La
parola più usata e abusata della campagna elettorale in corso è: riformista.
Tutti
la usano, tutti la invocano, tutti vi fanno riferimento per accreditare, di se
stessi, l’immagine di una forza politica, di una lista elettorale o di un
semplice candidato, in chiave moderna.
Ma
cosa significa “riformista”?
Riformista,
letteralmente e storicamente, significa: “Forma di Socialismo che tende al
rinnovamento della società attraverso riforme graduali”.
Non lo dico io, lo dice il dizionario e,
soprattutto, lo dice la storia del Socialismo Italiano. I partiti e i politici italiani sono, quindi, diventati tutti socialisti?
Oppure, com’è più probabile e realistico, sono tutti alla ricerca di un modello di governo della società che, abbandonate le forme massimaliste - di destra e di sinistra - riscopre, appunto, il più pragmatico, antico ed equo, riformismo socialista?
E
se le cose stanno così mi domando perché i socialisti italiani, che hanno
generato questa giusta strategia politica, non debbano avere il giusto riconoscimento
di questa loro ragione storica?
Stupendo
e strano Paese il nostro dove chi ha torto fiorisce e chi ha ragione sparisce!
Alessandro
Guidi
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