lunedì 12 novembre 2012

Peggio della legge truffa

L'Unità del 1953 chiamava alla mobilitazione generale contro il premio di maggioranza previsto dalla cosiddetta  Legge Truffa (De Gasperi-Scelba) che attribuiva seggi alla coalizione già forte del consenso della maggioranza  assoluta degli elettori, il 50 per cento più uno.
Al comunicato seguirono manifestazioni e un sciopero generale della Cgil.
Cosa sarebbe successo oggi – a parti rovesciate -  se anziché il 40-42,5 per cento come quorum per il premio, si fosse riproposta la legge del ’53, che premia chi ha la maggioranza e non chi non ce l’ha? Una rivoluzione contro il principio della sovranità popolare?
Se la preoccupazione di Bersani è il problema della governabilità, questo lo risolse a suo tempo Benito Mussolini con la Legge Acerbo….
Ma se era una truffa il 50%+1, ogni percentuale inferiore cos’è?.
Maggiore coerenza. Se si vuol sapere subito dopo lo spoglio chi governerà un paese, l’abbiamo visto  tutti in TV il 6 novembre scorso: si adotta una forma di governo presidenziale come gli USA.  Ma in Italia è un tabù, specialmente  a sinistra. Non basta neppure un semipresidenziale alla francese, perché Hollande una volta eletto, ha dovuto vincere persino le legislative, aspettando un secondo turno. Bersani non ne avrebbe la pazienza.
Non si può dare la maggioranza, pardon il coraggio, a che non ce l’ha: lo sapeva persino Don Abbondio.  Eppure la soluzione è semplice, basta convincere la metà di quelli che hanno deciso di non votare (secondo i sondaggi correnti) sulla bontà della propria proposta politica e programmatica per uscire dalla crisi economica, politica e morale, nella quale ci dibattiamo.

Critica Sociale

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