a società interamente pubbliche la proprietà e la pianificazione di reti, impianti e i servizi verso i cittadini (esempio la raccolta dei rifiuti), e alle società multi-servizi la loro gestione. Il percorso ora proposto, analizza solo gli aspetti finanziari dell’operazione e non fornisce adeguate garanzie alla gestione dei beni comuni ambientali».
Alberto Bellini assessore all’ambiente del Comune di Forlì
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