domenica 9 marzo 2014

Ospedale di Comunità ?



La Regione Emilia Romagna sta intervenendo sugli Ospedali. Tra questi rientrano anche quelli  di Santarcangelo e Novafeltria che dovrebbero diventare  cosiddetti “ospedale di comunità”. Non vorremmo che dietro la scusa di razionalizzare e risparmiare sia già stato tracciato il solco per ridimensionare la sanità in Romagna dove già nel passato sono stati chiusi o trasformati molti ospedali minori.
Come Socialisti santarcangiolesi e romagnoli pensiamo che prima di fare tagli negli ospedali occorre  tagliare negli  apparati regionali: ridurre il costo dei consiglieri e le loro prebende, tagliare i super stipendi dei dirigenti, così come di quelli delle società partecipate, chiudere le sedi di rappresentanza presenti all’estero, la spending review deve passare di qua prima di rivolgersi alla sanità.
Dubitiamo fortemente che questi maneger regionali, super pagati, abbiano strategie ed obiettivi precisi, se non quella dei cosiddetti tagli lineari. Le spese nella sanità poi certo si possono anche ridurre, migliorando i processi e l’organizzazione senza penalizzare le eccellenze che vi sono sui territori. Utilizzare di più le strutture pubbliche esistenti, semmai tagliare prima le convenzioni con le cliniche private.
Basta vedere ad esempio nel nostro Ospedale dove da qualche anno stanno tagliando pian piano gli interventi chirurgici di piccola e media complessità per poi giustificare la chiusura del reparto di chirurgia e di conseguenza la specializzazione di senologia, fiore all’occhiello non solo della chirurgia specialistica romagnola ma anche a livello nazionale ed internazionale.
E’ come giustificare la chiusura di una scuola che ha certo dei costi ma anche insegnanti bravi ed efficienti, indirizzando gli alunni verso altre scuole, magari private, dicendo poi all’opinione pubblica che ci sono pochi studenti e non è più economico tenere aperta quella scuola pubblica.
Il nostro ospedale, come quello di Novafeltria, può contribuire ad abbattere le lunghe liste di attesa che sono presenti nei grossi ospedali provinciali per gli interventi di media e bassa complessità, ad esempio: Oculistica 6/8 mesi, Dermatolagia 3/4 mesi, Ernie (inguinali, scrotale, ombelicale, ecc.) 4/5 mesi, Colicistectomie 3/4 mesi, Menisco 6/7 mesi, Tunnel carpale 2/3 mesi ed altri interventi Ortopedici con anestesia locale. La soluzione che noi sollecitiamo è di fare girare a turno sul reparto di chirurgia di Santarcangelo le equipe degli specialisti utilizzando a tempo pieno le sale chirurgiche e le professionalità esistenti.  In questo modo i pazienti non dovranno più aspettare mesi e mesi o, come sta succedendo ora,  ricorrere per le urgenze a strutture di fuori regione con aggravio di costi sulla sanità regionale, oppure alla cliniche private. E’ mai possibile che solo pagando si ottengono interventi urgenti? E’ questa la sanità tanto decantata della Regione Emilia Romagna?
Tutti i santarcangiolesi e i residenti dei comuni vicini non devono tergiversare ma mobilitarsi  prima che sia troppo tardi. Costituire un comitato a difesa del nostro ospedale e mobilitarsi contro le decisioni della Regione. Dobbiamo difendere ad oltranza il nostro Ospedale da scelte sbagliate decise dall’alto. Non dobbiamo permettere di farci togliere l’ultimo contatto fra la città e il suo Ospedale esistente da oltre cent’anni. Come Socialisti le future alleanze le faremo con chi saprà opporsi ad una politica amministrativa calata dall’alto dove gruppi di potere e di pressione credono che la sanità o i rifiuti siano affari loro.


Nessun commento:

Posta un commento