venerdì 30 settembre 2011

Il Polittico sta bene dove sta




 Ho letto l’articolo “Il polittico del ‘300 torni dov’era prima” apparso su La Voce in data 23/09/2011, immediatamente è sorta in me la necessità di rispondere alle grossolane affermazioni del consigliere Apolloni.
Il consigliere sostiene che, nell’attuale collocazione il polittico di Jacobello da Bonomo, sia facile da toccare e da danneggiare, ma evidentemente ignora come esso sia salvaguardato da un sistema d’allarme in grado di rilevare i movimenti e palesare ogni possibile azione atta a deteriorare l’opera. Sistema che chiaramente non era presente nella precedente collocazione nella chiesa Collegiata. Non si capisce poi, perché, ed in base a che cosa, il clima della Chiesa debba essere più adatto di quello del Musas ad ospitare il polittico.
Il Musas è stato ideato  proprio per accogliere le principali testimonianze artistiche e storiche della comunità santarcangiolese, delle quali, il polittico di Jacobello da Bonomo è uno dei più fulgidi esempi. Inoltre il suddetto è di proprietà del comune di Santarcangelo, non della curia: quale collocazione più naturale dunque del museo comunale?
Tengo, inoltre, a precisare che il polittico, prima della esposizione è stato restaurato con un progetto finanziato dalla regione Emilia Romagna e dall’IBC (Istituto dei beni culturali) nell’anno 2008, spostandolo dalla primigenia ed effettivamente, poco nota, sistemazione nell’abside della chiesa. Detto questo, mi sembra, che tutte le migliori energie, finanziarie e di competenza, siano state spese per valorizzare il capolavoro di Jacobello, che, attualmente, è una delle opere maggiormente apprezzate e viste dai numerosi visitatori del Musas.
Perché depotenziare il Musas, sottraendogli quest’opera? Sarebbe un atto irresponsabile
e controproducente ai fini della sua tutela e ottimizzazione

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