La Regione
Emilia Romagna sta intervenendo sugli Ospedali. Tra questi rientrano anche quelli
di Santarcangelo e Novafeltria che
dovrebbero diventare cosiddetti
“ospedale di comunità”. Non vorremmo che dietro la scusa di razionalizzare e
risparmiare sia già stato tracciato il solco per ridimensionare la sanità in
Romagna dove già nel passato sono stati chiusi o trasformati molti ospedali
minori.
Come
Socialisti santarcangiolesi e romagnoli pensiamo che prima di fare tagli negli
ospedali occorre tagliare negli apparati regionali: ridurre il costo dei
consiglieri e le loro prebende, tagliare i super stipendi dei dirigenti, così
come di quelli delle società partecipate, chiudere le sedi di rappresentanza
presenti all’estero, la spending review deve passare di qua prima di rivolgersi
alla sanità.
Dubitiamo
fortemente che questi maneger regionali, super pagati, abbiano strategie ed
obiettivi precisi, se non quella dei cosiddetti tagli lineari. Le spese nella
sanità poi certo si possono anche ridurre, migliorando i processi e
l’organizzazione senza penalizzare le eccellenze che vi sono sui territori.
Utilizzare di più le strutture pubbliche esistenti, semmai tagliare prima le
convenzioni con le cliniche private.
Basta vedere
ad esempio nel nostro Ospedale dove da qualche anno stanno tagliando pian piano
gli interventi chirurgici di piccola e media complessità per poi giustificare
la chiusura del reparto di chirurgia e di conseguenza la specializzazione di
senologia, fiore all’occhiello non solo della chirurgia specialistica romagnola
ma anche a livello nazionale ed internazionale.
E’ come
giustificare la chiusura di una scuola che ha certo dei costi ma anche
insegnanti bravi ed efficienti, indirizzando gli alunni verso altre scuole,
magari private, dicendo poi all’opinione pubblica che ci sono pochi studenti e
non è più economico tenere aperta quella scuola pubblica.
Il nostro
ospedale, come quello di Novafeltria, può contribuire ad abbattere le lunghe
liste di attesa che sono presenti nei grossi ospedali provinciali per gli
interventi di media e bassa complessità, ad esempio: Oculistica 6/8 mesi,
Dermatolagia 3/4 mesi, Ernie (inguinali,
scrotale, ombelicale, ecc.) 4/5 mesi, Colicistectomie 3/4 mesi, Menisco 6/7
mesi, Tunnel carpale 2/3 mesi ed altri interventi Ortopedici con anestesia
locale. La soluzione che noi sollecitiamo è di fare girare a turno sul
reparto di chirurgia di Santarcangelo le equipe degli specialisti utilizzando a
tempo pieno le sale chirurgiche e le professionalità esistenti. In questo modo i pazienti non dovranno più
aspettare mesi e mesi o, come sta succedendo ora, ricorrere per le urgenze a strutture di fuori
regione con aggravio di costi sulla sanità regionale, oppure alla cliniche
private. E’ mai possibile che solo pagando si ottengono interventi urgenti?
E’ questa la sanità tanto decantata della Regione Emilia Romagna?
Tutti i santarcangiolesi
e i residenti dei comuni vicini non devono tergiversare ma mobilitarsi prima che sia troppo tardi. Costituire un
comitato a difesa del nostro ospedale e mobilitarsi contro le decisioni
della Regione. Dobbiamo difendere ad oltranza il nostro Ospedale da scelte
sbagliate decise dall’alto. Non dobbiamo permettere di farci togliere l’ultimo
contatto fra la città e il suo Ospedale esistente da oltre cent’anni. Come
Socialisti le future alleanze le faremo con chi saprà opporsi ad una politica
amministrativa calata dall’alto dove gruppi di potere e di pressione credono
che la sanità o i rifiuti siano affari loro.
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