LA VOCE Sabato 11 settembre 2010
‘Se queste sono le sue argomentazioni quell’assessorato è nelle peggiori mani possibili”
Apolloni contro Ricci, guerra a “tempo pieno”
Apolloni contro Ricci, guerra a “tempo pieno”
SANTARCANGELO - “Le stizzose argomentazioni con cui l’assessore Monica Ricci controbatteva alle domande che ponevo
sulla necessità e le motivazioni con cui cercavo di spiegare la mia presa di posizione riguardo la questione del “tempo
pieno” mi fa pensare che l’assessorato all’istruzione è finito
nelle peggiori mani possibili’.
sulla necessità e le motivazioni con cui cercavo di spiegare la mia presa di posizione riguardo la questione del “tempo
pieno” mi fa pensare che l’assessorato all’istruzione è finito
nelle peggiori mani possibili’.
Daniele Apolloni, consigliere PdL, accusato di “essere rimasto al ventennio” dall’assessore
socialista, non ci sta a confinare la sua proposta in qualcosa di ideologico. “Sappiamo bene infatti
che data le crisi economica il governo centrale ha dovuto fare dei tagli drastici
onde evitare di finire come la Grecia; questi tagli hanno colpito purtroppo
anche il settore scolastico che ha dovuto ridimensionare anche il tempo pieno. Che cosa facevano invece
quei buontemponi dei nostri amministratori locali per cercare di trovare i soldi necessari per i veri fabbisogni,
come appunto la scuola?
Niente di niente, anzi sperperavano allegramente per tutta l’estate in manifestazioni insulse (vedi Festival per 350.000 coro, oppure Malafesta per
40.000 euro). Quindi assessore Ricci”, pungola Apolloni, “mi sembra che sia lei e la sua banda a non tenere conto delle donne che non possono seguire i propri figli per esigenze di lavoro’. In quanto alle domane riguardanti le richieste per il tempo pieno, e se erano state verificate le reati necessità di ricorrere a questo servizio e quanti bambini fossero stati esclusi, “lei non ha citato un solo dato”, ricorda Apolioni, “non le viene poi in niente che poco tempo fa, in Consiglio Comunale, avevo proposto un assegno di 500 euro mensili alle madri che decidevano di tenere i figli a casa entro il terzo anno e che vista la situazione ed i costi del tempo pieno questa soluzione, bocciata dalla sua maggioranza, sarebbe stata vantaggiosa per le famiglie e le casse comunali e che, anzi, si sarebbe dovuta innalzare l’età dei bimbi almeno fino agli 8 anni?’.
“Se fare crescere i bambini in modo più naturale, lasciandoli a stretto contatto con la famiglia e nel tempo libero giocare in modo fantastico, e nello stesso tempo più vicino alla realtà, come hanno diritto; se credere che la scuola abbia l’altissimo e primario compito di istruire e non di essere un parcheggio; se per una donna essere madre sia un compito infinitamente più grande di essere ‘lavoratrice’; se questo significa essere ritornati al ventennio”, conclude Apolloni rispondendo all’accusa mossagli, “allora le dico che io porto la camicia nera” .
socialista, non ci sta a confinare la sua proposta in qualcosa di ideologico. “Sappiamo bene infatti
che data le crisi economica il governo centrale ha dovuto fare dei tagli drastici
onde evitare di finire come la Grecia; questi tagli hanno colpito purtroppo
anche il settore scolastico che ha dovuto ridimensionare anche il tempo pieno. Che cosa facevano invece
quei buontemponi dei nostri amministratori locali per cercare di trovare i soldi necessari per i veri fabbisogni,
come appunto la scuola?
Niente di niente, anzi sperperavano allegramente per tutta l’estate in manifestazioni insulse (vedi Festival per 350.000 coro, oppure Malafesta per
40.000 euro). Quindi assessore Ricci”, pungola Apolloni, “mi sembra che sia lei e la sua banda a non tenere conto delle donne che non possono seguire i propri figli per esigenze di lavoro’. In quanto alle domane riguardanti le richieste per il tempo pieno, e se erano state verificate le reati necessità di ricorrere a questo servizio e quanti bambini fossero stati esclusi, “lei non ha citato un solo dato”, ricorda Apolioni, “non le viene poi in niente che poco tempo fa, in Consiglio Comunale, avevo proposto un assegno di 500 euro mensili alle madri che decidevano di tenere i figli a casa entro il terzo anno e che vista la situazione ed i costi del tempo pieno questa soluzione, bocciata dalla sua maggioranza, sarebbe stata vantaggiosa per le famiglie e le casse comunali e che, anzi, si sarebbe dovuta innalzare l’età dei bimbi almeno fino agli 8 anni?’.
“Se fare crescere i bambini in modo più naturale, lasciandoli a stretto contatto con la famiglia e nel tempo libero giocare in modo fantastico, e nello stesso tempo più vicino alla realtà, come hanno diritto; se credere che la scuola abbia l’altissimo e primario compito di istruire e non di essere un parcheggio; se per una donna essere madre sia un compito infinitamente più grande di essere ‘lavoratrice’; se questo significa essere ritornati al ventennio”, conclude Apolloni rispondendo all’accusa mossagli, “allora le dico che io porto la camicia nera” .
Queste dichiarazioni si commentano da sole. Posso solo aggiungere che per me come SOCIALISTA è un onore essere nelle mire di un personaggio che si definisce "camicia nera".
Monica Ricci.
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