Ho appena finito di seguire l'intervento di Giuliano Amato a "Che tempo che fa" di Fazio e devo dire che la sua presenza ha prodotto in me diversi pensieri.
1. Si è definito di origini socialiste ed ha parlato di idee socialiste e di sinistra: non sentivo più pronunciare queste parole in televisione da troppo tempo.
2. "Una volta per un avviso di garanzia cadevano i Governi, ora non più. E' cambiato il sentire delle persone o è cambiato il modo di governare?" (questa la domanda di Fazio). Risponde Amato "E' cambiato il modo di sentire delle persone che stanno al Governo".
3. "Da cosa dovrebbe partire un programma riformista del centro sinistra?" (ancora Fazio). "Dall'uguaglianza. Dobbiamo capire che le donne sono uguali a gli uomini e che i nuovi cittadini sono uguali agli altri".
E poi il Risorgimento e la constatazione che questo nostro Paese corre quando mette davanti i giovani mentre rallenta quando li chiama bamboccioni non capendo che è la speranza del futuro a fare avanzare.
Mi ritornano in mente le celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia a Santarcangelo.
Avevo di fianco a me un partigiano, un reduce decorato dal Presidente Pertini. Abbiamo cominciato a conversare attraversando la piazza a braccetto, emozionati dall'inno cantato da 700 bambine e bambini delle elementari in coro.
Abbiamo cominciato a parlare di quanto l'Italia vera sia distante da quella che ci vogliono propinare.
Mi ha chiesto: "Di che partito sei? PD?". "No, io sono socialista".
Il partigiano, comunista, si è commosso. "Mio nonno era socialista, il mio Presidente era socialista. Questo Paese ha bisogno dei socialisti".
Io la penso come lui. Senza nostalgia, senza fermarsi a ricordare i bei tempi che furono e basta.
Abbiamo molto spesso le idee e le intuizioni ma non se ne parla abbastanza. Restiamo ingabbiati dal nostro stesso silenzio.
Non si possono semplicemente incolpare la stampa e i media che non ci danno spazio. Lo spazio va conquistato. Altrimenti le idee ci rimagono in tasca e i miei figli non meritano un Paese che non dà loro futuro.
"Avanti!"
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