venerdì 11 marzo 2011
Tagli per tutti ma non per la Chiesa
Abbiamo un debito pubblico altissimo che continua a crescere, un tasso di sviluppo tra i più bassi d’Europa, tagli a pioggia che colpiscono pesantemente la popolazione meno agiata, i giovani, la scuola, la sanità e le forze dell’ordine, eppure ci consentiamo il lusso, come ci hanno informato i giornali, di continuare a finanziare le attività commerciali, perché altro non sono, della Santa Sede con l’esenzione dall’Ici, e domani dalla nuova Imu, su ospedali, scuole private, alberghi e altre strutture che tutto sono meno luoghi di culto. Un affare che vale un paio di miliardi di euro, e che si cumula al miliardo che già spendiamo per gli insegnanti di religione, all’altro miliardo che arriva dall’8 per mille e ai mille rivoli di denaro pubblico sotto forma di esenzioni e finanziamenti a pioggia, per un totale complessivo stimato in 8 miliardi di euro.
Ma dall’altra parte del Tevere non ritengono sia giunto il momento di fare anche loro qualche risparmio? Forse il governo pensava in questo modo di comprarsi il silenzio del Vaticano così come una volta si compravano le indulgenze. Evidentemente però il caso Ruby questa volta è proprio indigeribile.
Riccardo Nencini
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