Per restituire alla nostra Regione un luogo di progettazione, di innovazione, di passione verso il futuro. La Regione e’ divenuta per moltissimi un gigante politico-burocratico lontano dai bisogni delle persone, delle imprese e dei territori.
Io credo che, partendo dalla società, si possa ripristinare una relazione di contatto e di fiducia, facendo leva sulla trasparenza delle scelte, sulla verificabilità dei progetti, sullo studio dei successi e degli insuccessi passati. Ripartiamo dalle cose essenziali: una sanità che salga dai cittadini e dagli operatori; la preservazione di un territorio fragile e martoriato da fenomeni climatici e naturali, oltre che da un uso sconsiderato del suolo; un più marcato investimento sul ferro, e quindi sulla mobilita’ pubblica, per rendere la Regione uno spazio sempre più integrato e “facile”; un cambio di passo rispetto all’incenerimento dei rifiuti, per dar vita ad un’economia circolare fondata sul recupero di materia; e poi ricerca e innovazione la’ dove la Regione e le sue imprese possono guadagnare o aprire nuovi spazi, nuovi mercati. Puntiamo sulla grande cultura che ci unisce, sull’intelligenza del fare e del saper fare, sulle potenzialità di giovani desiderosi d’innovazione.
Il lavoro che ci manca nascerà da questa spinta, non dalla riproduzione stanca di modelli pagati con risorse pubbliche o con risorse naturali.
L’occasione del 28 settembre e’ preziosa: possiamo costruire una politica in grado di dialogare sul serio con gli elementi più dinamici della nostra società: individui e imprese che puntano alla concretezza, alla verificabilità, all’uso parsimonioso del denaro pubblico. E’ questa la via per creare un contesto nel quale i bisogni dei più deboli possano trovare risposte, rinsaldando quel nesso fra crescita e integrazione sociale che ha costituito per decenni la miscela vincente dell’Emilia-Romagna. Oggi pero’ dobbiamo rimuovere la cappa di una politica asfittica, autoreferenziale, poco propensa a studiare e a capire l’economia e la società.
Il 28 settembre puoi cominciare questa sana e pacifica rivoluzione, il 28 settembre traccia un segno di fiducia sul mio nome.
Insieme possiamo riuscirci.
Insieme possiamo riuscirci.
Roberto Balzani
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